Industria Farmaceutica

Non sono contro l’industria farmaceutica

Mi chiedono ogni tanto se sono contro l’industria farmaceutica, il sistema medico e i farmaci.

Alcune email sono alquanto divertenti per i toni espressi e i contenuti. Fra queste ne ho ricevuto una stringata con questo testo: “Vorrei sapere se per caso Lor Signori sono contro la Medicina.” Firmato: Dottor Professor Nonsoche, Cattedratico dell’Università di Nonsodove, addì nonsoquando. (Alcuni termini sono stati sostituiti per ragioni di privacy…) Leggendola sorridevo immaginando un omino con tanto di toga e cappello e spropositato orgoglio che sciorinava il suo credo da una cattedra più grande di un mausoleo ai futuri medici…. mah….

In ogni caso la mia risposta, riguardo all’essere contro, è stata ed è sempre: “No. Sono contro niente e nessuno.”

L’opposizione rafforza chi la riceve, e il mio scopo non è certo questo. Semplicemente espongo dei fatti, se dico che un dato farmaco è un veleno, intendo dire che è un veleno e implicitamente intendo anche dire che io di certo non lo prenderei, e lo dico perché questa informazione potrebbe essere utile a chi ritiene che prendere veleni non sia una cosa razionale e informandolo gli faccio un favore.

Ora, il fatto che l’industria farmaceutica abbia più a cuore la soddisfazione dei suoi azionisti che la salute di chi consuma i loro farmaci, significa che intendono fare del profitto in modo indiscriminato e questo è riprovevole, ma non fa di me un loro oppositore. Semplicemente sono consapevole che in questo mondo esistono diverse realtà e quella dell’industria farmaceutica ha alcuni aspetti come quelli che ho appena descritto, di cui non intendo essere effetto.

Non prendo farmaci da decenni, non so chi sia il medico assegnatomi dalla struttura pubblica e penso che se tutti facessero come me, le case farmaceutiche dovrebbero trovare altro da fare, gli ospedali avrebbero solo il pronto soccorso e i reparti d’emergenza, ma questo non significa che io sia contro l’establishment medico-farmaceutico. E’ chiaro il concetto?

Prosperare sulle malattie croniche

Quindi cosa penso dell’industria farmaceutica e di tutto l’apparato medico scientifico?

La medicina allopatica, ortodossa, ufficialmente riconosciuta, fa un buon lavoro in alcuni casi: se venissi investito da una macchina e mi ritrovassi con il cranio aperto, stai pur certo che desidererei ricevere la cure che offre. In una emergenza, la sutura di una arteria interrotta, l’ingessatura di un arto fratturato, dei farmaci salvavita per impedire ulteriori danni organici che porterebbero a morte sicura, ben vengano.

Quando però si tratta di malattie croniche, il quadro è molto diverso. Qui vediamo il medico tradizionale che tratta il sintomo della malattia, non cura il paziente, non lo libera dalla malattia. La medicina ortodossa si concentra sul trattamento del sintomo della malattia, e sa molto poco sulla prevenzione. E non ha certo l’interesse a prevenire la malattia. La fine della malattia coincide con la fine della medicina così come la conosciamo.

La vita del comune cittadino, nella società in cui viviamo, è regolata da persone che fanno parte di un sistema al cui vertice troneggia un’oligarchia che prospera sull’ignoranza di cui è effetto la maggior parte della popolazione.

Questa ignoranza viene coltivata, implementata e rinforzata perché è il muro portante su cui si fonda il sistema del profitto indiscriminato.

Ignoranza significa bugie e false credenze ritenute verità, che spaziano in ogni campo della vita dall’alimentazione all’istruzione, alla cura della salute, alla spiritualità, alla politica alla sanità mentale, alla giustizia, alle regole morali ed etiche, alle leggi della Natura, tanto per dare qualche esempio.

Una credenza falsa è che i farmaci curino, che se non li prendi non guarisci, quando è invece vero il contrario. Per quanto sia evidente che oggigiorno quasi tutti muoiano a seguito di gravi malattie croniche perpetuate dall’uso indiscriminato di farmaci, tale credenza è talmente radicata nella nostra mente che ci impedisce di valutare osservando i fatti, ma si continua a prendere farmaci nel tentativo inutile di guarire.

Questo libro offre molti altri spunti su cui riflettere.

