Genitori di bambini “iperattivi” diagnosticati come affetti da ADHD e “autistici” leggono i miei articoli a riguardo e poi mi chiedono soluzioni alternative alla somministrazione del metilfenidato, più comunemente conosciuto con il nome del prodotto farmaceutico Ritalin.
Come spesso faccio notare, nel mio sito c’è un disclaimer con cui informo che non posso curare o diagnosticare alcun disturbo o malattia.
Tuttavia, sul web ci sono molti siti di medici e specialisti di fama mondiale che sono pieni di informazioni preziose per risparmiare un terribile calvario ai bambini e alle loro famiglie.
La maggior parte tuttavia sono in inglese.
In Italia il problema è relativamente nuovo e fra i ministri della sanità che si sono succeduti ve ne sono stati alcuni che hanno favorito la prescrizione del Ritalin dimostrando di non essere interessati a soluzioni differenti dall’assuefare i bambini a una droga pericolosa.
Prova ne è il fatto che il metilfenidato, originariamente inserito nella classe degli stupefacenti assieme alla cocaina, era stato declassato in modo da facilitarne la prescrizione.
Ora è stato reinserito nella classe degli stupefacenti, silenziosamente, forse per non fornire le “giustificazioni” per cui era stato declassato. I media quando parlano di questi temi danno spazio a soluzioni farmacologiche e non danno la parola ai pochi specialisti italiani che potrebbero aiutare senza prescrivere sostanze stupefacenti.
Medicinenon.it è stato anche citato in interrogazioni parlamentari riguardo al fatto che gli antidepressivi suscitino o meno istinti omicidi e suicidi in chi li assume. Non so come sia andata a finire, ma almeno sappiamo che i nostri parlamentari sono al corrente di queste situazioni ed è auspicabile che un giorno il buonsenso prevalga sugli interessi di lobby delle case farmaceutiche.
I “sintomi” dell’ADHD sono raccolti in una lista di comportamenti che caratterizzano i bambini vivaci. Si dice che “hanno l’argento vivo” addosso. Quando li vediamo tranquilli e silenziosi ce ne preoccupiamo, perché sappiamo istintivamente che non è normale questa “tranquillità.”
Cominciamo a preoccuparci anche quando diventano troppo vivaci, causandoci fastidio e imbarazzo di fronte allo sguardo sdegnato degli eventuali presenti quando tali comportamenti vengono manifestati in pubblico.
Se li portiamo da uno psicologo o da uno psichiatra, è fatta. L’esame diagnostico:
Non è necessario che il bambino li manifesti tutti per sentirsi dire : “Suo figlio, ha l’ADHD”.
Quanti bambini normali si comportano così?
E’ chiaro che dando il metilfenidato a un bambino se ne starà tranquillo. Anche una persona dedita agli stupefacenti se ne sta tranquilla dopo che ha preso una dose della sua droga preferita.
Ma non è il genere di tranquillità che possiede una persona sana. I problemi, qualunque essi siano, sono soppressi, oltre a una tossicodipendenza, con tutte le complicazioni che da essa derivano.
Studiosi, medici, scienziati e specialisti seri, per quanto poco noti a causa del minimo o nessuno spazio ai quali viene riservato dai media, sono arrivati a conclusioni concordanti.
I sintomi, usati per diagnosticare una condizione che la psichiatria ha subito inserito nel manuale diagnostico delle malattie mentali per poi “curare” prescrivendo potenti psicofarmaci, secondo tali esperti (non “esperti” foraggiati dalle case farmaceutiche) possono in realtà essere causati da:
Metalli pesanti e sali, presenti nei vaccini e alimenti a lunga conservazione. Il motivo per cui vengono introdotti è solo per impedirne il naturale deterioramento, ma avvelenano il corpo, come ad esempio il mercurio, metallo pesante molto velenoso usato nei vaccini.
Quando pensiamo al mercurio ci viene in mente la colonnina del termometro, ma pochi sanno che viene usato in molte lavorazioni industriali e che poi va a finire nei mari e negli oceani, nonostante le misure prese da alcuni paesi, costantemente ignorate dai cosiddetti “paesi in via di sviluppo”, a cui il mondo occidentale delega le attività industriali più pericolose.
Nel mare ci sono i pesci, che assorbono il mercurio disperso, in particolare tonno, pesce spada, e merluzzo, ma anche il resto della fauna ittica non ne è esente.
