di Luciano Gianazza
Tuttavia i media parlano spesso di invecchiare bene, rafforzandone quindi il significato. Osserviamo una persona con un’andatura insicura, con qualche acciacco, con delle rughe sul viso, con i capelli grigi e pensiamo: “E’ invecchiato:”
Facciamo questa considerazione sommando gli aspetti negativi che osserviamo e più ne notiamo, più è pesante il nostro verdetto.
L’invecchiamento e un concetto che nasce dall’osservazione del ciclo della vita che inizia con la nascita, continua con la crescita raggiungendo uno stato che si mantiene per un po’, lo stato di adulto, seguito dal decadimento che si conclude con la morte.
Il decadimento è quello che chiamiamo vecchiaia e che riteniamo inevitabile. A causa della sua ritenuta inevitabilità, la nostra cultura cerca di nobilitare questo stato decadente, e ha introdotto il concetto di “invecchiare bene” e della “terza e quarta età”, l’eufemismo per vecchiaia.
Sono sorte molte iniziative per la cosiddetta terza età, con l’intento di convivere bene con questo stato degenerativo, permettendo di “invecchiare serenamente”.
Per quanto le intenzioni siano nobili, questo porta all’accettazione della vecchiaia e si cercano formule per la sua gestione, invece che per la sua cura. I consigli di solito sono di fare check up medici per verificare che non vi sia l’insorgenza di gravi malattie e di ricorre al medico per la prescrizione del giusto farmaco per combattere i disturbi che compaiono di volta in volta.
Fra le molte iniziative vengono organizzate vacanze per gli “over 60” che includono attività “sportive dolci” calcolate per le minori prestazioni, a precise condizioni come queste: “Tutti i partecipanti dovranno dotarsi di certificato medico da consegnare prima dell’inizio dell’attività. Il certificato medico potrà essere richiesto al proprio medico di base; la visita medica (che comprende, elettrocardiogramma, spirometria, misurazione della pressione e anamnesi globale) …ecc.”
Nell’anno 1999 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proclamato l’ “Anno dell’Anziano” proponendosi di dare concreta attuazione al concetto stesso di salute che l’O.M.S. definisce come “….stato di completo benessere fisico, mentale, sociale e non solamente un’assenza di malattia. Ma poi, fra i diversi obiettivi che intende perseguire introduce: “Creare interesse ed attenzione verso la categoria degli anziani che rappresentano un patrimonio inestimabile per la nostra società.”
Per quanto a prima vista tutto possa sembrare ispirato da nobili sentimenti, è come dire che un individuo in decadimento è un patrimonio inestimabile per la società.
Da una parte l’O.M.S. intende dare uno stato di completo benessere fisico, dall’altra fa dell’anziano (vecchio) una categoria.
Questa è una contraddizione in quanto dal momento in cui si dà “uno stato di completo benessere fisico” all’anziano, cessa di essere tale. Dato che si considera l’invecchiamento irreversibile, ne consegue che il dare tale stato di completo benessere fisico è puramente teorico.
Una categoria è un insieme di caratteristiche immutate e inserendo un individuo in una categoria considerata irreversibile lo si fissa in uno stato che non permette cambiamento.
Oggi non si parla più di vecchi ma di anziani, vale a dire nati prima come vuole l’etimologia. Riferendosi alla vecchiaia, a volte si ricorre al latino senior, rientrato nella nostra lingua attraverso l’inglese: si parla di tariffe seniores o di senior card, dette anche carte d’argento con allusione ai capelli che imbiancano con l’avanzare dell’età. Ma l’uso di eufemismi non cambia la condizione patologica della vecchiaia.
Il fatto che invecchiare sia considerato un processo irreversibile, è perché osserviamo che tutti invecchiano, ed è un dato di fatto. Non viene considerato uno stato patologico perché la scienza ufficiale, e anche la quasi totalità di quella non ufficiale, non sanno come porvi rimedio o perlomeno posticiparlo molto al di là di quanto immaginabile. E anche quasi tutti gli scienziati sono convinti che sia irreversibile come processo. Quando fanno delle ricerche, gli scienziati osservano che quando le persone raggiungono una “certa età” le ghiandole e i vari organi diminuiscono le loro funzioni e concludono che questi sono i sintomi della vecchiaia, e si fermano lì.
L’invecchiamento non è altro che una progressiva intossicazione del corpo. Quando si è giovani, ( è difficile usare qui i termini “giovane” e “vecchio”) non si nota questa continua intossicazione, perché non è estesa, ma poi si arriva a una soglia oltre la quale l’aspetto fisico e le minori prestazioni indicano una più profonda intossicazione. Iniziano a comparire le rughe, si perdono i capelli, diventano grigi e poi bianchi, i movimenti diventano più lenti, la schiena si incurva, la vista diminuisce, la memoria fa cilecca, i riflessi sono meno pronti, si pensa al viagra e si è “vecchi” o eufemisticamente parlando, “anziani”. Cosa causa tutto questo? L’intossicazione.
