Metto a disposizione varie fonti utili per rispondere alla domanda posta nel titolo
Paolo ha scritto:
Salve, mia figlia 5 anni ha due carie sui primi molari decidui (arcata inferiore destra e sinistra uno per parte). Il dentista, dopo aver provato a curarne uno e con l’otturazione saltata via dopo un mese, viste le lastre opta per l’estrazione dei due denti e l’inserimento di un distanziatore. Non è una soluzione drastica? Anche una carie profonda conviene curarla o invece conviene levare il dente?
R: La cura dei denti decidui con carie profonda e compromissione della polpa delle radici, risulta complessa, a volte non soddisfa le nostre aspettative, provocando ripetute forme ascessuali. Effettivamente il consiglio del suo odontoiatra può sembrare drastico, ma è anche la soluzione definitiva, che evita eventuali forme ascessuali.
Dott. D. Ruffoni
Mozzo (BG)
Consulente di Dentisti Italia
Le devitalizzazioni dei denti decidui non sono predicibili come quelle dei definitivi, questo perché l’apparato radicolare si riassorbe gradualmente con l’eruzione del definitivo e non si può quindi ottenere un sigillo del sistema canalare.
Dott. P. Fulgenzi
Pescara (PE)
Eccoci qua, quattro di voi già mi hanno contattato su questo argomento, se permettete faccio rispondere il mio amico Cupioli, che in verità stava rispondendo a tutt’altra domanda:
Vale la pena aggiungere qualche caso clinico della letteratura, per capire perché un tentativo terapeutico alternativo può essere auspicabile. Questi casi però si riferiscono a cure canalari classiche (non quelle con idrossido di calcio): Balcheva M., Abadjiev M. (2009) “Alopecia areata causata da un focus dentale”. Journal of IMAB, II, pp.72-74
Balcheva M. et al., 2009 ha scritto: |
Un bambino di 4 anni e mezzo. Cinque mesi prima aveva avuto un brutto incidente che gli aveva lasciato un piccolo gonfiore sull’incisivo frontale sinistro, Non erano presenti dolori nella zona, ma la madre aveva notrato tre mesi dopo l’urto del dente un’area di alopecia sulla sua testa. Il dermatologo, dopo avergli diagnosticato alopecia areata suggerì che fosse di origine dentale [NdT.: il 20 % dei casi di alopecia sono di origine dentale secondo Anaes (1997), Assouly (2002), Cohen (1984). La maggior parte insorgono con la spunta dei denti del giudizio impattati.] |
Poi, tratto da : (23) Koubi D., Communication faite au Congrès International d’odontologie, Athènes 1976.
Dr. Davo Koubi ha scritto: |
|
tratto da “O la bocca o la vita” di Davo Koubi, Grancher Ed. 1991
Dr. Davo Koubi ha scritto: |
La stessa cosa avviene con la sorella, Laurence. Aveva due denti devitalizzati da circa tre anni. A 15 anni la ragazza soffriva di amenorrea (assenza di mestruo). Accusa una infiammazione del condotto uditivo, ha episodi di angine, nausea, angoscia e insonnia. Troppo spesso il rallentamento della crescita» è attribuito a qualche fattore del campo alimentare. Ma con la bonifica dei focus dentari ci si rende conto che i sintomi spariscono anche solo con questo e che l’alimentazione di prima non provoca più disturbi e sintomi gastrointestinali. Si parla di effetto squilibrante dei focus e delle infezione dentali croniche sulle ghiandole ormonali. |
Infine, proprio ieri, leggendo le risposte dei dentisti online mi sono segnato questa qui:
“Alle risposte dei Colleghi aggiungo soltanto l’importanza che una corretta salute dei denti ha verso il resto dell’organismo. Sono note, anche ai pediatri, le correlazioni tra foci dentali e patologie anche gravi a carico del cuore, del fegato o dei reni (endocarditi batteriche, glomerulonefriti). Ora questo non vuol dire che ogni bambino con i denti infetti avrà una di queste malattie, ma io non attraverserei mai una strada trafficata senza guardare, confidando nel fatto che gli automobilisti frenino in tempo. Cordialmente.
Dott. G. Scandale
Roseto degli abruzzi (TE)
Cupioli ha scritto: |
Se rimuovendo la carie, ci si trova “vicini” al nervo, in chiara assenza di sintomi di flogosi pulpare (tipo dolore notturno) |
Passiamo ora a parlare di incappucciamento DIRETTO. Per l’adulto la percentuale di successo dipende da vari fattori, ma spesso non supera il 65%.