Gli amalgami dentali contengono fino al 50% di mercurio, che viene lentamente assorbito e distribuito nel resto del corpo per mezzo della circolazione del sangue. Viene usato perché è più facile da usare degli amalgami che non contengono mercurio. Alcuni dentisti usano delle resine, ma accertatevi che non contengano altri metalli diversi dal mercurio comunque tossici.
I fungicidi usati per proteggere le sementi contengono mercurio.
Gli alghicidi per mantenere “pulite” le piscine contengono mercurio.
Possono contenere mercurio: farmaci per le emorroidi, diuretici, soluzioni per le lenti a contatto, colle, adesivi, ammorbidenti, candeggina, e altri prodotti.
Il feto può assorbire il mercurio nella percentuale del 5% da una madre intossicata dal mercurio.
“ADHD” e “Autismo” sono due classi di sintomi fra le molte che possono manifestarsi a causa degli avvelenamenti da mercurio.
Qui trovi una pagina esauriente:
Avvelenamento da mercurio
Poi, come se ciò non bastasse, ci sono gli altri metalli pesanti.
I sintomi oggetto di questo articolo possono essere causati anche da alimentazione scorretta, la cosiddetta alimentazione onnivora, che significa “mangia tutto” incluso il junk food, “cibo spazzatura” che trovi nei “ristoranti” delle note catene del fast food.
In tv vengono dati avvertimenti riguardo alle cosiddette merendine ma la pressione pubblicitaria di tali prodotti accompagnata dai giochini e sorprese fa una tale presa sulla mente vergine dei nostri bambini che i genitori anche volenterosi vengono messi a dura prova e molto spesso abdicano al loro diritto di insegnare le corrette abitudini alimentari a favore degli interessi delle multinazionali delle derrate alimentari.
Molto è già documentato in molti siti. Qui puoi trovare alcune informazioni, ma c’è molto altro e con un po’ di buona volontà li puoi trovare.
L’inquinamento farmacologico
Non dimenticare che se cerchi informazioni sugli effetti dannosi o collaterali di un prodotto, non troverai dati obbiettivi sul sito di chi lo produce.
I coloranti possono provocare avvelenamento che a sua volta contribuisce alla manifestazione dei sintomi di cui stiamo parlando.
In Italia si trovano dolci e bevande e caramelle in cui si fa uso di coloranti vietati in altri stati. Qualche esempio? E104 il cui uso è proibito in Australia, USA e Norvegia. L’E129 è vietato in Danimarca, Belgio, Francia, Germania, Svizzera, Svezia, Austria e Norvegia.
Poi c’è l’inquinamento ambientale, i materiali usati nell’edilizia, le vernici con solventi, ecc.
In poche parole la vita che conduciamo si allontana sempre più dalla Natura e queste sono alcune delle conseguenze. Rimediare per quanto ci è possibile aiuta. Far fare un esame da persone competenti per determinare se tali avvelenamenti sono presenti è necessario per sapere in che direzione dobbiamo agire. Ci sono test validi per determinare l’avvelenamento da metalli pesanti e quanto è rilevante tale avvelenamento.
Un altro motivo per cui un bambino può manifestare i sintomi dell’ADHD può dipendere dal modo in cui vive la sua relazione con i genitori. Sei solo un genitore o l’amico di tuo figlio?
Un bambino che non riesce a confidarsi con i genitori ha molti “segreti” che maschera con comportamenti strani per non farsi scoprire. Di solito non sono grandi segreti, magari ha preso la moneta dal tuo borsellino o cose del genere. Sarebbe disposto a confessarlo, ma se viene sgridato, punito o peggio picchiato sarà alquanto riluttante. Il modo corretto è quello di acquistare la sua fiducia spiegandogli che non verrà punito, ma che comunque dovrà rimediare in proporzione al danno fatto. Potrebbe essere anche lavare i piatti per una settimana, ma dovrai trattenerti dal dirgli con rabbia o risentimento che non lo doveva fare e che i bambini che fanno queste cose sono cattivi e cose di questo tipo. Lo sa già che non doveva farlo, ma se gli spieghi con calma che agendo in un modo o in un altro la sua vita può prendere direzioni diverse e che se si fa un danno e si rimedia le cose riprendono il verso giusto, senza toni pesanti e accusativi, ti rispetterà, non perché ti teme, ma perché ti ama.
