Spesso sfogliando materiali sui vegetariani provenienti da diverse fonti mi è capitato di leggere che i vegetariani sono meno aggressivi di chi mangia carne. Vengono fatti paragoni fra la pecora mansueta e il leone predatore che azzanna alla gola la gazzella e si attribuisce la differenza di comportamento alla differente dieta.
Questo è osservabile e non può essere negato, anche se una pecora può darti un morso doloroso se cerchi di portare via direttamente i suoi piccoli senza usare gli artifici che conoscono i pastori, ma questo fa parte dell’istinto di conservazione che accomuna tutte le specie.
La maggiore o minore aggressività presente nei vari esseri umani dipende prima di tutto dalla consapevolezza dell’individuo, dalle intenzioni che motivano la sua esistenza, e da come si relaziona rispetto agli altri esseri umani.
A livelli di consapevolezza più elevati, relativamente a questo mondo materiale, l’uomo sa di essere uno spirito individuale immateriale che usa un corpo per comunicare con altri esseri a lui simili, sempre tramite un corpo, usando i cinque sensi, se si esclude uno sporadico e spesso inaspettato uso di comunicazione diretta da spirito a spirito, come avviene in fenomeni genericamente classificati come telepatia.
Sa inoltre che le relazioni di amico, moglie, marito, figli, genitori appartengono solo al periodo di tempo della corrente vita terrena, e che quella che ora è sua moglie poteva esserlo stato anche in una vita passata, ma avrebbe potuto essere anche un figlio come pure un perfetto sconosciuto. Conoscendo questo sa che l’idea del possesso di un compagno di questa vita, sia esso un figlio, una moglie o un marito, non ha alcun senso e non esiste motivo di imporre il proprio volere su come altri vogliono condurre la propria vita, premesso che la responsabilità di insegnare i sani principi sia stata assunta.
Va aggiunto che ogni essere è diverso e può pensarla diversamente da noi. Non accettare questa diversità, seguita dal voler imporre le proprie opinioni e dal non permettere che l’altro ne abbia di differenti o opposte, giuste o sbagliate che siano, fa sì che manifestiamo aggressività nelle diverse forme come stizza, inimicizia, risentimento, ecc.
Assumendo questo atteggiamento consapevole non esistono motivi di rivalsa nei confronti di chi si comporta in modo diverso da come vorremmo, e l’aggressività non si manifesta in questo contesto o sarà maggiormente controllabile.
Dico controllabile e non eliminata perché l’aggressività che a volte invade il nostro campo emotivo ha origini molto profonde che risiedono in qualche punto del corso del tempo della nostra eternità, e non possono essere rimosse senza il lavoro su se stessi con una valida pratica spirituale.
Al di sotto di questa consapevolezza l’uomo ritiene che sia legittimo reagire con aggressività, con maggiore o minore intensità, ritenendo altri responsabili di averla provocata con le loro azioni.
Allora il pensiero espresso o inespresso diventa: ”Mi hai fatto arrabbiare” invece di: ”Mi sono arrabbiato”, per fare un esempio.
Questo può succedere sia al vegetariano che al mangiatore di carne.
Tuttavia questa aggressività che potremmo definire bagaglio di esperienze passate che risalgono a tempo immemorabile non limitato a questa vita, può essere stimolata ed accentuata dal consumo di carne.
Per spiegarne la ragione occorre fare una premessa importante.
Le cellule del corpo umano, come pure quelle di ogni animale, sono ognuna un essere vivente distinto, dotato di vita propria che convive con le altre dell’intero corpo svolgendo specifiche funzioni che sommate permettono all’intero corpo di sopravvivere, bene o male a seconda che tali funzioni siano svolte in modo appropriato oppure no.
La cellula è una forma molto semplice di organismo, chiamato appunto organismo unicellulare, che nasce, si nutre, ha prodotti di scarto e rifiuti, è soggetta a intossicazione ed è in grado di disintossicarsi, se l’avvelenamento non è eccessivo, e muore o continua a vivere.
Quando parliamo della morte fisica di un corpo, stiamo usando una frase convenzionale, in pratica stiamo parlando della morte progressiva di ogni singola cellula che lo compone.
Ogni cellula è dotata di un campo magnetico, rilevabile anche con strumenti intorno ad ogni organismo. Quando esaminiamo il campo magnetico di un organismo complesso, costituito da più cellule, in realtà stiamo rilevando la somma dei campi magnetici di tutte le cellule che compongono tale organismo.
Le cellule comunicano l’una con l’altra tramite il proprio campo magnetico e inviano e ricevono tramite esso le informazioni necessarie a svolgere specifiche funzioni.
Tale campo magnetico può essere considerato la memoria della singola cellula, seppure molto rudimentale. La differenza tra la memoria di una cellula e quella di un’altra è determinata dai differenti elementi chimici presenti nel nucleo. Gli elettroni di tali elementi chimici ruotando, ovvero vibrando, determinano cambiamenti nel campo magnetico fondamentale della cellula, e di conseguenza del comportamento o funzione della cellula stessa.
