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La mancanza di Etica nell’attuale sistema

Il titolo sembra che non lasci una via di scampo a nessuno, perché tutti facciamo parte del sistema economico. Una delle definizioni dell’economia è questa: “Scienza sociale che cerca di analizzare e descrivere la produzione, la distribuzione e il consumo della ricchezza”. Non è una scienza esatta e varia a seconda che le “leggi” siano formulate da “esperti”, “economisti”, “opinionisti” appartenenti a diverse ideologie politiche. L’etica non è contemplata in questo contesto.

Non è un “Je t’accuse” contro tutto e contro tutti, e non deve essere inteso come tale. Le responsabilità vanno ripartite equamente a seconda del proprio operato e ognuno deve esaminare, in base a cosa sta facendo, se la questione lo riguardi o meno e in che misura.

La prosperità dovrebbe essere il risultato delle azioni che fanno affluire denaro nelle proprie casse fornendo beni e servizi richiesti. E’ sacrosanto che ognuno di noi cerchi di migliorare il proprio benessere personale con il proprio impegno, inteso sia come lavoro meramente fisico che inventando cose nuove, ecc., a seconda delle proprie capacità ed aspirazioni.

Il “mondo occidentale,” di cui faccio parte, come molti che stanno leggendo questo articolo, è caratterizzato dalla nostra società capitalista, non importa quale partito, di destra o di sinistra, sia al governo, e in sé ha molti lati positivi in quanto dà la spinta all’ottenimento di un sempre maggior benessere. Il profitto, alla fin fine i soldi, è desiderato perché permette di aumentare il proprio benessere che, a seconda della differente personalità di ognuno di noi, per alcuni o per altri può essere prestigio, accettazione sociale, status symbols, tutto quello che ci viene suggerito dagli spot pubblicitari, molto altro ancora o anche niente di tutto questo.

Questo vale per chi non voglia vivere nella foresta procurandosi da solo le risorse necessarie per la sua sopravvivenza, almeno finché ci saranno ancora le foreste.

Dove non viene messa sufficiente attenzione è sul COME tale profitto viene ottenuto.

I politici non discutono mai su questo se non per ragioni elettorali, non per reali convinzioni, si preoccupano solo di come deve essere distribuita la ricchezza a seconda delle varie ideologie, non di come tale ricchezza venga ottenuta.

La parola profitto richiama concetti di schiavitù, sfruttamento e ingiustizia perché spesso il profitto è associato a deprecabili azioni che veramente sono state e sono tuttora messe in atto per conseguirlo.

Occorre quindi “ripulire” la parola profitto, dissociandola da situazioni passate e presenti per comprenderne il vero significato.

Nel ’68 e nei pochi anni successivi lavoravo in una fabbrica. Gli slogan contro il profitto e la produzione erano all’ordine del giorno. Discorrendo con un collega di lavoro gli dissi che anche lui in una certa misura otteneva del profitto e non poteva aspettarsi di conseguirlo ulteriormente senza produrre. Le sue esplosioni d’ira mi fecero comprendere quanto tali parole fossero malintese.

Profitto significa semplicemente compenso per i servizi, offerti sotto qualsiasi forma, adeguato all’ammontare dei benefici che tali servizi apportano alla comunità.

Ognuno che partecipi alla vita quotidiana consegue dei profitti legittimi, intendendo che ha diritto a un compenso in proporzione ai benefici a favore di altri, derivanti dal suo lavoro, incluso il capitale e i beni accumulati in tal modo, o così dovrebbe essere.

Il profitto può essere minimo o enorme a seconda delle proprie capacità, impegno ed azioni personali ed è lecito se il bene della comunità viene migliorato o perlomeno non compromesso. E’ vero anche il contrario, non importa quante leggi vi siano a sostegno di azioni distruttive. In una società dove vige la regola del “profitto non importa come” possiamo solo aspettarci distruzione e malessere.

Il criminale

Il criminale è tale non perché ha una particolare disposizione dei suoi cromosomi o ha il cervello conformato diversamente come la psichiatria vorrebbe farci credere, ma perché i suoi principi etici sono annichiliti. I principi etici fanno parte dell’eterno bagaglio spirituale di ognuno di noi, anche del criminale, solo che in lui sono al momento soppressi, schiacciati e non è in grado di agire in base ad essi.

