ADHD, psichiatrizzare i bambini
Tim O’ Shea – trad. di Luciano Gianazza
Con le azioni dell’APA perennemente in ribasso, arriviamo al famoso raduno del Comitato dell’APA del 1980. Fu a questa riunione che l’APA decise di “ri-medicalizzarsi. Fu presa la decisione di mollare tutta quella roba della cura del colloquio psico – analitico che stava portando la professione al falimento totale, e di riaffermarsi come veri professionisti medici con il diritto di avere successo e vendere tonnellate di farmaci. Come potreste immaginare, nessuno è stato più lieto di sentire queste notizie dell’industria farmaceutica. Se non si riusciva ad ottenere pazienti volontari, occorreva trovare il modo di ottenere pazienti…. involontari.
L’unico problema era che, se gli psichiatri volevano riconfermarsi con successo come medici, avevano bisogno di una nuova malattia che rientrasse nella loro specialità che sarebbe stata curata con degli psicofarmaci. In quella riunione del 1980 l’ADHD venne definito per la prima volta come disturbo. La cosa fondamentale era che ora l’ADHD era una realtà: era stato definito, descritto e inserito nella bibbia dell’APA, il Manuale Diagnostico e Statistico, abbreviato in DSM.
La Bibbia Parla
Breggin, Armstrong, Wiseman, e Baughman continuano con pagine e pagine sulla rilevanza del Manuale Diagnostico e Statistico. Per una comprensione più completa del ruolo insidioso che questo libro ha avuto e continua ad avere catapultando una professione che stava scomparendo in una posizione di ricchezza e rispettabilità, a costo del benessere di milioni di bambini indifesi ci si può rivolgere ai loro materiali. Anche se queste accuse sembrano aspre e forti sono affermazioni inadeguate per difetto.
Il Manuale Diagnostico e Statistico (DSM) è stato pubblicato dall’APA per la prima volta nel 1952. Il DSM è un catalogo di disturbi mentali. Sotto il termine che definisce un determinato disturbo è stampato un elenco di sintomi che servono a diagnosticarlo. Un paziente può essere “diagnosticato” come affetto di un particolare disturbo mentale se si riscontrano abbastanza sintomi fra quelli elencati. Nonostante le istruzioni del DSM mettano in guardia gli psichiatri dall’impiegare il DSM come un ricettario da cucina perché ci sono tanti altri fattori e concause da considerare prima che una diagnosi sostenibile possa essere fatta, in pratica il metodo di usarlo come ricettario è precisamente il modo in cui DSM è utilizzato più comunemente.
Gli psichiatri si sono dati molto da fare dal 1952. Ogni nuova edizione del DSM è più estesa:
TITOLO | ANNO | N° dei disturbi |
DSM | 1952 | 112 |
DSM II | 1968 | 163 |
DSM III | 1980 | 224 |
DSM IIIR | 1987 | 253 |
DSM IV | 1994 | 374 |
Nella possibilità che qualcuno pensi che ognuna di queste “malattie” sia stata stata sottoposta a ricerche e studiata nello stesso modo scientifico come una malattia fisica prima di entrare nei libri di testo di patologia, quelle che seguono sono alcune dichiarazioni di professionisti:
Renee Garfinkel, uno psicologo e rappresentante dell’APA che ha partecipato alle riunioni per le periodiche revisioni del DSM, ha riferito alla rivista Time:
“Il basso livello dello sforzo intellettuale era sconvolgente … le diagnosi sono state sviluppate con il voto di maggioranza, con la stessa faciloneria con cui sceglieremmo un ristorante. A me piace la cucina italiana… preferisco il ristorante cinese …no dai, andiamo alla cafeteria. Poi il termine ADHD è stato immesso in un computer. Può riflettere la nostra ingenuità, ma la nostra opinione era che si stava facendo davvero un tentativo di guardare le cose scientificamente.” (Walker pg.22)
Il Dr. Al Parides, uno psichiatra, dichiara che il DSM non è per niente scientifico, ma uno capolavoro di manovre politiche, in cui i normali problemi della vita sono convertiti in condizioni psichiatriche. (Wiseman, pg. 357)
In che modo un disturbo mentale appare nel DSM è una storia lunga e illuminante ben esposta negli scritti di Walker e di Louise Armstrong.