Il tradimento di Ippocrate. La medicina degli affari

Lo scopo principale di questo libro è informare le persone. Questo, che è sempre stato un dovere professionale di ogni medico, oggi diventa anche un dovere morale, perché i contenuti dell’informazione sono spesso fatti gravi e potenzialmente lesivi dell’incolumità e dell’integrità del malato che si affida ignaro.

Purtroppo, la medicina moderna si è trasformata in una sorta di braccio armato a difesa degli interessi economici di una industria che prospera sulle precarie condizioni di salute della gente.

L’autore fa una analisi tanto lucida e concreta quanto drammatica della situazione in cui siamo caduti, ma il lettore capisce chiaramente che questa analisi non è un atto d’accusa, ma un atto d’amore nei confronti della vera Medicina.

Infatti, travolta dalla potenza economica dell’industria farmaceutica e dei suoi interessi, la medicina moderna è troppo spesso al servizio del “business” più che della gente e nessuno che ami veramente questa professione può e deve tollerare una simile situazione.

Se tu avessi accesso al mondo che ruota intorno alla malattia, verresti a conoscenza di alcune cose sorprendenti. Il personale medico degli ospedali viene istruito su vari argomenti inerenti ai compiti che deve svolgere all’interno della struttura e vengono date alcune informazioni su cui basare le decisioni da prendere in ogni situazione e circostanza.

Per esempio, se uno si trovasse per qualsiasi ragione in ospedale e gli venisse prescritto un farmaco e chiedesse: “Ma di cosa si tratta? E’ un farmaco sicuro?” potrebbe ricevere una risposta ferma e confortante: “Certamente! E’ sicuro!”

Tale prontezza nel rispondere deriva dall’istruzione ricevuta, in questo caso in merito alla sicurezza di un farmaco. Ma cosa si intente per sicurezza in questo ambito? Questa è l’informazione che viene data al personale medico:

Sicurezza dei farmaci

Premessa:

Nessun farmaco è privo di effetti collaterali.

Un farmaco viene definito sicuro quando il rapporto beneficio/rischio propende verso il beneficio (Ossia maggiore di 1). Questa definizione significa che se il farmaco produce tre effetti buoni e due effetti dannosi, il farmaco è sicuro. Questa non è sicurezza. Sicuro dovrebbe significare che non produce effetti negativi, ma come la scienza medica stessa afferma, non esistono farmaci privi di effetti collaterali, quindi ha creato una propria definizione di sicurezza, per adattarla alla situazione.

Solo che questa definizione non la trovi nel dizionario, e nemmeno viene fatta conoscere pubblicamente in modo adeguato.

Posso aggiungere che i cosiddetti “Effetti collaterali” sono sempre dannosi e in realtà sono i sintomi dell’avvelenamento prodotto dal farmaco. La presunta cura del sintomo che si vuole curare non è altro che la soppressione di tale sintomo. Il sintomo viene soppresso, gli viene impedito di manifestarsi, di infastidirci, ma è sempre lì. E in più ora si hanno un po’ più di veleni con cui prima o poi si dovranno fare i conti.

Siamo abituati a leggere sui “bugiardini” i termini “effetti collaterali” e non ci facciamo più caso.

Che cos’è un effetto collaterale? E’ una reazione avversa, una risposta (che produce dei sintomi nocivi) del nostro sistema immunitario che insorge a dosi normalmente usate per la profilassi, la diagnosi o la terapia di una malattia. Un effetto farmacologico diverso da quello voluto ma inevitabile. Il nostro sistema immunitario fa partire il processo di disintossicazione quando l’organismo è attaccato da tossine e quindi appaiono dei sintomi come manifestazione esteriore di azioni necessarie per ottenere l’espulsione di tali tossine.

Quando si tratta di tossine presenti in natura, inizialmente tali sintomi sono tollerabili e scompaiono subito e progressivamente una volta che la tossina è stata espulsa.

Tuttavia nel caso di farmaci, la maggior parte delle componenti tossiche dei farmaci è sintetica e di elevate concentrazioni non esistenti in natura e il processo di disintossicazione indotto per liberare l’organismo di tali tossine (farmaci) produce sintomi (chiamati effetti collaterali dalla scienza medica), nuovi e diversi da quelli prodotti da tossine esistenti in natura. Le malattie croniche sono i sintomi perennemente manifestati di tossine che il processo di disintossicazione non riesce ad espellere, pur tentando continuamente di farlo. Le tossine possono anche avere origini diverse da quella farmacologica, come quelle prodotte da cibi inadatti o agenti inquinati atmosferici, ecc.

