Nonostante l’ossessione nella nostra società per l’assunzione di calcio, gli studi mostrano ripetutamente che le culture con il più elevato consumo di latte e prodotti caseari, e quindi con la più alta assunzione di calcio, presentano la maggiore incidenza di fratture osteoporotiche e di denti in cattive condizioni.
Questa osservazione ha dato origine a quello che viene chiamato il “paradosso del calcio”. Come è possibile che nel mondo occidentale sono considerati necessari da 1000 a 1500 mg di calcio al giorno per mantenere la salute delle ossa mentre molte altre popolazioni mantengono forti le ossa e i denti in discrete condizioni con l’assunzione di 400 mg o meno di calcio?
L’apporto di calcio è solo una parte dell’equazione, e i riferimenti per un adeguato apporto di elementi nutritivi per una data popolazione dipendono dalla dieta, dallo stile di vita e dai fattori ambientali coesistenti. Questi includono l’equilibrio tra l’assunzione di altri nutrienti e il consumo di sostanze potenzialmente dannose per le ossa come l’eccesso di sale, proteine, alcool, tabacco, grassi, prodotti alimentari trasformati e zucchero.
L’uso di farmaci che causano riduzione di calcio nelle ossa, la mancanza di luce solare, la presenza di tossine ambientali e anche lo stress hanno effetti deleteri sulle ossa.
Il più trascurato, e forse il più importante di tutti i fattori di riduzione di calcio nelle ossa, culturalmente creato, è noto come “dieta acida della civilizzazione”, come la chiama Arnold Ehret nel suo Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco. In altre parole, la dieta onnivora carente di nutrienti e squilibrata (per quanto gli “esperti” ostinatamente la definiscano equilibrata) produce un eccesso di acidi nel corpo che danneggia e, in effetti, “divora” le nostre ossa.
Questo si verifica perché i nostri sistemi biologici sono geneticamente cablati per mantenere l’equilibrio chimico del corpo – il suo pH leggermente alcalino – a tutti i costi per garantire la sopravvivenza minuto per minuto. E per alcalinizzare è necessario il calcio. E quando si consumano molti alimenti che formano acido e non sufficienti alimenti che forniscono una base alcalina, o sostanze nutritive come il potassio che neutralizzano gli acidi, la ricerca del calcio avviene nelle fonti successive disponibili, prima nel sangue, poi nelle cellule e nei tessuti, e quindi nelle riserve di alcali nelle ossa.
Le Ossa e la Difesa del Bilanciamento Acido – Alcalino
La stragrande maggioranza del chilo e mezzo di calcio del corpo è immagazzinato nelle ossa. Quando il calcio nel sangue scende a livelli pericolosi, il corpo tira fuori il calcio dalle ossa per risolvere il problema. Se il corpo preleva più calcio dalle ossa di quello che deposita, nel corso del tempo si esauriscono le riserve delle ossa, e la conseguente perdita di massa ossea porta all’osteoporosi. Ma le ossa detengono anche la maggior parte delle riserve di alcali essenziali del corpo.
Questi composti minerali sotto forma di sali alcalinizzanti di calcio sono in grado di arginare gli acidi e di disintossicare. Rimangono all’erta nel sangue, nei fluidi corporei, nelle cellule, nei tessuti e nelle ossa, pronti ad intervenire per tamponare eventuali acidi in eccesso prodotti dal funzionamento biochimico del corpo, neutralizzando attraverso reazioni biochimiche spontanee che impediscono che gli acidi si accumulino.
Se invece gli alimenti che formano acido predominano, come nel caso della tipica dieta occidentale, le riserve di alcali in prima linea nel sangue e nelle cellule sono presto esaurite e il corpo inizia a utilizzare i minerali immagazzinati nelle ossa.
L’obiettivo del corpo è sempre la sopravvivenza.
Se diventa anche leggermente acido, sacrifica volentieri l’integrità strutturale (forza) delle ossa al fine di recuperare l’equilibrio acido-basico sistemico. In poche parole, il corpo pone la necessità di sopravvivere a breve termine al di sopra della necessità di ossa forti a lungo termine.
La dieta ha chiaramente una grande influenza sull’equilibrio acido-basico del corpo. Alcuni alimenti come proteine, cereali, legumi, caffè, zucchero bianco e molti prodotti alimentari trasformati generano acido quando vengono metabolizzati. Altri alimenti contengono composti minerali, come i sali di citrato di potassio e magnesio che generano bicarbonato, composto principale del corpo per la disintossicazione e la rimozione di metaboliti acidi dal corpo.
Tuttavia a causa dell’impoverimento dei terreni la frutta e la verdura sono carenti di vitamine e minerali e chi adotta un’alimentazione di soli cibi crudi che esclude prodotti di origine animale deve integrare alcune vitamine e minerali. Una di queste è la vitamina K2.
La vitamina K2 mette calcio nelle ossa e rimuove calcio dalle arterie.
La vitamina K2, ma non la vitamina K1, riduce i depositi di calcio nocivi dalle arterie. Questo potrebbe essere una svolta importante nel trattamento delle malattie cardiovascolari, ma non solo. Anche l’osteoporosi può essere curata per davvero, e se i medici decidessero di abbandonare il disastroso luogo comune che per risolvere i problemi derivanti dalla carenza di calcio bisogna ingerire gli alimenti che lo contengono, davvero saranno ringraziati a vita dai loro pazienti.