Lo psichiatra, negando l’esistenza dello spirito, considerando l’uomo semplicemente un animale, tenta di attribuire il comportamento criminale alla struttura cerebrale, alla costituzione fisica, ai geni, all’ereditarietà, e non so a cos’altro.

Considerare l’uomo un semplice animale rende lecita la mancanza di qualsiasi principio etico e morale, caratteristiche peculiari solo dell’essere spirituale.

Un criminale è tale perché cerca di ottenere del profitto, o ciò che intende per profitto, potrebbe essere denaro, una donna da possedere sessualmente o il mantenimento da parte di un uomo ricco, non importa come. Non avendo a disposizione la guida dei principi morali ed etici, non ha alcun senso di responsabilità, l’unica sua intenzione è ottenere del profitto non importa quale saranno le conseguenze dei suoi atti per sé e gli altri.

In un mondo privo di Etica, di principi etici e morali, dove il comandamento “fare soldi, non importa come” è sempre più osservato, non possiamo aspettarci che un incremento di azioni dannose, distruttive, criminali, in quanto la tendenza è quella di considerare il solo profitto personale, a discapito dell’intera comunità.

Non possiamo ignorare la quantità di crimini attuati in Italia da persone comunemente chiamate “extracomunitari.”

Essere extracomunitario ovviamente non è sinonimo di criminale, ma molti di essi si sono resi rei di crimini feroci.

Molti attribuiscono la causa al fatto che arrivano in Italia per sfuggire alla miseria, poi non trovando lavoro sono costretti a commettere crimini per mangiare. E’ una spiegazione semplicistica e priva di fondamento. Non tutti lo fanno. Cosa centra, ad esempio, commettere uno stupro con quella spiegazione? Niente.

La maggior parte degli individui extracomunitari che commettono crimini proviene da nazioni i cui governi, spesso totalitari, hanno soppresso qualsiasi questione di carattere spirituale, non hanno insegnato ai loro cittadini i principi di etica e morali, ma li hanno governati come greggi con l’uso della forza e la soppressione delle idee e della libertà individuali, trasformandoli in uomini-animali le cui aspirazioni non potevano essere altro che materiali. E ottenere i soldi per acquistare le cose desiderate diventa fondamentale, come ottenerli assolutamente irrilevante.

Gli extracomunitari che convivono armoniosamente con il resto della popolazione che li ospita sono quelli che hanno conservato il loro senso etico, mantenuto vivo dai loro genitori, spesso con il rischio di ulteriore soppressione.

La maggioranza di quelli che finiscono in carcere quando escono riprendono le loro attività criminali perché le istituzioni carcerarie non sono in grado di ridare i principi etici e morali e il rispetto perduto di sé ai detenuti, cosa comunque assolutamente fattibile con conoscenze adeguate. Non riprendono le attività criminali a causa dei loro cromosomi o geni, se fosse così, la rieducazione sarebbe impossibile. Ristabilisci l’etica nell’individuo e il crimine scompare.

Questo si applica al singolo individuo, ma vediamo le conseguenze del “comandamento” profitto, non importa come applicato ad un altro ordine di grandezza.

Le multinazionali e l’Etica

Le multinazionali sono enormi gruppi societari che operano in diverse nazioni, alcune nel mondo intero. Hanno delle sedi prestigiose che riflettono la loro potenza e ricchezza. Il loro personale sembra essere dappertutto, rappresentanti, consulenti, venditori, individui che vendono per email, scienziati, gruppi di pressione, lobby, ecc. Fra il personale delle multinazionali difficilmente troveremo persone che non siano veramente interessanti e capaci, intelligenti e oneste.

Nel caso di una azienda farmaceutica ci si potrebbe chiedere: “Se ci sono delle persone così etiche e professionali, come può succedere che un’organizzazione del genere introduca in maniera così aggressiva sul mercato prodotti che inconfutabilmente causano danni in maniera così estesa ai pazienti?” Come può esistere questa contraddizione?

Ci sono parecchi aspetti da considerare riguardo al comportamento privo di Etica delle multinazionali.