” Leggere sull’evoluzione del DSM è venire a sapere che è un documento completamente politico. Quello che include e quello che non include, sono il risultato di dure lotte, lunghe trattative, rivalità fra i vari associati, e giochi di potere”. – Louise Armstrong.
Un profano non sospettoso potrebbe pensare che siano state fatte ricerche durate anni, della sperimentazione, studi a doppio cieco, prima che un disturbo mentale possa essere inserito nel manuale fondamentale della professione autorizzata a trattare i disturbi mentali. Ma non è così che avviene.
Armstrong cita la storia dell’origine di un disturbo chiamato “disordine della personalità che si autosconfigge”. Il presidente del comitato del DSM, Robert Spitzer, immaginò il disturbo durante una gita di pesca, e quando ritornò convinse abbastanza membri del comitato per includerlo nel manuale. E da lì in poi è rimasto nel DSM. – da: “And They Call It Help”
Diagnosi Istantanea
Il DSM è l’unico mezzo tramite cui l’ADHD viene diagnosticato. Questo è il modo con cui si procede: Nel DSM, l’ADHD ha nove sintomi elencati. Se un bambino ne mostra sei qualsiasi della lista, l’opinione del medico (o dell’insegnante!) è che quel bambino può essere diagnosticato come affetto da ADHD. Tutto quì! La cosa buffa, se non avesse risvolti così drammatici, è che la maggior parte dei sintomi elencati non sono sintomi di un disturbo mentale, ma solo espressioni del comportamento della maggior parte dei bambini:
- Da seduto giocherella con le mani o con i piedi o non sta fermo o si dimena.
- Lascia il suo posto in classe o in altre situazioni dove dovrebbe restare seduto.
- Corre intorno e si arrampica di continuo, quando non è il caso di farlo
- Ha difficoltà a giocare o a intrattenersi tranquillamente in attività ricreative.
- E’ sempre “sotto pressione” o spesso si comporta come se fosse azionato da un motore.
- Non riesce a stare in silenzio: parla troppo.
- “Spara” le risposte prima che sia terminata la domanda.
- Ha difficoltà ad aspettare il suo turno.
- Interrompe o si intromette nelle comunicazioni di altri
Sembra la descrizione di qualcuno che non avete mai conosciuto? Qualcuno potrebbe chiedersi se c’è qualsiasi bambino che non manifesti sei di queste caratteristiche. Eppure questa è l’unica “verifica” “diagnostica” che esiste per determinare l’ADHD. Sei su nove. Nessuna prova di laboratorio, nessun esame del sangue, nessun esame fisico. Solo questi nove “sintomi”. E a differenza di qualsiasi altra malattia nella storia, la diagnosi può essere fatta da chiunque che sia autorizzato, anche senza alcuna credenziale medica o qualsiasi training di alcun genere: un’educatrice scolastica, un consulente scolastico, un insegnante, il direttore didattico, un allenatore.
Le diagnosi fatte con il DSM a mo’ di ricettario per qualsiasi malattia costituiscono una eccessiva oltre che ridicola semplificazione ed è la ragione principale per cui tanti psichiatri moderni sono così imbarazzati riguardo alla loro professione. Una diagnosi di qualsiasi malattia, specialmente un disturbo mentale, richiede verifiche, tempo, analisi complete e una ponderata valutazione vagliando molte possibilità ad una a una per esclusione, prima di arrivare alla diagnosi finale, che comunque può essere ancora soggetta a cambiamento. Le diagnosi con il DSM, che secondo molte fonti sarebbe la procedura standard nella professione psichiatrica, sono abborracciate ed estremamente superficiali in modo assurdo. Molti pazienti sono spesso classificati come affetti da ADHD dopo un’intervista di 15 minuti con un pediatra, che non è assolutamente preparato per diagnosticare disturbi mentali. Il DSM in realtà è un sostituto per la diagnosi.
