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La bufala anti soia

Recentemente sul web è comparso e tuttora continua a girare sul web questo articolo: “La bufala anti-soia smascherata nei dettagli: diffidate di chi la diffonde!e il suo contenuto è un tentativo di screditare chi invece sostiene che la soia fa più danni che bene.

Nel 2006, in realtà molto tempo prima nel vecchio sito che fu distrutto dagli hacker, ho pubblicato l’articolo La Soia in cui le davo il due di picche (che ho ripubblicato nelle news, era rimasta una pagina orfana dal sito, non me n’ero accorto). Da allora ho ricevuto e ancora ricevo email da molte persone compiaciute, alcune inviperite, altre con minacce di vario genere, ma ho sempre sostenuto che quelli sono i fatti, che piacciano o meno.

Tornato a casa dopo essermi assentato per due settimane e senza aprire la posta elettronica, incontro persone che mi dicono: “Ehi tu che dici che la soia è meglio evitare di mangiarla! Guarda qui: Ignorate gli allarmisti anti soia, cosa dici adesso, eh!?”

Che mi debba ravvedere? Ma no! Dopo averlo letto ed esaminato attentamente chiunque può rendersi conto che la vera bufala è proprio l’articolo pro soia.

Coloro che invitano a diffidare di chi sostiene che la soia è un alimento da evitare se la sono bevuta, l’hanno mandata giù come un rosolio, oppure ne sono al corrente e vogliono che altri si portino la bufala in casa propria.

A questo punto il consiglio è veramente diffidare di loro. Il fatto che una persona, associazione o società si dichiari scientifica non significa nulla. Di quale scienza stiamo parlando? Della scienza del mainstream, degli scienziati formati da quelle università asservite alle multinazionali, vuoi per ottenere contributi o fondi o altro.

Senza fare approfondite ricerche, che comunque sto già facendo mentre raccolgo materiale per fare un articolo esaustivo che pubblicherò in seguito, leggendo l’articolo linkato facendo attenzione a come è fatto e su cosa l’autrice si basa per dare forza alle sue parole, chiunque può capire che è opera del cartello della soia.

Prendiamo velocemente in esame alcuni punti del suddetto articolo (i paragrafi in corsivo sono tratti dall’articolo linkato nel primo paragrafo):

[…] appare chiaro che la maggior parte delle storie anti-soia si possono far risalire a un unico gruppo statunitense, chiamato Fondazione Weston A Price (WAPF).

La WAPF sostiene di avere come scopo la promozione di una nutrizione corretta, reinserendo nella dieta prodotti animali “densi di nutrienti” – in particolare il latte crudo non pastorizzato.

“Appare chiaro” solo se si vuole guardare da quella prospettiva. Il fatto che un gruppo discutibile cavalchi una verità per avvalorare fini altrettanto discutibili non inficia affatto tale verità, in questo caso che la soia non è un alimento adatto per l’alimentazione umana. E’ una tecnica delle PR usare una verità per promuovere secondi fini. Per contro ci sono moltissime persone consapevoli e gruppi che diffondono la verità sulla soia, in particolare sulla sua nocività, con il solo fine di fornire della corretta informazione.

Ma è davvero come dice la dottoressa?

Questo è quanto viene asserito sul “sito dei pappagallini che fa molto Monty Pythom”: “Soy Online Service è un piccolo gruppo di privati cittadini, con una missione di informare il pubblico riguardo alla verità sulla soia. Non siamo veri e propri soci e non siamo sponsorizzati da imprese o qualsiasi altro gruppo, infatti la nostra ricerca è finanziata dalle nostre tasche. Non cerchiamo la distruzione dell’industria della soia o di impedire alle persone di mangiare soia. Non abbiamo alcun desiderio di farti smettere di essere vegan o di farti passare al consumo di prodotti lattiero-caseari. Piuttosto cerchiamo di esporre l’inganno delle più grandi aziende della soia e svelare la verità sui prodotti di soia. Facciamo questo fornendo materiali contenenti fatti che tu stesso puoi leggere di modo che in futuro tu possa fare una scelta informata su ciò che mangi.”

Ritornando all’articolo:

Tutto questo, naturalmente, contraddice le affermazioni di tutte le maggiori istituzioni per la salute esistenti al mondo, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Associazione dei Dietisti Americani, e l’Associazione Medica Britannica.

“Le maggiori istituzioni per la salute esistenti al mondo”. Bei referenti! Davvero la dottoressa Justine Butler che ha scritto l’articolo non sa o ha dimenticato che l’OMS e tutte le altre associazioni satelliti hanno spinto la fantomatica pandemia dell’H1N1 fino al parossismo, dichiarandola di livello 6, il massimo, quando in realtà era meno pericolosa della normale influenza, per far guadagnare miliardi di euro alle case farmaceutiche con la vendita dei loro fottuti vaccini?