L’intossicazione è qualunque cosa che impedisca di far pervenire il nutrimento alle cellule. Nel caso delle rughe, per esempio, dove il nutrimento delle cellule è carente, li compaiono le rughe. In condizioni di perfetta salute, tutte le cellule sono ben nutrite e la pelle ha la sua giusta elasticità, ben nutrita, non come inteso dalla pubblicità dei cosmetici, ma dall’interno, dal sangue che arriva a ogni cellula e con esso le sostanze nutrienti.
In condizioni di perfetta salute i sistemi circolatorio e linfatico sono efficienti fino al più estremo dei loro capillari o vasi e i loro fluidi arrivano quindi a tutte le cellule. Quando l’intossicazione avanza queste ramificazioni estreme di vasi linfatici e sanguigni vengono ostruiti da tossine e muco colloso e le cellule che essi servivano rimangono senza adeguato nutrimento e pulizia e quindi compaiono le rughe, il peggioramento della vista, la perdita dei capelli e tutto il resto. Quando le ostruzioni vengono rimosse da queste estremità costipate, il sangue e la linfa riprendono a circolare e a servire le cellule prima malnutrite e non ripulite e le rughe iniziano a diminuire, la vista migliora, i capelli riprendono il loro colore naturale, la pelle riprende la sua elasticità.
A seconda della maggiore o minore ostruzione occorrerà più o meno tempo, ma quando questo avviene l’aspetto fisico e le funzioni fisiologiche daranno l’evidenza di un “ringiovanimento”, si è guariti dalla vecchiaia. In questo senso l’invecchiamento inteso come processo irreversibile non esiste. La scienza ufficiale, in particolare la medicina, non può risolvere l’invecchiamento perché le sue soluzioni, anziché diminuire e rimuovere i materiali e le tossine che ostruiscono i sistemi circolatorio e linfatico, aggiungono altre tossine (farmaci) al resto del materiale ostruente.
La validità di un rimedio, nel caso di una sostanza, è determinata dal suo potere di rimuovere le ostruzioni che sono causa di sintomi, e senza lasciare residui, non dalla capacità di sopprimere dei meri sintomi, aggiungendo inoltre ulteriore materiale ostruente, con conseguente peggioramento delle condizioni fisiche anche se non immediatamente visibile. Più il corpo viene ostruito, principalmente a causa di errate abitudini alimentari e stili di vita inadeguati, più il corpo manifesterà i sintomi che vengono interpretati come vecchiaia.
Non esiste una “serena vecchiaia” esiste solo una progressiva intossicazione dell’organismo a cui è stato dato il termine “vecchiaia” e si può far credere che questa intossicazione continua chiamata “invecchiamento” sia irreversibile e a cui ci si deve adattare “serenamente”. Esiste invece, ed è molto forte, la credenza che l’invecchiamento sia irreversibile, e questa credenza fa sì che l’invecchiamento venga accettato e che non vi si ponga rimedio con grande determinazione.
Arnold Ehret ha scoperto tutto questo nel 1912 e lo spiega con chiarezza nel suo libro “Il sistema di Guarigione della Dieta senza Muco” pubblicato per la prima volta nel 1922. I grandi profitti derivanti dal mercato della malattia hanno sempre impedito l’ampia diffusione di questa conoscenza. L’invecchiamento è una malattia, anzi la malattia, e la si combatte ripristinando la salute al livello più profondo. La vita e la morte vengono decise al livello cellulare. Ne consegue che è a quel livello si deve agire per apportare dei cambiamenti radicali.
Se il cibo è la cura, allora il cibo deve fornire gli elementi che apportano cambiamenti radicali a livello cellulare.
Quando si segue una dieta onnivora, dopo che gli alimenti inadeguati sono passati attraverso i processi digestivi contengono pochi elementi nutrienti e in quantità davvero minima da cedere alle cellule. Una dieta perfetta potrebbe invece essere in grado di fornirli, ma tale dieta potrebbe essere seguita costantemente da chi ha un corpo completamente disintossicato o quasi. Nel frattempo, mentre ci si impegna in tale direzione per mezzo di diete di transizione, degli integratori in grado di bypassare i processi digestivi e di fornire gli elementi necessari per la riparazione e il mantenimento della salute delle cellule sarebbero ideali.