Il primo è che nella maggior parte delle multinazionali, come la Parmalat ad esempio, le cosiddette persone “malvagie” si trovano agli alti livelli decisionali dell’azienda. Non sono le persone che solitamente lavorano sulle linee di produzione e di distribuzione.

Generalmente, i normali dipendenti della Parmalat, della Eli Lilly, della FDA (per quanto la FDA sia un organismo americano, le sue direttive influenzano le decisioni che si prendono riguardo ai farmaci e all’alimentazione in quasi tutti gli stati del mondo), o di qualunque altra grande azienda, sono gente che lavora sodo ed onesta. La maggior parte della gente che lavora in quei gruppi è intelligente, ha un buon senso etico e tenta di fare un buon lavoro. Ma ai massimi livelli di queste organizzazioni, spesso ci sono dirigenti con funzioni esecutive che decidono di adottare una politica aziendale che comporta azioni e decisioni distruttive nella società.

Questo è vero per la FDA, dove i burocrati prendono decisioni ignorando intenzionalmente il buon senso degli scienziati della stessa FDA che si occupano della sicurezza dei farmaci. Era vero per la Parmalat, dove alcuni avidi dirigenti si sono riempiti le tasche a scapito degli investitori e dei lavoratori. E’ anche vero per la Eli Lilly, dove alcuni quadri dirigenti superiori prendono decisioni importanti, trascurando le positive intenzioni dei dipendenti dell’azienda. Ma c’è molto di più di questo. Ha a che fare con l’intenzione primaria dell’azienda stessa, intenzione che si sostituisce a quella di qualunque specifico dipendente o amministratore: le società esistono per generare profitti. Punto.

Quando svolgiamo lo sguardo verso le aziende farmaceutiche e il motivo della loro esistenza, dobbiamo riconoscere che esistono soltanto per vendere i prodotti farmaceutici (per generare profitti per gli azionisti) e per avere sempre più successo, devono continuare a vendere sempre più prodotti farmaceutici a sempre più persone. Quindi, vivendo in una società capitalista e per il fatto che le aziende come la Eli Lilly devono rispondere agli azionisti, il grido di battaglia o il motto continuamente ripetuto, per cosi dire, è: “Fare più soldi,” non certo: “Servire la comunità.”

E’ la natura stessa delle aziende che alla fine è distruttiva per la comunità, senza alcun riguardo per le intenzioni positive di coloro che vi lavorano. In questo caso, l’intenzione della società è abbastanza semplice: “Aumentare i profitti.” Questa intenzione si scontra chiaramente con la missione più importante come servire l’umanità o guarire davvero le persone.

Per essere più specifici, se, come azienda farmaceutica, insegni come PREVENIRE il cancro, le malattie di cuore o il diabete (tre malattie che sono prevenibili almeno nel 90% dei casi, per esempio), allora perderai miliardi di euro in profitti, perché le persone sane non hanno bisogno di farmaci. Quindi, l’idea di insegnare i VERI fondamenti della prevenzione delle malattie è in opposizione agli obblighi dei leaders delle società commerciali che sono: “Fare più soldi!”

Questa è una delle ragioni per cui non si insegna ne vengono fatti tutti gli sforzi in direzione della prevenzione delle malattie.

Quando sentiamo parlare di medicina preventiva, di informazione per prevenire le malattie, di azioni preventive, stiamo assistendo a una performance, non a una realtà. Se di vera prevenzione si trattasse, le malattie diminuirebbero e le industrie farmaceutiche sarebbero in difficoltà, ma non è così, basta guardare le loro statistiche in continua ascesa.

Per fornire un esempio estremo di questo modo di operare in azione, guardiamo indietro alla Germania Nazista, all’ascesa del partito Nazista ed alle atrocità che sono state commesse. Se si potesse tornare indietro nel tempo ed intervistare molti dei normali cittadini tedeschi che lavoravano nel partito Nazista — i contabili, gli operai delle fabbriche, gli autisti dei mezzi di trasporto, gli impiegati della pubblica amministrazione — scopriremmo che quasi tutti, come singoli individui, erano gente onesta, amichevole, lavoravano duramente, come le persone che lavorano per la Eli Lilly o la Parmalat o la FDA.