Il punto interrogativo forte (e quindi la possibilità d’insuccesso) è:
“Riuscirà il nervo a non soccombere ad un inizio di carie solo con le sue forze?”
Altre situazioni in cui il nervo è stato esposto per motivi diversi dalla carie sono una minoranza.
Un dentista “normale”, anche davanti alle situazioni più semplici, preferisce decisamente devitalizzare un dente con l’esposizione pulpare piuttosto che fare qualsiasi genere di tentativo di salvataggio.
E questo si sposa meravigliosamente con il paziente “normale” che, ignaro dei problemi dei denti devitali, generalmente non vuole sentire male e non vuole avere “situazioni in bilico” in bocca, che magari si risvegliano al momento meno opportuno… quando uno è in vacanza all’estero.
Cupioli ha scritto: |
L’ INCAPPUCCIAMENTO DIRETTO è invece una tecnica dove si usa una fresa sterile, si opera sulla polpa togliendo una piccola parte infiammata |
Dell’incappucciamento DIRETTO ha parlato Cvek nel 1999. La polpa dei denti di bambini, dice Cvek, ha straordinarie capacità di riprendersi che i dentisti finora hanno sottovalutato e hanno evitato di usare! Quindi Cvek invita ad un cambiamento di PARADIGMA: meno cure radicali nei denti da latte! E anche i denti definitivi appena usciti mantengono nei primi anni una grande capacità di ripresa.
Cvek ha formulato questa sua tecnica studiando 60 incisivi permanenti, con ferite da trauma, in adolescenti.
La tecnica molto interessante assicura quasi il 100% di successo a 2 anni di distanza (Preserve Pulps with the Cvek Pulpotomy).
In realtà questa percentuale alta è dovuta al fatto che fossero casi selezionati, e comunque a 2 anni, non ad 8 anni. Quindi potrebbe avere senso per un bimbo in attesa del cambio di dente ma non per un adulto.
Se si iniziano inoltre a considerare casi in cui la carie era la causa del danneggiamento del nervo la percentuale scende al 61% (Auschill 2003)
A QUESTO PROPOSITO giustamente DEVO SOTTOLINEARE LE ESPERIENZE DI un dottore CHE HA FATTO QUESTI TENTATIVI DI SALVATAGGIO (del dente nello status “vitale”): “BISOGNA sottolineare il tipo di rapporto tra medico e paziente che dovrebbe sempre esistere quando si prova a salvare un dente!”
Si parla in questo post di IDROSSIDO di CALCIO, sia per gli incappucciamenti indiretti, sia per gli incappucciamenti diretti,
sia per le situazioni di asportazione della polpa nella parte camerale, sia per le devitalizzazioni.
La logica è sempre quella di avere della calce come potente antibatterico alcalino ed indurre una necrosi asettica che poi viene convertita per sclerotizzazione in tessuto dentinale cicatriziale.
Gli altri materiali per devitalizzazione che non siano l’idrossido di calcio contengono formaldeide.
Il Dr. Schnitzer più in la’ farà presente l’opportunità di usare Proxipulpine invece dell’idrossido di calcio negli incappucciamenti indiretti (però in Italia non è ancora arrivato, finora “Proxipulpine” è rimasto confinato al mercato tedesco: Das neue Überkappungskonzept Proxipulpine
Vediamo qualche altra situazione. A volte non conoscendo l’argomento e le possibili procedure, uno non sa nemmeno cosa dire quando sta ponendo una domanda….
Elena ha scritto: |
Buonasera mia figlia 7anni e mezzo ha una carie abbastanza profonda che è stata curata circa 20 giorni fa. Nel fine settimana è iniziato il mal di denti – tachipirina-, lunedì ho chiamato il dentista, la visita me la fissa per giovedì mattina. Ho contattato un altro studio e portato la bimba lunedì pomeriggio. Il dente è stato riaperto, pulito i canali e messa medicazione. Mercoledì ritornano fitte il dentista giovedì dice che è la medicazione che agisce. Cosa posso fare? è il caso di devitalizzare il dente o lasciare la medicazione e aspettare che migliori? Grazie |
R. : Lei però non ci dice se è un dente da latte o è il permanente. Se è il deciduo, a sette anni e mezzo potrebbero esserci già dei fenomeni di riassorbimento radicolare, tali da rendere molto difficile o impossibile la terapia canalare e quindi il recupero del dente. Quindi se le cose stanno come immagino io (una rx lo potrebbe dire subito), estrazione e mantenitore di spazio (legga c’è un articolo su questo nel sito, scritto da me). Se il dente è permanente invece ovviamente la strada è quella del recupero ad ogni costo. Ma anche qui, vista l’età, ci possono essere delle difficoltà tecniche come forse ancora l’immaturità dell’apice etc. In ogni caso da quanto descritto mi sembra proprio che sia il caso di dare antibiotici perché sembra che ci sia una infezione in corso. Solo questo forse ora può togliere il dolore.