Oggi è possibile integrare le basi degli acidi nucleici che costituiscono le fondamenta per la costruzione del DNA e dell’RNA. L’organismo è in grado di produrre le basi degli acidi nucleici ricavandole dagli amminoacidi e dalle altre sostanze. In genere, se l’organismo è in grado di produrre una determinata sostanza ricavandola dalle altre in esso già presenti, tale sostanza non è considerata “essenziale”. Tuttavia, in certe situazioni l’organismo non riesce a produrre in quantità sufficienti le basi indispensabili alla produzione del DNA e dell’RNA necessarie alle esigenze dei tessuti e degli organi del corpo, con la conseguenza di una drastica riduzione del generale stato di benessere. Integrando con componenti degli acidi nucleici la possibilità del nostro organismo di sopravvivere ai continui attacchi di radiazioni, infezioni e shock a cui è sottoposto, viene sensibilmente aumentata. Nessun metodo da solo è in grado di prolungare la durata della vita riducendo l’invecchiamento e i suoi sintomi più dell’integrazione con componenti del DNA e dell’RNA
Per comprendere questo, è necessario comprendere alcune cose riguardo al DNA e l?RNA. Il minimo possibile di termini tecnici, lo prometto.
Cinque basi dell’acido nucleico costituiscono il codice di informazioni della vita. Sia il DNA che l’RNA condividono tre di queste basi – l’adenina, la guanina, e la citosina. Nel DNA, la quarta base è la timina, mentre nell’RNA è l’uracile. Nel DNA ciascuna base si combina con un monosaccaride a cinque atomi di carbonio chiamato desossiribosio, per cui il termine DNA sta per Acido DesossiriBonucleico. Nell’RNA ciascuna base si combina con il ribosio, monosaccaride a cinque atomi di carbonio, per cui RNA sta per Acido RiboNucleico. Il codice di informazioni nel DNA nel nucleo della cellula è trascritto all’RNA, che viene poi tradotto a tutti gli enzimi e le proteine prodotte nell’organismo. Il meccanismo di traduzione da DNA a RNA a proteina rende possibile la vasta diversificazione della vita sulla terra.
Il destino delle basi purina, adenina e guanina è anche più estremo. Oltre il 99% delle purine vengono spezzate in acido urico prima di essere assorbite dal flusso sanguigno. Perciò soltanto una piccolissima frazione del DNA e dell’RNA ingeriti viene resa disponibile per le numerose funzioni che sono loro richieste in tutte le cellule del corpo. Oltre agli elementi DNA ed RNA che vengono ingeriti, l’organismo può fare basi di DNA ed RNA da sostanze nutritive più semplici contenute nella dieta. In particolare, gli aminoacidi glicina, glutamina, serina, ed acido aspartico, insieme ai cofattori, le vitamine, vengono utilizzati per creare delle basi improvvisate di DNA e RNA. Per poter creare degli acidi nucleici da sostanze più semplici bisogna avere tutti i precursori ed i cofattori in quantità adeguate nel momento in cui si producono. Inoltre, bisogna avere sufficienti quantità di numerosi enzimi nelle giuste proporzioni e locazioni nella cellula.
L’uomo in questa società che non ha più nulla di naturale ha difficoltà enormi nel fornire i giusti elementi nella giusta quantità alle cellule del suo corpo, a causa di una dieta altrettanto innaturale. Premesso che è necessario impegnarsi per raggiungere una condizione etica che permetta di pensare con rettitudine e una condizione spirituale libera da sentimenti e emozioni negative, l’integrazione diretta di basi del DNA e dell’RNA è una soluzione ottimale. Un integratore di questo genere esiste e a differenza di altri è in grado di consegnare al flusso sanguigno il 90% degli acidi nucleici ingeriti o più alle cellule ed ai tessuti in tutto l’organismo.
Questo integratore è CELLFOOD DNA/RNA.
È molto importante distinguere tra le catene di DNA e le singole basi di DNA. Filamenti intatti di DNA sono lunghe catene di singole basi appese insieme in una doppia elica che può avere più di 10 milioni di basi legate insieme in un’enorme singola molecola. I filamenti di DNA intatti forniscono un codice lineare per la produzione di proteine ed enzimi. Perciò i filamenti intatti di DNA contengono informazioni ed hanno un piccolo ma effettivo potenziale di influenzare l’informazione del DNA nel nucleo della cellula. Lunghe catene di DNA richiedono una notevole digestione per estrarre le basi individuali, che risulta in uno scarso assorbimento e soltanto una piccola frazione delle basi è disponibile all’organismo per l’utilizzo. Al contrario, le singole basi di DNA non danno informazioni in sequenza. Sono semplicemente delle particelle elementari, così come le lettere dell’alfabeto sono i componenti delle parole. La loro piccola dimensione molecolare li rende altamente e rapidamente assorbibili, aumentando notevolmente la loro capacità di venire assimilati ed usati nelle cellule e nei tessuti in tutto l’organismo. Sono nutritivi e non informazionali. Sono molto sicuri ed aiutano l’organismo a riparare e ricostruire il DNA e l’RNA necessario alla salute ed alla rigenerazione cellulare. CELLFOOD DNA/RNA contiene soltanto le basi individuali di DNA e RNA per la sicurezza ed un’alta potenza di assorbimento ed utilizzo.
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