Certo, facevano parte di una macchina terribile che generava sofferenza umana e distruzione, ma non significa che quegli individui dei livelli inferiori erano essi stessi persone malvagie. Le intenzioni malvagie provenivano dai livelli superiori e trasudavano lentamente verso quelli inferiori, contaminandoli progressivamente. Hitler ha dato il via. Ha fatto le leggi che hanno permesso di perpetrare tali atrocità. La vasta maggioranza dei sostenitori del partito Nazista erano “esecutori di ordini.”

Purtroppo, non avevano alcun senso dell’etica, perché quegli ordini non avrebbero mai dovuto essere eseguiti — e non sarebbero mai stati eseguiti se quegli individui fossero stati mentalmente presenti, avessero posseduto etica personale e il coraggio di levarsi in piedi e dire: “No!”

Nella situazione attuale, i rappresentanti farmaceutici, gli scienziati delle aziende farmaceutiche, gli esperti di vendita di farmaci e gli altri addetti all’enorme racket farmaceutico altro non stanno facendo se non “eseguire ordini” per mantenere il proprio posto di lavoro. Non hanno la visione dell’intero disegno, la verità è che sono soltanto denti di un ingranaggio in una macchina gigantesca progettata per espandere la malattia e sfruttare la sofferenza degli esseri umani allo scopo di generare gli osceni profitti delle società corporative. Sia il partito Nazista che Big Pharma hanno ucciso milioni di persone innocenti. Il Nazista lo ha fatto per conseguire potere politico, Big Pharma per conseguire potere economico. Né l’uno né l’altra sono moralmente giustificati.

Sia che parliamo della Eli Lilly, o della Germania Nazista, o della FDA o dell’Amministrazione Bush, solo alcune persone dei livelli superiori di management di queste organizzazioni meritano di essere classificate come malvagie. Nell’esempio del partito Nazista, naturalmente l’attributo di malvagio spetterebbe a Hitler ed ai suoi più vicini consiglieri che hanno messo in moto la macchina che ha permesso che tali atrocità accadessero.

Nell’esempio della Parmalat, ci sono alcuni fra i più importanti dirigenti che sono stati condannati ed ora sono in prigione per essere responsabili del crack finanziario di quell’azienda. Ai livelli superiori della FDA, ci sono alcuni dirigenti chiave con funzioni esecutive che costituiscono la forza motrice dell’agenzia. Il 90% degli scienziati della FDA è realmente gente dedicata ed interessata al benessere della comunità e applaudono le persone che espongono azioni immorali o illegali come il Dott. David Graham (uno scienziato della stessa FDA che si occupa della sicurezza dei farmaci).

La maggior parte delle persone che lavorano per queste società non è malvagia o chiaramente distruttiva, nonostante lavorino per organizzazioni che stanno causando indicibili sofferenze umane, generando effetti negativi nella società.

Etica e legalità

Spesso ciò che è etico non è legale e ciò che legale non è etico.

Dove è permesso l’utilizzo dell’elettroshock, colpire con scosse elettriche il cervello di qualcuno con la corrente è legale. Chiaramente l’utilizzo della “macchinetta” è permesso agli addetti ai lavori che operano nei meandri della psichiatria o agli operatori che interrogano prigionieri di guerra in quei paesi che non aderiscono alla convenzione di Ginevra, o per il ricondizionamento di cittadini non allineati all’ideologia in paesi a regime totalitario.

E’ ormai ovvio ai più che l’elettroshock non ha alcun fondamento scientifico, introdotto come pratica medica dal Prof. Cerletti dopo aver osservato in un macello che i maiali che venivano colpiti alla testa da una scarica elettrica, poi se ne stavano tranquilli mentre li sgozzavano. L’elettroshock distrugge le cellule cerebrali e la memoria si aggroviglia come un gomitolo lasciato fra gli artigli di un gatto per il suo divertimento. Il suo uso è tuttavia legale.