Dott. P. Passaretti
Civitanova marche alta (MC)
R. : Gentile sig.ra Elena, c’è un p0′ di confusione nella descrizione del caso. Si faccia spiegare chiaramente se è stato eseguito un incappucciamento indiretto (in parole povere, tolta la dentina cariata, è stata applicata una medicazione sul fondo della cavità preparata per proteggere la polpa) oppure se la polpa della camera (quindi il nervo nella parte alta) è stata già asportata.
Dott. A. Balocco
Novara (NO)
Infine ho tradotto un testo di un dentista americano, del Blog the “Mommy dentist”:
Questo ci fa capire come l’atteggiamento del genitore (in questo caso narrato), o meglio il suo essere completamente a digiuno su questo argomento, può mettere in difficoltà il dentista.
MommyDentist ha scritto: |
Vi racconto la mia ultima avventura della settimana scorsa. Mi chiamano perché inizi il mio turno un’ora prima per via di un’emergenza. “Si tratta di un compagno di scuola di mia figlia”, mi dice la dentista che dirige il centro dove lavoro. “Ha dei dolori terribili, hanno chiesto di me, ma io non ho tempo. Puoi darci un’occhiata tu e vedere cosa si può fare?” La madre risponde: “Fate si che che i dolori smettano e magari che non dovrà tornare qui di nuovo!” La madre: “Ma se invece lo estraiamo come dice lui… mi sembra di aver sentito che ci saranno problemi con lo spostamento laterale di altri denti, non è vero? L’altro mio figlio ha un mantenitore di spazio.” (nota del traduttore:) Bisogna ricordarsi che entro i 7 anni di età già compaiono 12 denti definitivi, ovvero i 4 incisivi frontali sopra, i 4 frontali sotto e i 4 primi molari. Devono ancora cadere i 4 canini da latte e i 4 secondi molari da latte. Il dente in questione era un primo molare, quindi sarebbe comparso nel giro di pochi mesi. (fine nota del traduttore.) Ma la boss mi chiama in disparte e mi dice: “Bene, prosegui e fai una pulpetomia (*asportazione della polpa non dalle radici ma dalla camera polpare, quindi solo nella parte superiore del dente, in America usano addirittura il formocresolo, qui in Italia pasta iodica o idrossido di calcio).” Io: Maledico il momento in cui la mia boss è entrata nella stanza, con l’idea di parlare a vanvera solo per fare la sua bella presenza, senza capire veramente la situazione. Ora la mamma preme perché io mantenga il dente.. e ovviamente vogliono lasciare le radici infette accontentandosi di una improbabilissma pulpetomia camerale. Io: “Io credo proprio che il dente debba essere estratto perché è necrotico e non reggerà a nessun trattamento. Dunque oggi tampono quello che posso e do’ gli antibiotici, così tra pochi giorni il dente potrà essere estratto.” La boss: “Si, ma ha fortissimi dolori e io ho detto alla madre che gli avremmo dato una soluzione definitiva oggi, e ora lei ha deciso che vuole salvare il dente.” Mandarla a quel paese oppure dirle che le lascio il paziente e in bocca al lupo? Sono un po’ indeciso: lei ha fatto l’infermierina buona e sapiente che ha contraddetto la mia diagnosi e ora devo pure essere io a seguire le direttive sbagliate!? Torno dal mio piccolo paziente. Faccio l’anestesia, apro la camera polpare, ne esce ora una impressionante puzza di marcio. Solo una delle radici non risulta coinvolta, la svuoto dalla polpa come le altre… tutto questo su un bimbo che ne ha abbastanza e non cooperativo. Tutto questo, sapendo anche che è tutto inutile. |
Rieccomi! E’ chiaro che il mio tentativo, tutte queste traduzioni in un campo non mio, si devono intendere solo come un primo mattone messo là, così altri potranno costruirci sopra qualcosa di sensato se anche loro e i loro dentisti ci mettono altri mattoni.
