Mario Monti non si siede al tavolo delle trattative con i rappresentanti di tutto l’elettorato per trovare altre soluzioni. Semplicemente ascolta, fa sapere che è consapevole che vi siano delle proteste nei confronti della manovra, ma si va avanti così comunque. Punto. Lo fa con molta eleganza, sa come parlare e dare risposte a cui è difficile replicare. E’ stato addestrato a farlo. Per esempio, alla domanda posta da un giornalista durante una conferenza stampa: “Avete pensato ad estendere il pagamento dell’ICI anche alla Chiesa Cattolica?”, la risposta di Monti è semplice: “E’ una questione che non ci siamo ancora posti”. Punto. Il tutto senza diritto di replica.
Quindi parlando di Monti e il Vaticano, non si può poi evitare di parlare della finanza mondiale, del Nuovo Ordine Mondiale, del Club Bilderberg, di Giorgio Napolitano, della Federal Reserve Bank, della Banca Centrale Europea, dei Gesuiti, della Chiesa Cattolica, per poi ritornare a Monti e ricominciare in altre direzioni.
Bisognerebbe scrivere dei libri per esaurire l’argomento, ma posso tentare un accenno con questo articolo. Ho la fortuna di avere documenti, anche se a dire il vero un po’ datati, che possono dare degli spunti interessanti.
Le risposte secche di Monti sono uno dei risultati dell’addestramento ricevuto dai gesuiti, di cui egli stesso si vanta: “Al Leone XIII dove ho studiato per dieci anni ho appreso semmai altre capacità. Se ne accorse una volta anche il cancelliere Schròder che alla fine di un’estenuante trattativa in cui io non potevo concedere ciò che voleva, mi chiese: “Lei ha studiato dai gesuiti? Si? Ah, ecco perché argomenta, argomenta e non concede mai niente…”
E non concederà sconti nemmeno a noi.
Dieci anni di addestramento sono più che sufficienti per dare forma a una personalità stereotipata sul modello dei gesuiti.
Quando l’ho visto per la prima volta, con il suo atteggiamento contenuto, pacato e gentile, la patina di una forte moralità, ho pensato: ”Questo è un gesuita!” Non che non si debba essere cordiali, mi riferisco al modo ricercato, come una seconda pelle, con cui ci si può presentare.
Personalità simili sono quelle di ex allievi delle scuole della Compagnia di Gesù come Carlo Azeglio Ciampi e Mario Draghi che hanno studiato rispettivamente al San Francesco Saverio di Livorno e al Massimo di Roma. Guarda caso entrambi governatori di Bankitalia, oltre che, per Ciampi, la carica di decimo presidente della repubblica. Il Vaticano sa bene a chi affidare i suoi soldi.
Gli ex allievi delle scuole della Compagnia di Gesù non terminano i rapporti con i gesuiti, partecipano a raduni, convegni, presentazioni, potremmo considerarli elementi laici della milizia della compagnia, pronti a intervenire alla bisogna.
L’impatto spirituale della chiesa cattolica è in diminuzione. La società si sta degradando, e questo può significare che la chiesa non sta facendo il suo lavoro presso i popoli dichiarati come suoi fedeli. Ogni tanto il Vaticano tenta di rilanciare tramite figure di papi a volte carismatici, a volte bacchettoni che accusano i popoli stessi di degradazione morale. Tuttavia questa degradazione è la prova del fallimento dell’operato della chiesa in ambito spirituale, allo stesso modo in cui scolari incapaci sono la prova del fallimento dell’insegnante, non importa quanto sbraiti contro di loro accusandoli di essere incapaci.
Il Vaticano deve confrontarsi sempre più con la perdita di fedeli perché, invece di dedicarsi alle anime, da molto tempo è dedito soprattutto a esercitare e mantenere il suo potere politico ed economico. Invece di predicare semplicemente ha creato uno stato, una monarchia religiosa, eserciti e ricchezze. E in questo ha avuto e ha il più grande successo.
I gesuiti ricevono un addestramento unico nel suo genere, vengono selezionati per capacità e preparazione tramite studio assiduo e formazione culturale e psicologica. Vengono ordinati sacerdoti (la Compagnia di Gesù è un ordine religioso) dopo circa un decennio dall’ingresso nell’ordine. Non devono pregare collettivamente o partecipare a messe, ognuno prega singolarmente. Diventano uomini capaci e preparati e ricevono ordini solo dal loro diretto superiore, al quale devono obbedienza assoluta.