Infatti per quanto calcio si dia a una persona per cercare di re-mineralizzare le ossa non si ha alcun progresso, anzi paradossalmente nelle ossa diminuisce. Non solo, oltre a questo aumenta la calcificazione delle arterie. In pratica il calcio disubbidisce al medico che lo somministra, non va dove si vorrebbe, cioè nelle ossa e nei denti, ma va a finire nelle arterie, dove non si vorrebbe, e li si fissa.
Il paradosso del calcio
Questo è il “Paradosso del Calcio.” Ovvero, il problema che affligge tante persone che stanno avendo un aumento di depositi di calcio nelle arterie, mentre il contenuto di calcio nelle ossa è in diminuzione, non importa quanto calcio assumano.
Questo paradosso del calcio non è il risultato di troppo poco calcio nella dieta, ma di troppa poca vitamina K2, la vitamina che in gran parte controlla dove va il calcio. Quello che vogliamo è mantenere il calcio nelle ossa, non nelle nostre arterie.
Questo è il ruolo della vitamina K2: mettere il calcio al suo posto!
Anche nel sangue ci deve essere una quantità di calcio che è regolata in modo preciso e rigoroso dagli ormoni. Quella precisa quantità di calcio nel sangue è fondamentale per le funzioni come il battito cardiaco, la contrazione muscolare, la vasodilatazione e la trasmissione nervosa.
Se la dieta è povera di calcio, oppure caso più frequente, se l’organismo non riesce ad assimilare sufficiente calcio e se fosse necessario aumentare il livello di calcio nel sangue, l’ormone paratiroideo favorirà la rimozione del calcio dai tessuti scheletrici. Il livello di calcio serve a mantenere alcalino il pH nel sangue.
E’ necessario comprendere che un osso è un tessuto vivente, attivo, dinamico, non un pezzo di gesso. La calcitonina (un ormone prodotto dalla tiroide) interviene per diminuire la concentrazione di calcio quando i livelli sono alti.
La vitamina K funziona come coenzima attivando una serie di proteine coinvolte nella coagulazione del sangue, nella formazione di ossa e nel mantenere liberi i vasi sanguigni da depositi di calcio.
La vitamina K è nota come la “vitamina della coagulazione” dal 1929 quando fu scoperta dallo scienziato danese, il dottor Henrik Dam. La lettera “K” usata per designare la vitamina è la prima lettera della parola tedesca Koagulationsvitamin. Nel corso degli anni si è scoperto che la vitamina K non è un singolo composto, ma famiglie di composti con struttura chimica di caratteristiche simili.
Negli ultimi tre decenni, il ruolo essenziale delle vitamine K nel mantenere la salute delle ossa e in ambito cardiovascolare è stato reso noto da una notevole quantità di ricerche. Non solo le vitamine K hanno un ruolo importante nella formazione di proteine della coagulazione del sangue nel fegato, sono necessarie anche per il corretto funzionamento delle proteine rimineralizzanti delle ossa e della proteina che inibisce la calcificazione, che tiene fuori il calcio dalle arterie.
Nonostante questi dati siano a disposizione di chiunque da decenni, il pubblico disinformato, e anche molti medici e dietisti, ancora sono convinti che per risolvere problemi derivanti dalla carenza di calcio occorra imbottirsi di calcio.
Questo luogo comune è sfruttato dall’industria casearia nelle campagne pubblicitarie dei loro prodotti, dichiarando che contengono tot percentuale della quantità giornaliera necessaria di calcio, illudendo, e quindi ingannando, le persone a cui viene fatto credere che sia sufficiente assumere una quantità di calcio perché venga assimilato seduta stante e che vada a finire nelle ossa, come spesso viene mostrato dalle ingannevoli rappresentazioni animate che utilizzano nei loro spot.
Le popolazioni occidentali sono carenti di vitamina K, necessaria per la salute ottimale delle ossa e del cuore. Non è un problema solo di chi segue un’alimentazione crudista, ma anche di chi segue quella onnivora e che mangia carne, perché anche gli animali provenienti da allevamenti intensivi sono anch’essi carenti di vitamina K. La vita, se possiamo chiamarla tale, degli animali d’allevamento è un continuo trauma, la crescita è forzata e le loro ossa sono deboli, e la loro carne contiene più veleni che nutrienti.
La carenza di vitamina K2 è un problema universale nel mondo occidentale e integrarla nell’alimentazione può dare molte risposte sul paradosso del calcio e un contributo importante nella cura dell’osteoporosi.
La vitamina K2 previene, e forse pure rimuove, l’eccesso di calcio nelle arterie, che viene associato allo sviluppo di disturbi cardiovascolari.
Le malattie cardiovascolari e l’osteoporosi sono due aspetti dello stesso problema. La mancanza di minerali nelle ossa le rende deboli, una quantità eccessiva di calcio nei vasi sanguigni li rende rigidi, portando a ipertensione e successivamente a malattie cardiovascolari.
La Vitamina K2 vitamina è in grado non solo di fermare, ma anche di neutralizzare gli effetti della calcificazione delle arterie. Chi è affetto da malattie renali e deve sottoporsi all’emodialisi ha una bassa protezione contro la calcificazione delle arterie a causa di una marcata carenza di vitamina K. Anche chi è affetto da malattie cardiovascolari, come stenosi aortica e insufficienza cardiaca, ha una marcata carenza di vitamina K. La somministrazione della Vitamina K2 dovrebbe giovare a chi soffre di queste patologie.
Questa dichiarazione non è verificata e chi è affetto delle patologie di cui sopra, se volesse darsi una chance con la Vitamina K2 deve farlo solo dopo essersi consigliato con il proprio medico e sotto controllo medico.