Ogni mille abitanti sono state prescritte 931 dosi di farmaci rispetto alle 875 dell’anno precedente, tra il 2003 e il 2008 si e osservato un tasso di variazione annua del 4,6%.

(L’uso dei farmaci in Italia: Rapporto OsMed gennaio-settembre 2008)

Questo significa che ogni anno vengono prescritti circa 60 milioni di dosi. Indipendentemente dai miliardi di euro di spesa, questo è un avvelenamento di massa, sia dei corpi che dell’ambiente.

Negli Stati Uniti, i farmaci uccidono 20.000 persone all’anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa.

In Italia le cifre sono molto basse, ipotizzo che questo avvenga perché i medici in Italia non riportano correttamente le cause non attribuendole ai farmaci, lascio al lettore fare le sue proprie valutazioni.

Ormai le cifre non fanno più impressione, i media ci hanno abituato ripetendole spesso e non riusciamo più a vedere la condizione di estrema emergenza in cui si trovano le più svariate situazioni, e non siamo interessate a risolvere tali situazioni. I prodotti farmaceutici sono pubblicati in TV e inghiottire pillole per alleviare lo stress, ansia o insonnia è diventato un mezzo socialmente accettabile.

I farmaci più comunemente abusati si dividono in tre categorie:

  1. a base di analgesici oppiacei
  2. depressori del sistema nervoso centrale prescritti per l’ansia e disturbi del sonno (Valium e Xanax)
  3. stimolanti, usati per il trattamento dei disturbi da deficit di attenzione (Ritalin e Adderall ).

All’interno di queste categorie, l’industria farmaceutica ha fornito una serie completa di sostituti per quasi tutti gli stupefacenti illeciti disponibili. Il metilfenidato, il principio attivo chimico del Ritalin, produce effetti simili a quelli della cocaina. Gli antidepressivi possono agire come degli “acceleratori” della serotonina. Anche se a volte i farmaci possano essere appropriati per salvare la vita di una persona, la maggior parte delle volte sono inutili, costosi e dannosi. Il mio consiglio è di cercare terapie naturali che affrontino le cause della malattia, prima di decidere in favore dei farmaci.

Ti posso assicurare che il numero di persone che hanno effettivamente bisogno di farmaci è una piccola percentuale di coloro che li prendono. Ad esempio, vengono prescritti farmaci per il bruciore di stomaco, quando si tratta di uno dei disturbi più facili da risolvere. La maggior parte delle persone ignorano il fatto che il bruciore di stomaco è un segnale importante inviato dal loro corpo e invece ricorrono a un farmaco per sopprimere i sintomi.

Nel caso in cui tu non lo avessi ancora realizzato fino ad ora, ciò che determina gli obiettivi generali della medicina tradizionale ortodossa, ormai da più di un secolo, è l’influenza della più potente industria del mondo, il cartello dell’industria farmaceutica.

L’industria farmaceutica esercita una grande influenza sulla maggior parte degli studi pubblicati e su quasi tutta la formazione del personale medico. Questa influenza fa sì che i medici utilizzino i loro costosi rimedi sintomatici come soluzioni per i problemi delle persone.

L’industria farmaceutica sono state in grado di imporre i loro prezzi elevati, perché la stragrande maggioranza delle persone non paga più il prezzo pieno dei farmaci o non li paga per niente come nel caso dei vaccini. Dato che la maggior parte delle persone non li paga direttamente, le aziende farmaceutiche sono in grado di farla franca con dei prezzi scandalosi.

L’industria farmaceutica è la più redditizia al mondo.

L’industria farmaceutica sostiene di aver bisogno di grandi guadagni — miliardi di euro — per svolgere le attività di ricerca e sviluppo. Sostiene anche che i farmaci hanno migliorato la qualità e la durata della vita di molte persone. Ma questa motivazione perde credibilità quando:

  • Solo 1 euro su 5 che l’industria farmaceutica raccoglie va alla ricerca, ricerca comunque indirizzata non a trovare una vera cura ma nuovi farmaci che trattino i sintomi di malattie che rimangono senza cura.
  • Alcune società farmaceutiche spendono quasi il doppio di soldi per la pubblicità e il marketing di quanto spendono per la ricerca.
  • I profitti dell’industria farmaceutica sono così grandi che superano di gran lunga i profitti di qualsiasi altra industria.