Secondo il Dr. Peter Breggin, la psichiatria ha perso la sua identità come professione. La psichiatria ha venduto la maggior parte dei suoi valori tradizionali ed è ” dominata dagli interessi dell’industria farmaceutica multimiliardaria (in dollari), poiché la professione è diventa totalmente dipendente dalle case farmaceutiche per la sua sopravvivenza “. Nel frattempo, numerosi milioni di persone ” subiranno danni al cervello permanenti a causa di farmaci e elettroshock mentre la psichiatria smentisce che tutto ciò stia accadendo”. (Toxic Psychiatry p17.)
Mettere etichette
È il nuovo gioco, la nuova psichiatria. Un’etichetta è ciò che oggi gli psichiatri offrono al posto di una diagnosi. Prendiamoci un momento per capire la differenza. Quando un paziente con un disturbo mentale si presenta da un medico per la prima volta, ci sono letteralmente dozzine di possibili processi di malattie fisiche e organiche che potrebbero esserne la causa. Se il medico non scopre la malattia sottostante, perché è subclinica (allo stadio iniziale) o perché i normali esami clinici sono tralasciati a favore dell’approccio dei 15 minuti con il ricettario DSM, una volta fatta la diagnosi è dubbio che un altro medico si prenderà la briga di cercare un’altra causa. Perché andare in cerca di fastidi? Le etichette diagnostiche del DSM, come “depressione” o “disturbo delusionale della personalità dominante” rimangono a vita nella cartella clinica del paziente.
Queste etichette sono troppo frequentemente il risultato finale, per quanto riguarda il tentare di diagnosticare la causa dei problema mentali. La maggior parte dei medici esiteranno a sfidare la diagnosi di un collega, specialmente se richiede molto nuovo lavoro. Il risultato è che un paziente può essere etichettato “depresso” ma in verità è depresso a causa di uno o più delle cose seguenti:
- Infezione da rickettzia (un batterio)
- Ipoglicemia
- Tumore al cervello
- Infezione cerebrale
- Ipotiroidismo
- Avvelenamento tossico
- Anemia
- Denutrizione
- Parassiti
- Insufficienza vitaminica
- Disidratazione
Tanto per nominarne alcuni.
Una volta che la malattia è etichettata, vengono prescritti dei farmaci psicoattivi molto potenti che coprono la depressione. Nel frattempo la malattia sottostante può progredire incontrollata, spesso al punto da procurare al malcapitato anni di malattia. Questo non è affatto insolito perchè gli esami fisici standard non vengono fatti in modo ripetitivo dagli psichiatri di oggi. Secondo uno studio completo del Dr. Erwin Koranyi riportato in American Review of Medicine, le diagnosi sbagliate di malattie fisiche facilmente individuabili e etichettate come malattie mentali sono circa il 50%! Lo studio di Koryani su 2090 pazienti psichiatrici ha dimostrato che il 43% di loro aveva una malattia importante non diagnosticata. Il Dr. Koryani spiega che una volta che un paziente è etichettato come caso psichiatrico, eventuali lamentele fisiche vengono date per scontato come “psicosomatiche” e vengono ignorate in modo ripetitivo.
Il neurologo Sir Francis Walshe descrive gli ospedali psichiatrici come: “Musei viventi di malattie fisiche sconosciute. . . non diagnosticate.
Negli USA, a chi viene diagnosticato come depresso o affetto da ADHD, certi tipi di assicurazione sanitaria possono essere negate a vita. Chiunque prenda il Ritalin o farmaci psicotropi simili dopo l’età di 12 anni è rifiutato automaticamente dalle forze armate. (Breggin, p.27) Se la persona viene ferita da qualcuno, e si deve fare una causa per documentare le lesioni ricevute, l’etichetta di ADHD è uno strumento potente che viene spesso utilizzato contro il caso della persona, per minarne la credibilità e la realtà della ferita.