Quando qualcuno viene a sapere che non mi nutro di alcun “alimento” di origine animale, di solito la prima domanda che mi fa è: “Ma come fai con le proteine?” E’ anche la domanda che viene sollevata più di frequente quando si discute sulla questione dell’alimentazione vegana.
Il termine Vegano dal punto di vista alimentare, in questo scritto inteso indipendentemente dai motivi ideologici, è riferito a una persona che si nutre di cibi vegetali con esclusione di prodotti di origine animale. Si differenzia dal Vegetariano per il fatto che quest’ultimo non mangia carne o pesce ma la sua alimentazione non esclude il consumo di latte, prodotti caseari e uova.
Molte volte, quando ho rigirato la domanda chiedendo: “Cosa sono le proteine? In che quantità bisogna assumerne per il fabbisogno giornaliero?”, nel 90% dei casi non ho mai ottenuto una risposta soddisfacente o corretta o non l’ho avuta del tutto e il rimanente 10% semplicemente ha fornito meccanicamente definizioni provenienti da libri di testo o riviste tipo “Salute & Benessere”.
Questo denota una mancanza di conoscenza del meccanismo della ricostruzione delle cellule e dei tessuti del corpo.
Denota anche che la mancata comprensione dell’effetto che la digestione delle proteine complesse come quelle della carne ha sulla salute e la longevità dell’individuo.
Le proteine sono composte da aminoacidi. Gli aminoacidi sono catene di atomi che, una volta combinate fungono non solo da “mattoni” per la costruzione di proteine, ma svolgono anche certe funzioni attive nella misura in cui c’è vita in quegli atomi.
L’accento va messo sulla vita presente negli atomi perché solo cosi possono svolgere le varie funzioni del corpo a cui sono preposti.
I minerali presenti nella terra sono detti inorganici e si può dire che la vita non sia presente in essa. Spetta al mondo vegetale assorbire i minerali inorganici dal terreno e trasformarli in minerali organici impregnandoli con la vita perché i loro atomi possano venire utilizzati dal mondo animale nella forma di aminoacidi.
Gli aminoacidi sono essenziali nella formazione e crescita del sangue, per le normali operazioni delle ghiandole, per mantenere in buona salute la pelle, i capelli, le cartilagini, le giunture, per le normali funzioni del fegato e per innumerevoli altre funzioni del corpo.
Le proteine sono composizioni di aminoacidi e formano i tessuti del corpo.
E’ inutile cercare conferma di quanto appena descritto nella scienza. La scienza ha delle risposte sbagliate perchè in primo luogo si pone delle domande sbagliate. Il lettore non deve nemmeno credere in modo indiscriminato a quello che scrivo in questo articolo ma deve leggere attentamente, stabilire se fa senso oppure no e concludere se è vero o no per lui o lei.
Se si osservasse di più direttamente la natura invece di ascoltare semplicemente le parole di chi pretende di studiarla esaminarla o addirittura modificarla e controllarla, certe domande non verrebbero poste.
Consideriamo il caso di una mucca che allo stato naturale (non in un allevamento) si nutri di sola erba. La sua massa corporea è rilevante. Non so quanto possa pesare una mucca, ma diciamo per difetto 300 kg. Ora se mangia solo erba, da dove si procura le proteine per costruire i suoi tessuti? Dall’erba. E che dire dell’elefante?
Gli alimenti vegetali crudi, ortaggi e frutta , contengono dal 50% al 95% di acqua e dall’1% al 10% di proteine e carboidrati. La percentuale è relativamente piccola, ma ne occorrono davvero di piu? Ricordati della mucca!
Ora qualcuno, non so se “tecnico” o “scienziato” ha pensato: “Se noi diamo agli animali d’allevamento (che sono erbivori,compreso il maiale che è stato reso onnivoro dall’uomo, visto che suo cugino cinghiale è erbivoro) delle farine animali, in questo modo dando loro molte proteine, questi cresceranno meglio e più in fretta.” Ma essendo l’intestino degli erbivori di gran lunga più lungo di quello dei carnivori, il pasto carneo e le proteine in eccesso vanno in putrefazione negli intestini creando tossine che vengono assorbite dall’organismo penetrando tutti i vari organi fino al cervello. Così hanno ridotto le mucche in cannibali facendo mangiare a loro farine ricavate dai resti dei loro simili. Da qui la BSE e tutto il resto.
Nel caso che si mangi carne, il processo di scomposizione delle proteine in singoli elementi di base crea acido urico in eccesso che viene assorbito dal tessuto muscolare. Una volta raggiunto il punto di saturazione l’acido urico cristallizza formando delle piccole e sottili schegge. A questo punto iniziano i guai perché i movimenti dei muscoli spingono queste “schegge” che pungono il rivestimento dei nervi e la tortura che ne deriva viene poi etichettata come “reumatismo”, sciatica, “neurite”.
Nonostante questo sia perfettamente logico, la maggior parte delle persone, dovuto al fatto che si tende a credere ciò che viene enunciato dalle cosiddette autorità scientifiche, e anche quelli che dovrebbero saperne di più a riguardo, ancora insistono che è necessario la carne sia inclusa nella alimentazione umana.
In primo luogo la carne è intossicata quando l’animale viene macellato, perché nel suo flusso sanguigno vengono riversate delle tossine dalle ghiandole surrenali per il terrore di essere di fronte al momento di venire ucciso.
La carne poi continua a deteriorarsi come qualunque altro tessuto morto, anche se si può rallentarne la putrefazione con il freddo come si fa all’obitorio con i cadaveri.
Inoltre nella cottura gli atomi degli aminoacidi, che compongono le catene che costituiscono le proteine, decadono ritornando inorganici, e quindi di ben poco utilizzo ai fini alimentari.
Ora, mangiando carne e altri cibi devitalizzati una persona riesce comunque a continuare la sua esistenza, e per questo è difficile far comprendere alla maggior parte della gente che gli atomi del nostro cibo devono essere vivi, organici, se vogliamo costruire e mantenere un corpo libero dalle malattie.
In passato, quando la mia alimentazione era “onnivora”, ho avuto la possibilità di sperimentare lo sforzo necessario per la digestione dopo i cosiddetti pranzi di Natale e di Pasqua e la stanchezza che ne derivava.
Più energia viene utilizzata per digerire cibi devitalizzati, meno energia si avrà per condurre le normali attività della vita. Dopo mesi o anni di alimentazione vegana crudista si può sperimentare una vitalità impensabile e un’assenza di fatica anche nei compiti più impegnativi. Accertandoti che la frutta e la verdura provengano da coltivazioni biologiche e contengano tutti gli elementi come vitamine, minerali, e tutto il resto.
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