La vaccinazione in Italia è legale, anzi di più, è obbligatoria. Nonostante sia stato dimostrato da più fronti che apporti più danni che benefici, continua ad essere imposta ai bambini, dal neonato al suo primo mese di vita fino all’adolescenza. Le compagnie farmaceutiche produttrici di vaccini sono state condannate a pagare centinaia di milioni di dollari alle famiglie i cui bambini sono stati danneggiati o uccisi dai vaccini. E non conosciamo l’intera storia perché esistono pagamenti di danni con l’accordo di non divulgazione da parte dei familiari che li hanno ricevuti.

Opporsi alla vaccinazione un tempo era un reato penale. La forza pubblica poteva intervenire e persino arrestarti se ti opponevi e il tuo bambino subiva la vaccinazione coatta. Potevi anche perdere la patria potestà per aver negato le cure mediche a tuo figlio. Oggi l’opposizione vaccinale è stata convertita da reato penale ad illecito amministrativo, perché la pubblicità che derivava da tali interventi coattivi metteva in cattiva luce le case farmaceutiche.

Quindi ce la si può cavare con una multa salata, che finisce nelle casse della ASL, credo per compensare il profitto mancato dalla vaccinazione non effettuata. Nonostante un ministro della sanità abbia ricevuto tangenti per aggiungere fra le vaccinazioni obbligatorie quella contro l’epatite B, continuano ad essere legalmente imposte.

L’elettroshock e le vaccinazioni sono solo 2 esempi di pratiche assurde dimostrate dannose con dei fatti e che vengono mantenute in essere e permesse legalmente. Questo succede perché i legislatori coinvolti non hanno principi etici e intraprendono azioni a favore delle multinazionali, per illecito profitto personale, raramente per ignoranza, a discapito dei cittadini.

Assuefare le persone agli psicofarmaci, somministrare sostanze tossiche con la chemio al corpo di un paziente già compromesso dalla malattia è legale. Terapie di successo, che non richiedono l’uso di farmaci venduti a caro prezzo, come quella del Dott. Hamer, tanto per indicarne una, sono rese illegali. L’unica medicina a cui si garantisce la legalità e l’immunità è quella che si avvale della massiccia prescrizione ed uso di prodotti delle case farmaceutiche e ad essa viene conferito il titolo di medicina ufficialmente riconosciuta. Opporsi a tale medicina sarebbe profondamente etico, ma è illegale opporsi e i medici che lo fanno vengono emarginati, ignorati, disprezzati, derisi e perfino arrestati per mal pratica.

Potremmo aggiungere l’approvazione di sostanze dannose introdotte negli alimenti, classificate innocue da prove di laboratorio pilotate per ottenere ad oltranza una dichiarazione di innocuità concordata. Recentemente il latte per bambini nelle confezioni tetrapack è stato ritirato dal mercato perché contaminato da un componente dell’inchiostro dannoso.

Poi dagli scaffali dei supermercati sono scomparsi altri prodotti, come le spremute di agrumi in confezioni tetrapack, per poi ricomparire dopo pochi giorni in seguito all’annuncio che quel componente dell’inchiostro non è dannoso. Hanno fatto molto in fretta a risolvere la questione, ma in che modo? Come è possibile stabilire gli effetti cumulativi e a lungo termine in pochi giorni? E’ stata una soluzione politica per salvare l’azienda del tetrapack, le aziende del latte per l’infanzia, i posti di lavoro, i voti elettorali?

Si potrebbe continuare a lungo con gli esempi ma credo che non basterebbe l’hard disk del mio server per elencare tutti i misfatti che vengono perpetrati per proteggere interessi finanziari a discapito dei cittadini.

Cosa abbiamo a che fare con tutto questo

Prima di tutto, sarebbe troppo semplificato identificare un’intera organizzazione come malvagia o distruttiva ed applicare quell’etichetta a chiunque lavori in quell’azienda. Non è corretto. La situazione è più complessa.

Secondo, occorre riconoscere che la natura stessa della nostra società capitalista dà la priorità al guadagno economico.

Questo è un soggetto intero che riguarda la formazione dell’etica nella società occidentale e non può essere liquidato con poche righe in un articolo. Negli anni sessanta abbiamo sperimentato un periodo di benessere economico (fra l’altro sarebbe utile ai cosiddetti economisti analizzare quel periodo e ritrovare le azioni che hanno comportato tale progresso e quelle che ne hanno causato la cessazione e trarne informazioni per ricrearlo).