Se ci fosse una reale evidenza di questo problema, il governo britannico avrebbe vietato le formulazioni per l’infanzia a base di soia o almeno diffuso degli avvertimenti.

Quando ho letto la frase sopra pensavo che l’avesse scritta Heidi mentre ammirava le api che si posano sui fiori. Il governo britannico sarebbe garante della salute dell’infanzia? Tale governo, come molti altri, ha approvato l’uso del Ritalin e altri pericolosi psicofarmaci sui bambini, farmaci che hanno provocato morti e danni permanenti. Perché si vietino le formulazioni per l’infanzia a base di soia dovrebbe succedere che i neonati rimangano stecchiti in braccio alla mamma dopo la poppata al biberon, allora sì, forse li vieterebbero. In ogni caso, contrariamente a quanto dice la Dottoressa Justine Butler, che a questo punto definirei sprovveduta, se non faziosa, in quanto fa affermazioni senza prima documentarsi adeguatamente, se non ignorando deliberatamente, che il governo britannico ha diramato un avviso, seppur timido per non contrastare i Signori della Soia:  Soy Based Formula – Advice from the UK Department of Health

Nel 2003, il rapporto del Comitato sulla tossicità del Dipartimento della Salute affermava che non c’era alcuna evidenza che le persone che consumavano regolarmente alte quantità di soia, come i cinesi e i giapponesi, avessero uno sviluppo sessuale alterato o problemi di fertilità. Occorre ricordare che la Cina è la nazione più popolosa del mondo, con oltre 1,3 miliardi di cittadini, e che da 3.000 anni consumano soia.

Queste dichiarazioni fanno credere che i cinesi e i giapponesi mangiano soia a colazione, a pranzo, a merenda e a cena, quando in realtà il consumo tradizionale di soia è nelle forme fermentate come la salsa di soia, per esempio. Una volta fermentata la nocività della soia è pressoché inesistente. E in quelle forme viene usata come condimento, di certo non la si beve a bicchieri.

Inoltre il pasto dei cinesi è onnivoro, in pratica mangiano qualsiasi cosa che cammina, striscia, salta, nuota o vola e le conclusioni sulla loro prolificità attribuita al consumo di soia sono davvero molto stiracchiate.

Il numero di studi scientifici solidi (peer-reviewed) che riportano effetti benefici della soia è in continuo aumento.

E’ vero, Monsanto, fra gli altri, paga milioni di dollari per quegli studi. I peers si fanno le revisioni (reviews) a vicenda, avvallo la tua ricerca e tu avvallerai la mia. Ovviamente se appartengono allo stesso portafoglio.

Tutti i giornali che trattano gli argomenti della medicina devono avere un requisito formale: qualsiasi legame finanziario fra l’autore e un’azienda produttrice deve essere reso noto nell’articolo. Uno studio fatto nel 1997 su 142 giornali medici non ha trovato nemmeno un riferimento di tali legami. (Wall St. Journal, 2 Feb 99) Uno studio del 1998 fatto sul New England Journal of Medicine ha rilevato che il 96% degli articoli recensiti da autorità in materia avevano legami finanziari con il farmaco che stavano studiando. (Stelfox,1998) Brutta sorpresa, vero? Diventa tutto chiaro ora? Direi di sì.

Questo studio dovrebbe essere reso noto ogni volta che qualcuno inizia a diventare troppo enfatico riguardo alla obiettività delle peer reviews (revisioni autorevoli o dei pari).

Poi c’è il vero e proprio acquisto dello spazio. Una società farmaceutica può semplicemente pagare $100.000 a un giornale per far stampare un articolo ad essa favorevole. (Stauber, p 204) Le frodi nelle revisioni paritarie non sono una novità. Nel 1987, il New England Journal pubblicò un articolo che si atteneva alla ricerca di R. Slutsky MD che copriva un periodo di sette anni. In tale periodo il Dr. Slutsky pubblicò 137 articoli su diversi giornali che fanno le revisioni paritarie. Il New England Journal scoprì che in almeno 60 di questi 137 c’erano evidenze di considerevoli frodi scientifiche e travisamenti incluso:

  • riportare risultati di esperimenti mai fatti
  • riportare esami mai eseguiti
  • riportare analisi di statistiche mai fatte