Mi viene in mente che esiste una tecnica che si differenzia in svariati aspetti sia dall’incappucciamento diretto che dall’incappucciamento indiretto descritti da Cupioli, che ha lo scopo di valutare se il tentativo di salvare il dente dalla cura canalare quando e’ stata già intaccata un po’ la polpa. AVRÀ SUCCESSO oppure NO.
La tecnica. che riguarda pazienti giovani, quindi con maggiore vitalità del nervo, viene descritta da un dentista tedesco, il Dr. Johann Schnitzer, ecco la mia traduzione in italiano.
Bisogna fare un distinguo tra un dente di un adulto che dopo tre anni dalla sua eruzione non ha più attività di cellule staminali e il nervo del dente deciduo di un bambino, in cui esiste un’intensa attività di cellule staminali nel nervo, nella polpa.
ALCUNI SCIENZIATI HANNO ESTRATTO cellule staminali di denti del giudizio appena spuntati e le hanno usate per ripristinare altri denti, cariati nel nervo, insieme ad idrossido di calcio (Chuang 2006 issue of the Journal of Endodontics).
Johann Georg Schnitzer ha scritto: |
Nell’ambito delle competenze odontoiatriche, c’è un oggetto dimenticato che è l’abilità di individuare i denti curati per carie profonde che avranno la capacità di rimanere vivi e quindi non devono essere devitalizzati. Se in questo piccolo taglio effettuato da noi nel nervo si vedono capillari sanguigni tagliati dai quali fuoriesce un sottile filo di sangue, ci sono discrete prospettive che questo dente possa riprendersi da solo e quindi rimanere vitale da solo. Come fare per avere la visibilità per capire se ci sono capillari sanguigni vitali? Innanzitutto abbiamo descritto il taglio perpendicolare che è necessario e il tipo di fresa, poi ovviamente serve un microscopio o altro ingrandimento. A questo punto pochi istanti ci separano dall’acquisire la certezza assoluta che il nervo è saldo e quel dente può essere salvato! Nel caso in cui abbiamo avuto garanzie che il dente può essere lasciato vivo, non appena il sanguinamento si ferma del tutto possiamo lasciare sulla superficie polpare un sottile spessore di mistura di calcio e caseinato. L’incappucciamento di un dente in cui parte della polpa è scoperta viene iniziato non appena il sanguinamento si ferma del tutto. Eventuali sanguinamenti superficiali originati dalla polpa una volta installato il cappuccio, porterebbero ad un aumento di pressione interna che causerebbe poi uno strangolamento della fornitura di sangue. Perciò, per la buona riuscita degli incappucciamenti in questi denti è necessario, anzi fondamentale, che ci assicuriamo il sanguinamento del punto di taglio che abbiamo visto prima, e qualunque altro presente su polpa vitale ma scoperta, cessi e che non inizi nessun nuovo sanguinamento. Se rispettiamo queste condizioni, allora il successo a lungo termine dell’incappucciamento della polpa scoperta assicurato. Questa procedura ha una tale efficacia che dopo la scomparsa dell’anestesia questi denti non danno assolutamente dolori la maggior parte dei casi nemmeno una volta sola. L’idrossido di calcio però è fortemente alcalino, può cauterizzare la polpa e le può causare danni irreparabili, tanto da poter costituire un motivo di morte del nervo dentale. Molti dentisti biologici oggi usano come materiale allora la Proxipulpine, un materiale abbastanza compatibile con la polpa che non contiene cortisone o antibiotici. |
Abbiamo aperto per il genitore e il dentista una finestra sulla possibilità di valutare procedure alternative.
Abbiamo sottolineato il cambio di PARADIGMA, questi denti sono molto più resistenti a livello di rigenerazione della polpa, rispetto a quelli dell’adulto.
Insomma- in caso di carie profonda- molti ricercatori dicono che ci sono alternative alla cura canalare per i denti di giovani pazienti.
Ovviamente tutte queste considerazioni (incappucciamento diretto, incappucciamento indiretto, Cvek, tecnica di Snitzer) non valgono se c’è già stata un’infezione apicale rilevabile mediante una mini-radiografia.