Una volta ho parlato con un ragazzo che se ne andava in giro con le bombolette spray a fare graffiti sui muri appena imbiancati delle case. I carabinieri lo hanno preso, lo hanno portato in caserma e hanno avvisato i genitori. Ora non lo fa più. Ma non perché lo hanno preso i carabinieri.
Arrivati a casa, il padre ha parlato con lui, mantenendo un atteggiamento calmo e comprensivo, ascoltando i motivi e le ragioni di tale gesto, e sono arrivati a una conclusione, e cioè che non è corretto danneggiare la proprietà altrui anche se il graffito era bello, poteva non essere gradito al proprietario della casa e che il rispetto verso altri è una qualità da sviluppare e mantenere.
La fase successiva è stata quella di stabilire come rimediare al danno. Il padre ha parlato con il proprietario e ha proposto che il figlio riverniciasse i muri danneggiati, con la premessa che avrebbe poi potuto rivolgersi a dei professionisti se il risultato non lo avesse soddisfatto, cosa che è stata accettata di buon grado. I materiali, pagati dal padre, sono stati poi rimborsati per l’intera somma a rate dal figlio con detrazioni dalla paghetta settimanale.
E il ragazzo ha avuto tempo di pensare nella settimana di ammenda mentre ripitturava i muri.
Quel padre e quel figlio sono amici. E se dovesse combinare qualche guaio, chiederà aiuto al padre, perché la strada che unisce i loro cuori non è ostruita da ingombranti segreti, piccoli o grossi che siano.
Violazioni dei principi morali non dette implicano continue bugie per evitare che vengano scoperte e un bambino che non vuole parlarne perché si troverà di fronte un giudice e castigatore si terrà tutto dentro e manifesterà indesiderati comportamenti che sono inclusi nella famosa lista.
Il deficit d’attenzione implica anche la mancanza o la perdita d’interesse. Qualcuno può essere andato a una conferenza, magari attratto da un titolo promettente per poi trovarsi di fronte ad argomenti non di suo interesse o di difficile comprensione a causa dei termini astrusi usati dal colto ed erudito conferenziere, e magari si agitava sulla sedia per l’insofferenza con il desiderio di andarsene, represso magari per rispetto a una persona che aveva invitato, oppure è andato via veramente, o ha diretto la sua attenzione verso una bionda decisamente più interessante, o si è messo a parlare con il vicino disturbando gli astanti. Non sono questi sintomi d’ADHD?
Anche tu, adulto, potresti avere l’ADHD, almeno secondo questo test dell’Università degli Studi di Firenze:
Ci si potrebbe anche trovare di fronte a un bambino prodigio.
Tale bambino ha una sensibilità straordinaria, e più della media si accorge di ciò che gli succede intorno, delle ingiustizie, incomprensioni, sofferenze anche altrui, e reagisce ad esse in modo importante, tanto da ritirarsi in se stesso o divenire polemico, o addormentare la sua sensibilità per non soffrire troppo e la sua intelligenza per essere più simile agli altri.
I bambini superdotati sono spesso scambiati per iperattivi (quando si annoiano, non si sentono accettati, non sopportano la disciplina e si agitano) oppure con disturbi della personalità o della relazione (quando si isolano, sono aggressivi, o leaders negativi). Queste diagnosi errate sono gravissime, perché appioppano ai bambini una patente di anomalia comoda per neutralizzarli, ma terribile per il suo sviluppo.
Per permettere ad ogni bambino di crescere al meglio è sempre necessario rispettarne i tempi reali di sviluppo. In un insegnamento centrato sulla media, non sono rispettate le pari opportunità: alcuni bambini dovranno ripiegare le loro ali, altri tenteranno inutilmente di allargarle.
L’insegnamento soprattutto nelle classi elementari – dovrebbe essere altamente differenziato.
I bambini superdotati, con un livello di intelligenza assolutamente fuori dal comune, diversa da quella degli altri, sono il 5% della popolazione infantile. Un altro 5% è rappresentato dai molto dotati, che mostrano cioè un livello d’intelligenza molto alto, come una normalità estesa al massimo livello.