Engler Dean Black, PhD, chiama Effetto Babele ciò che avviene quando dati scientifici fraudolenti molto comuni e non individuati nei giornali di peer reviews vengono citati da altri ricercatori, che poi vengono citati nuovamente da altri ancora e così via. Vuoi vedere qualcosa che riassume questa intera discussione? Esamina la pubblicità che spesso appare sul Journal of the American Medical Association, senza scordarti che questa è la stessa pubblicazione che per almeno 50 anni ha pubblicato riquadri pubblicitari delle sigarette che proclamavano i benefici effetti del tabacco. (Robbins) Molto scientifico, vero? Ma perché succede questo? Ci sono molte ragioni, ma due sono determinanti in questo “tradimento” della scienza: La mancata conoscenza di cosa è realmente lo stato di malattia e conseguente indirizzo della ricerca in direzioni sbagliate che non portano ad alcun risultato soddisfacente. Mancando di soddisfare le aspettative (guarire dalle malattie) e dando per scontato che non sia possibile guarire chi è affetto da tali malattie, ciò che una volta era considerato una missione è diventato un modo di fare soldi, molti soldi.

Riferimenti sulle peer reviews (datati ma non obsoleti):

King, R Medical journals rarely disclose researchers’ ties – Wall St. Journal, 2 Feb 99.
Engler, R et al. Misrepresentation and Responsibility in Medical Research
New England Journal of Medicine v 317 p 1383 26 Nov 1987
Black, D PhD Health At the Crossroads Tapestry 1988.
Crossen, C Tainted Truth: The Manipulation of Fact in America 1996.
Robbins, J Reclaiming Our Health Kramer 1996

Oggi le ditte farmaceutiche osservano le statistiche, che in una azienda fiorente devono essere in salita, sono tenacemente impegnate ad espandere il mercato esistente, cercano nuovi mercati. Hanno una merce (droghe sintetiche) e devono venderla con il massimo profitto al pari di chi vende banane, pasta, latte e …soia.

Ritorniamo di nuovo all’articolo:

La prossima volta che sentite una storia stupida sulla soia, che la accusa di creare problemi alla salute umana o all’ambiente, chiedete dove sono le prove.
La storia stupida. La dottoressa ha stabilito a priori che deve essere stupida se non è a favore della soia. Ogni commento sarebbe superfluo.

Le prove sul fatto che crea problemi alla salute umana e all’ambiente ci sono e sono molte, fin dagli anni 80. Certo, non sono sostenute con fervore dalla FDA o dalla OMS e altre simili organizzazioni, e non interessano ai ministri della salute, ma se ti aspetti da loro una spontanea entusiastica validazione di ricerche non supportate dalle multinazionali probabilmente ancora non ti sei reso conto di che cosa davvero sono quelle organizzazioni e di quanto (non) hanno a cuore la salute degli esseri umani.

Pubblicherò in seguito un articolo completo di riferimenti.

Per ultimo ci si potrebbe chiedere come mai nell’articolo della dottoressa Justine Butler non viene menzionata nemmeno di sfuggita la soia OGM.

Eppure i sostituiti del latte materno, sono per la quasi totalità a base di soia geneticamente modificata. Perché non dare alle mamme un normale, tranquillo avvertimento, di assicurarsi che i preparati non siano a base di soia gm? Forse perché così, dopo aver letto l’articolo, si recheranno in negozio a comprarli ad occhi chiusi?

Salterà fuori, un giorno o l’altro un’altra dottoressa, o dottore, con in mano le prove dei più di 650 studi che confermano che la soia geneticamente modificata fa bene e scriverà un articolo lanciando anatemi contro gli “anti-soya scaremongers” sbraitando che chi non vuole accettare gli OGM vuole far morire di fame i popoli del terzo mondo?

Per decenni hanno circolato ricerche-slogan che dicevano che il fumo non è dannoso, anzi in alcuni casi che fa addirittura bene, fumare qualche sigaretta rilassa… Hanno fatto fumare pacchetti di sigarette a migliaia di conigli per dimostrarlo.

C’erano allora dei medici che, con la sigaretta accesa in mano, dicevano: “Ma va’! Non ti preoccupare, non dar retta a quegli svitati che dicono che fumare fa venire il cancro ai polmoni!”

Concludendo, diffidate invece di coloro che diffondono quella che in realtà è una bufala pro-soia e che, ritenendosi molto scientifici (della scienza del mainstream) e unici detentori della verità, esprimono da un piedistallo indebiti giudizi di incompetenza nei confronti di persone sia di siti o associazioni vegetariane che, secondo loro, si occupano genericamente di “salute” senza in realtà saperne molto!

Leggi le informazioni corrette sulla soia in questo articolo>>

Luciano Gianazza

Luciano Gianazza, traduttore dei libri originali di Arnold Ehret, e di Edward Earle Purinton, scrive articoli di carattere filosofico spirituale che rispecchiano le sue personali esperienze lungo il cammino della conoscenza, oltre ad altri sulla corretta alimentazione dell’uomo. Ha creato il sito NikolaTesla.it per un suo voler ricordare un Uomo, Nikola Tesla, per cui nutre una profonda stima.

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