In quel caso si può escludere con certezza la cura canalare (devitalizzazione) se:
- c’è stata un’infezione ripetuta (questo stimola l’inizio dell’assorbimento radicolare).
- l’accanimento terapeutico non ha senso se il bambino ha 9 anni e di li’ a massimo un paio di anni compariranno i primi molari, oppure si tratta di incisivi e il bambino ha 5-6 anni (quindi si tratta di aspettare una decina di mesi.)
Sara ha scritto: |
Buongiorno, mio figlio di 5 anni e mezzo, giocando, ha subito un forte trauma sul labbro superiore.. Dopo 10 gg un incisivo si è ingrigito, la dentista ha effettuato una radiografia, constatando che le radici non sono state lesionate, e ci ha consigliato la pulpotomia. Chiedo se sia necessaria. |
Trattare in qualche modo un dente da latte incisivo a 5 anni e mezzo, a poche settimane (!) dalla permuta, è una vera stupidaggine. Questi dentini, traumatizzati, sono in procinto di essere sostituiti dai nuovi. Qualunque trattamento può causare danni ai permanenti allo smalto o deviazione del percorso di eruzione.
Dott. P. Passaretti
Civitanova marche alta (MC)
Consulente di Dentisti Italia
Sig. Sara, è vero l’eruzione dei permanenti non tarderà molto, per cui concordo con la competente risposta del dott. Passaretti. I trattamenti endodontici dei denti decidui potrebbero dare complicanze maggiori, rispetto a una perdita leggermente anticipata, eventualmente curabile in futuro con ortodonzia.
Dott. D. Ruffoni
Mozzo (BG)
Consulente di Dentisti Italia
Vorrei serenamente affermare che in caso di ascesso di un dente da latte io preferibilmente lo estraggo (valutando l’età ) mettendo poi un mantenitore di spazio. In questo modo non traumatizzo eccessivamente il piccolo paziente e gli evito inutili sofferenze. Questo comportamento è comunque dettato dal buon senso e dipende sempre dall’epoca presunta di eruzione dei denti permanenti sottostanti.
Dott. L. Amelio
Catanzaro (CZ)
Collaboratore di Dentisti Italia
Scrive appunto di nuovo Passaretti:
“Secondo la mia opinione un dente da latte ha valore in funzione dell’età, cioè di quando poi arriverà quello nuovo permanente. Se un premolaretto da latte è rovinato quando il bimbo ha ad esempio 4 anni, significa che ha ancora un grande valore perché manca tanto tempo alla permuta che avverrà quando avrà circa 10 anni. Invece non desidero accanirmi a curare questi denti ad un bimbo di nove, perché ben presto arriverà il permanente. A dieci anni, con tolleranza media di più o meno un anno. Per sapere quando davvero cadrà, lo si può capire da tanti fattori indiretti, cioè valutando lo stato di sviluppo generale della bocca di quel bambino, o da una radiografia. Ma con un po’ di esperienza si può intuire se il nuovo arriverà puntuale o no, spesso anche senza la rx. Quindi curare o no?? Dipende appunto da questi fattori, ed anche dall’esigenza di non danneggiare indirettamente con le manovre di cura il dente che sta sotto permanente. Infatti la devitalizzazione diventa molto poco sicura se sotto le radici del deciduo sono ormai in fase di riassorbimento.”
Ora che con queste notizie sappiamo finalmente come il dentista si sta destreggiando, vorrei serenamente aggiungere che esistono casi in cui:
- il dente e’ infetto del bimbo apicalmente.
- la comparsa del dente definitivo si prevede a distanza di 4-6 anni.
Ci siamo attrezzati con un’alimentazione intelligente del bimbo (ma forse non per tempo, o non dipendeva tutto da quello? Vi siete attrezzati con il magnesio?).
Abbiamo fatto i vari tentativi di mantenere il dente vitale per certe carie profonde in cui serviva molta buona volontà da parte del dentista e del genitore.
Ma accanirsi in un senso o nell’altro non era l’obiettivo di questo POST.
Al peggio sappiamo che il meno peggio era una devitalizzazione con idrossido di calcio.
Nel caso di compromissione della camera polpare di un dente da latte per trauma, nei casi in cui manca troppo tempo alla comparsa del dente definitivo (e quindi uno non e’ sereno nell’estrarre il dente), Cvek ha dimostrato che la sua tecnica di rimuovere solo i primi due millimetri della polpa affetta ha, PER I BIMBI, una buonissima prognosi.