I bimbi particolarmente dotati sono quasi sempre precoci: date le condizioni indispensabili perché possano e desiderino conoscere ed evolversi, imparano più presto e velocemente degli altri qualunque cosa, associano ciò che apprendono in modo più complesso e articolato, sono più curiosi, e quindi a parte le abilità psicomotorie in cui sono a volte meno efficienti degli altri “producono” cose migliori di quelle dei bimbi coetanei.
E’ superficiale considerare che il bambino “superdotato” sia soprattutto uno che impara meglio e più velocemente le materie scolastiche.
Se anche siamo abituati a riferire a bambini più grandi ragionamenti e curiosità di un bimbo superdotato, dobbiamo ricordarci che la sua sensibilità e le sue necessità emotive-affettive sono quelle proprie della sua età, ancora più delicate di quelle degli altri bambini.
L’intelligenza estrema fa per lo più paura, perché evoca una superiorità.
L’adulto teme il bambino super-intelligente, perché pensa di perdere il controllo su di lui e non poter trattenere la furia di capacità superiori. Le società temono il superdotato per lo stesso motivo: non poterlo frenare, tenere nelle regole, prevedere. Si identifica il superdotato con l’extraterrestre pericoloso, più che col bambino bisognoso di comprensione e appoggio.
Per questi motivi, la tendenza sia individuale sia sociale è dequalificare il bambino superdotato oppure strumentalizzarlo, sempre con lo scopo di mantenerne il controllo. La dequalificazione si esprime soprattutto col non riconoscimento, la non considerazione, la presa in giro o l’attribuzione di un ombra patologica.
La strumentalizzazione si esprime nella fabbrica del bambino prodigio.
Un’altra ragione è la mancata comprensione di quanto viene insegnato a scuola. Questo avviene quando l’insegnante parla usando parole difficili o che il bambino non ha mai incontrato, non curandosi di spiegarne il significato. La sua attenzione si perde nella confusione creata da quanto non ha compreso e da lì in avanti il resto non ha più un senso.
Chiedere cosa non ha capito non sempre risolve l’incomprensione, occorre chiedere specificatamente quale parola non ha capito, e spiegare il significato con parole semplici, magari con l’aiuto di un dizionario altrettanto semplice. Verificare sempre che non ci siano altre parole che non sono state comprese.
Mio figlio Manuel, quando frequentava la prima elementare, sapeva già leggere e un giorno è tornato a casa con una nota sul diario, scritta dalla maestra. Pressapoco era così: “Si avvertono i genitori che il tal giorno le lezioni saranno sospese per lo sciopero sindacale in solidarietà al precariato a seguito del mancato accordo con il provveditorato inerente alle nuove norme contrattuali.” Manuel l’ha letta cercando di capirne il significato.
Non vi dico la fatica che ho dovuto fare per tirarlo fuori da lì!
Era una nota per i genitori, ma nei libri di testo, libri per bambini, fumetti, spesso ci sono parole che i bambini non conoscono e nessuno o pochi le spiegano. Il risultato è che un bambino possa apparire stupido, nervoso, irascibile e disattento. Quindi una particolare attenzione deve essere messa nell’uso delle parole, sia da parte dei genitori e soprattutto dagli insegnanti. E accertarsi che non ci siano parole di cui non si conosce il significato e soprattutto spiegarlo. E’ molto più importante di quanto sembri. Quelli che dicono che anche se non conoscono delle parole capiscono comunque dal contesto il significato, non lo capiscono, se lo immaginano, e alcune volte sono fortunati perché indovinano, altre invece no.
Spesso le persone discutono su cose diverse convinti di discutere sulla stessa cosa, avendo differenti significati per la stessa parola.
A titolo di curiosità, ho sempre pensato che agire con veemenza significasse agire in modo calmo e pacato, fino a quando, con mia grande sorpresa, mi sono imbattuto con la sua corretta definizione, che significa l’esatto contrario.
ADHD e Autismo, sono classificazioni di sintomi per medicalizzare ogni comportamento della vita senza fornire le vere cause, ma apportandone delle false come, ad esempio, le misure del cervello inferiori di un paio di millimetri rispetto a quelle considerate normali o i livelli di serotonina analizzando fette di cervello di topi in provetta.
Escludendo gravi traumi fisici, lesioni cerebrali o gravi menomazioni, molti bambini possono essere guariti trovando le cause che possono essere una o più fra quelle elencate:
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