La crescita economica purtroppo non è stata accompagnata dal mantenimento dei principi etici. L’avidità di denaro, che affluiva nelle nostre tasche, e lo sviluppo economico che sembrava non dovesse mai finire, ci ha fatto dimenticare i principi etici e abbiamo iniziato ad agire nella direzione del solo profitto, non importa come.

Se ci siamo dimenticati di insegnare i fondamenti dell’etica ai nostri figli, crescendo sono diventati adulti senza etica. E questo alla fine ci conduce alle situazioni come quella della Parmalat o alle aziende farmaceutiche che vendono deliberatamente farmaci pericolosi, o ai burocrati della FDA che sembra che considerino la sicurezza pubblica come loro ultima priorità.

L’acqua che scorre nei nostri rubinetti non è potabile a causa dei metalli pesanti, dei residui dei diserbanti, del cloro e di chissà quali altre porcherie. Qualcuno ha stabilito che tali sostanze fino a una certa quantità non sono pericolose per il nostro organismo. Quando la soglia è stata nuovamente oltrepassata, una nuova legge ha fatto ritornare l’acqua potabile elevando la soglia oltre la quale tali sostanze sono pericolose. Gli interessi delle industrie chimiche, delle coltivazioni e degli allevamenti intensivi sono stati anteposti alla salute dei cittadini. Un semplice esempio, non unico, del disprezzo per i propri simili. Tutto questo comunque ha inizio con che cosa insegniamo ai nostri figli.

L’insegnamento dei principi etici può essere la vera soluzione a questi problemi, perché senza etica, possiamo avere solo un’economia senz’anima, fredda, egoista. Abbiamo la tecnologia per produrre qualsiasi cosa vogliamo, capacità di vendere merci ovunque, abilità di marketing e promozione eccezionali, ma non abbiamo una linea di condotta onesta ed etica per condurre gli affari che porti vantaggi non solo agli azionisti, ma anche ai clienti e al vasto pubblico

E se mai incontri qualcuno che lavora per la Eli Lilly, non pensare di trovarti di fronte a una figura buia e sinistra avvolta dal nero mantello delle intenzioni malvagie. Probabilmente sarà una persona piacevole, normale, comune. Una persona che sta facendo il suo lavoro ed esegue solo degli ordini.

La tua etica

Esamina la tua vita e la tua condotta etica: Per chi lavori?

Questa è una domanda per chi lavora per le aziende farmaceutiche, negli ospedali, nelle cliniche o per chi prende decisioni per stabilire se una determinata sostanza è pericolosa o innocua o decisioni che riguardano il benessere reale degli individui. Forse è arrivato il momento di osservare l’intero disegno, al di là della singola specifica propria area di responsabilità.

A che sistema stai dando il tuo contributo? Se fosti stato un cittadino tedesco che viveva nel periodo del regime nazista, avresti accettato la conduzione di una fabbrica di armi? Avresti accettato un lavoro come contabile per il partito nazista? Se la tua azienda avesse vinto l’appalto per la fabbricazione di camere a gas, avresti accettato l’offerta se avesse comportato un guadagno personale di milioni di dollari? Molte persone lo farebbero (e l’hanno fatto).

E fino a che punto sei disposto a rinunciare al tuo guadagno personale per il maggior bene? Perché se non siamo disposti, allora il male non è “la fuori”, il male è con noi! Le multinazionali riflettono semplicemente il male che risiede nel nostro cuore. Ma se sei intenzionato a dire NO all’essere parte di una macchina di distruzione, allora stai dando il tuo contributo per aiutare il mondo, incominciando da te stesso.

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Luciano Gianazza

Luciano Gianazza, traduttore dei libri originali di Arnold Ehret, e di Edward Earle Purinton, scrive articoli di carattere filosofico spirituale che rispecchiano le sue personali esperienze lungo il cammino della conoscenza, oltre ad altri sulla corretta alimentazione dell’uomo. Ha creato il sito NikolaTesla.it per un suo voler ricordare un Uomo, Nikola Tesla, per cui nutre una profonda stima.

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Luciano Gianazza

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