Introducendo elementi chimici organici o inorganici, ognuno dotato della sua unica e particolare frequenza di vibrazione (ogni cosa vibra, oscilla, con una sua particolare frequenza in questo universo materiale) possiamo modificare il comportamento di una cellula.
Le emozioni umane hanno delle particolari frequenze, avendo gli strumenti adatti potrebbero essere misurate. La gioia ha una sua particolare frequenza, come pure il risentimento, la collera, la paura. Le più elevate, considerate tali da un punto di vista filosofico o spirituale, hanno una frequenza fisica elevata, quelle considerate basse, hanno una frequenza fisica inferiore. L’emozione della vita, nella sua massima espressione, potrebbe essere considerata la “gioia di vivere” che deriva dalla realizzazione spirituale, al contrario della morte che di vibrazioni non ne ha, se non quella dei singoli elementi inorganici dei residui del corpo morto.
Queste vibrazioni vengono trasmesse per mezzo del campo magnetico del corpo umano come per mezzo di quello della singola cellula.
Se hai una certa sensibilità, ed entri in una stanza dove è appena avvenuto un litigio, avvertirai la sgradevole sensazione con cui l’ambiente è stato permeato.
Se ti metti vicino a una persona felice e gioiosa, ne sarai in qualche modo influenzato.
Quando ci sono molte persone in una determinata area che provano la stessa emozione avviene un contagio emotivo e l’emozione si moltiplica in maniera logaritmica, come ad esempio avrai potuto osservare quando l’Italia ha vinto i mondiali di calcio.
La sua durata in questo caso, dipende dalla durata dell’evento, poi ognuno ritorna a vibrare alla sua frequenza prevalente.
Le vibrazioni hanno delle armoniche. Questo lo puoi osservare girando la manopola della sintonia di una radio priva di filtri. Oltre alla frequenza fondamentale in cui l’emittente trasmette, sentirai con minore intensità la stessa trasmissione alle frequenze che sono multipli o sottomultipli della frequenza fondamentale.
Il terrore, la paura e il risentimento hanno ognuno una particolare frequenza, ognuna delle quali è un’armonica della collera.
L’essere spirituale genera le sue emozioni con il pensiero. Un pensiero di odio genera la relativa vibrazione con la specifica frequenza nel suo campo magnetico. Se sta discutendo con un’altra persona anche il campo magnetico dell’altro verrà influenzato e la spiacevole sensazione che ne deriva verrà percepita e la stessa emozione di odio si manifesterà. Se non è in grado di controllare il suo stato d’animo le due persone litigheranno.
L’essere spirituale e il corpo, tramite il campo magnetico si influenzano a vicenda. Lo stesso avviene da persona a persona. In che misura dipende dalla consapevolezza del singolo individuo.
Le cellule allo stesso modo si influenzano a vicenda, per quanto qui non possiamo parlare di livelli di consapevolezza, essendo la cellula un organismo di precise funzioni fisiologiche non dotato di auto-determinismo come l’uomo, ma motivato da meri processi naturali.
Dopo aver fatto questa lunga premessa, arriviamo finalmente al consumo della carne.
Quando un animale viene trascinato al macello, intuisce che sta per essere ammazzato e come tutti gli esseri senzienti proverà il terrore come chiunque posto di fronte a una morte violenta e prematura. Le sue ghiandole inizieranno a produrre adrenalina, una sostanza che viene secreta per indurre l’animale a difendersi tenacemente, se è in grado di farlo, o a scappare per sfuggire a serio pericolo o alla morte.
L’adrenalina altera le funzioni normali della cellule e il loro campo magnetico inizia ad oscillare a frequenze tipiche che vanno dalla paura al risentimento, all’odio per chi lo sta uccidendo, all’intenso terrore. Dopo la macellazione le cellule dell’animale rimangono impregnate di adrenalina, e da tutte le sostanze usate per allevarlo come gli antibiotici, i vaccini, gli ormoni ed altri farmaci.
Una volta introdotte nel proprio organismo le cellule di quell’animale, le sostanze che contengono, in particolare l’adrenalina, faranno vibrare le cellule di chi le ha mangiate alla frequenza delle stesse emozioni provate dall’animale durante la sua uccisione.
L’aggressività latente del mangiatore di carne viene facilmente risvegliata in circostanze che potrebbero altrimenti essere risolte con toni pacati, tolleranza e benevolenza.
Questo non significa che un vegetariano sarà per forza meno aggressivo di un carnivoro, dipendendo questo dalla sua condizione personale in quanto essere, ma non avrà “aggressività aggiunta” proveniente dal consumo di carne.
Un onnivoro che rinunciasse alla carne, vedrà la sua aggressività ridursi gradualmente, o per lo meno le manifestazioni saranno meno frequenti.
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