Per spiegare cosa intendo veramente significare per imprese più redditizie devo ricorrere al pianeta USA, perché in Italia non ci sono enti indipendenti preposti a raccogliere certi tipi di dati.

Nel 2001, un anno che ha visto un calo dell’occupazione, un tuffo in picchiata nel mercato azionario e letteralmente il crollo dei simboli economici dell’America, l’industria farmaceutica ha continuato a regnare come l’industria più redditizia nella classifica annuale della rivista Fortune delle 500 aziende con maggiori profitti.

Mentre l’utile totale delle 500 aziende diminuiva fino al 53%, il che rappresenta il crollo più grande dal 1954, le top 10 aziende farmaceutiche degli Stati Uniti hanno aumentato i loro profitti del 33%.

Queste società farmaceutiche hanno ottenuto il profitto più elevato, il 18,5%, che è stato di 8 volte superiore alla media di quello di tutte le 500 industrie di Fortune, e che supera facilmente il profitto di 13,5% della prossima industria più redditizia, l’attività bancaria. Anche in Italia, nonostante il clima di recessione stia congelando i consumi delle famiglie, le case farmaceutiche hanno continuato a macinare utili nell’anno che si è appena concluso. (2008).

L’ enfasi che viene data ai farmaci è uno dei motivi principali per cui la spesa pubblica per l’assistenza sanitaria ha il più alto tasso di crescita. E ‘anche uno dei principali fattori per cui i medici costituiscono una delle principali cause di morte il fatto che fanno più affidamento sull’uso di farmaci per mettere una pezza al problema, piuttosto che cercare la causa del problema.

Quanto sono sicuri i farmaci?

Nel 1998 un ampio studio pubblicato nel Journal of the American Medical Association (JAMA) ha evidenziato che 106.000 persone muoiono ogni anno in ospedali americani a causa di effetti indesiderati da farmaci.

Diamo un’occhiata a questo dato statistico in un modo diverso: 106.000 morti in media all’anno fanno quasi 300 morti al giorno, ogni giorno. I decessi a causa di disastri di tutte le principali compagnie aeree sono in media meno di 300 all’anno, ma 1 incidente aereo attira di più l’attenzione dei media e dei governi che non 300 decessi a causa di farmaci che si sono verificati non solo lo stesso giorno in cui è avvenuto l’incidente aereo, ma anche ogni giorno prima e dopo per decenni.

Perché questa epidemia di effetti collaterali non è stata riconosciuta? I decessi avvenuti per reazioni a un farmaco raramente sembrano diversi da qualsiasi decesso per cause naturali. Non ci sono relitti da riprendere, nessun luogo del disastro ad affascinare e inorridire i telespettatori. Come i media dicono, “Nessun filmato, nessun articolo”.

I decessi provocati da farmaci si verificano spesso silenziosamente negli ospedali, al pronto soccorso e nelle abitazioni private. Quando questi decessi avvengono, è spesso poco chiaro se la causa sia stata il farmaco, la malattia, o qualche altro fattore. In altre parole, per gran parte dei media, una morte per effetti collaterali non ha nulla di interessante per attirare il pubblico.

Gli effetti negativi prodotti dai farmaci di cui viene fatto rapporto sono solo la punta di un iceberg. Considera la digossina, il best-seller fra i farmaci per il cuore. Secondo un articolo di JAMA, la Food and Drug Administration (FDA) riceve ogni anno circa 82 rapporti sulle reazioni avverse alla digossina, ma uno studio sistematico rivela che ogni anno avvengono più di 28.000 ricoveri per reazioni avverse alla digossina. Stiamo parlando di 28.000 reazioni avverse all’anno e la Food and Drug Administration (FDA) ne viene a conoscenza di solo 82.

Questa in sostanza è la punta dell’iceberg delle case farmaceutiche.

Il tradimento di Ippocrate. La medicina degli affari

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Luciano Gianazza

Luciano Gianazza, traduttore dei libri originali di Arnold Ehret, e di Edward Earle Purinton, scrive articoli di carattere filosofico spirituale che rispecchiano le sue personali esperienze lungo il cammino della conoscenza, oltre ad altri sulla corretta alimentazione dell’uomo. Ha creato il sito NikolaTesla.it per un suo voler ricordare un Uomo, Nikola Tesla, per cui nutre una profonda stima.

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Luciano Gianazza

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