I tessuti di polpa esposta a trauma , nei bambini, hanno un discreto potere di resistenza alla diffusione dell’infiammazione. Il dente riuscirà a contenere l’infiammazione alla più piccola area possibile e il dentista non dovrà far altro che toglierla e applicare la procedura che segue.
[PERO’ LA SITUAZIONE È MENO LIMPIDA QUANDO SI TRATTA magari DI nervo esposto a CARIE.]
I vantaggi di questa tecnica (quando FUNZIONA) sono: (1) si può effettuare anche se il trauma alla polpa è stato esteso e risale a molti giorni prima. (2.) La vitalità del dente, della polpa, è mantenuta. (3.) Il monitoraggio di eventuali problemi coincide col test molto semplice sulla vitalità del dente. (4.) Si riducono sia i tempi di esecuzione del ripristino del dente, sia i costi per il paziente.
Miomir Cvek ha scritto: |
La Tecnica di Cvek:
Nota: Ehrmann ha modificato la tecnica di Cvek utilizzando al punto 4 direttamente Dycal al posto del morbido idrossido di calcio. Toglie due millimetri di polpa, aspetta che il sanguinamento si fermi, mette il riempimento duro Dycal, incide con l’acido, e ripara il dente. Dopo 40 anni di pratica, Ehrmann non ha visto alcun caso di calcificazione distrofica associata alla pulpotomia di Cvek, ed è convinto che l’incappucciamento della polpa non sia adeguato per esposizioni traumatiche o da carie. |
Vale la pena aggiungere qualche caso clinico della letteratura, per capire perché un tentativo terapeutico alternativo può essere auspicabile. Questi casi però si riferiscono a cure canalari classiche (non quelle con idrossido di calcio): Balcheva M., Abadjiev M. (2009) “Alopecia areata causata da un focus dentale”. Journal of IMAB, II, pp.72-74
Balcheva M. et al., 2009 ha scritto: |
Un bambino di 4 anni e mezzo. Cinque mesi prima aveva avuto un brutto incidente che gli aveva lasciato un piccolo gonfiore sull’incisivo frontale sinistro, Non erano presenti dolori nella zona, ma la madre aveva notato tre mesi dopo l’urto del dente un’area di alopecia sulla sua testa. Il dermatologo, dopo avergli diagnosticato alopecia areata suggerì che fosse di origine dentale [NdT.: il 20 % dei casi di alopecia sono di origine dentale secondo Anaes (1997), Assouly (2002), Cohen (1984). La maggior parte insorgono con la spunta dei denti del giudizio impattati.] |
Poi, tratto da : (23) Koubi D., Communication faite au Congrès International d’odontologie, Athènes 1976.
Dr. Davo Koubi ha scritto: |
|
tratto da “O la bocca o la vita” di Davo Koubi, Grancher Ed. 1991
Dr. Davo Koubi ha scritto: |
La stessa cosa avviene con la sorella, Laurence. Aveva due denti devitalizzati da circa tre anni. A 15 anni la ragazza soffriva di amenorrea (assenza di mestruo). Accusa una infiammazione del condotto uditivo, ha episodi di angine, nausea, angoscia e insonnia. Troppo spesso il rallentamento della crescita» è attribuito a qualche fattore del campo alimentare. Ma con la bonifica dei focus dentari ci si rende conto che i sintomi spariscono anche solo con questo e che l’alimentazione di prima non provoca più disturbi e sintomi gastrointestinali. Si parla di effetto squilibrante dei focus e delle infezione dentali croniche sulle ghiandole ormonali. |
Infine, proprio ieri, leggendo le risposte dei dentisti online mi sono segnato questa qui:
“Alle risposte dei Colleghi aggiungo soltanto l’importanza che una corretta salute dei denti ha verso il resto dell’organismo. Sono note, anche ai pediatri, le correlazioni tra foci dentali e patologie anche gravi a carico del cuore, del fegato o dei reni (endocarditi batteriche, glomerulonefriti). Ora questo non vuol dire che ogni bambino con i denti infetti avrà una di queste malattie, ma io non attraverserei mai una strada trafficata senza guardare, confidando nel fatto che gli automobilisti frenino in tempo. Cordialmente.
Dott. G. Scandale
Roseto degli abruzzi (TE)