La preparazione consiste nell’annientamento della creatività, delle idee personali, della personalità sulla quale se ne sovrappone una fittizia, con un’immagine di pacatezza, gentilezza e atteggiamento benevolente, e quando il lavoro è ben fatto il gesuita rispecchia lo spirito della Compagnia di Gesù, assoluta obbedienza al papa. L’assolutismo è l’anima della Compagnia di Gesù: il subalterno deve obbedienza assoluta e il superiore ha potere assoluto sui subalterni. La Compagnia ha un capo assoluto, il Generale, la cui carica è a vita. La democrazia o almeno un’ombra di essa, non esiste. Ogni cosa, dalla posta che entra, ai libri che si leggono, vesti, armadi, cassetti, viene periodicamente controllata senza preavviso, nessuno può tenere segreto nulla, nessuna azione e nemmeno i pensieri. Gli orari sono precisi per ogni attività quotidiana incluso quando alzarsi, andare a dormire, mangiare ecc.
Il gesuita viene indotto a pensare solo in linea retta nella direzione indicata dalle regole della Compagnia di Gesù. Non c’è posto per frivolezze o argomenti futili, deve seguire la dottrina di San Tommaso e farne propri i principi e vivere secondo essi. Il pensiero fondamentale è quello di essere uno strumento per attuare i disegni di Dio tramite le direttive del Papa che arrivano attraverso il superiore. Questo pensiero monolitico viene fatto entrare nella mente del gesuita fino a che diventa la sua motivazione fondamentale e unica. Il gesuita deve fare ogni mattina un’ora di meditazione solo su questo pensiero, praticando appositi esercizi, e viene controllato che la faccia. La vita nell’ordine è scandita dalle Regole per sentire con la chiesa, di cui ne metto un estratto tradotto dal latino, per esempio la Regola 36: “Ciascuno si persuada che quelli i quali vivono sotto obbedienza debbono lasciarsi guidare e reggere dalla Provvidenza divina per mezzo dei Superiori come se fossero un cadavere, che per ogni verso si lascia volgere: ovvero come un bastone da vecchio il quale serve a chi lo tiene in mano in ogni luogo e qualsivoglia uso”.
Ci sarebbero moltissime cose che potrei scrivere sui gesuiti, ma questo basta per comprendere che anche l’istruzione laica impartita dai gesuiti nelle loro scuole di pubblico accesso ha il medesimo fine: preparare uomini nel mondo fedeli alla loro causa e obbiettivi.
Il Vaticano appoggia qualsiasi governo che gli permetta di raggiungere i suoi scopi, in primis il dominio del mondo. Durante il fascismo aiutò Mussolini a cui diede totale approvazione, e questo compito fu assegnato ai gesuiti. Basta leggere nelle pagine dei numeri della loro rivista “Civiltà Cattolica” degli anni ’20 e ’30 per avere riprova scritta dell’approvazione dell’operato del regime fascista, inclusi articoli per gettare discredito su Matteotti.
La guerra di Etiopia fu giustificata in edizioni di tale rivista del 36 così: […]giusta è la guerra e quindi l’annessione violenta, quando essa riveste il carattere indispensabile per punire l’offensore, richiedere la riparazione di un diritto leso ingiustamente e ristabilire l’ordine di giustizia.
Oppure: “Con Dio, tutti unanimi all’opera. Compiamo il nostro dovere di patrioti e di cattolici. Ciò è importante soprattutto in questo momento in cui la bandiera italiana porta sugli altipiani abissini il trionfo della croce di Dio”.
Anche le moderne guerre dei giorni nostri sono giustificate nello stesso modo.
Quando il Vaticano si rese conto che il fascismo non avrebbe più avuto un futuro, passò agli Stati Uniti tutte le informazioni utili per vincere la guerra contro il fascismo e i suoi alleati. Mandò i gesuiti a visitare i parroci perché preparassero il popolo ad accogliere gli americani benevolmente, questo non perché disapprovasse il fascismo o il nazismo, ma per tutelare i suoi interessi. Il Vaticano non ha preferenze. Da allora i gesuiti negli Stati Uniti ebbero vita facile e un’espansione incredibile, hanno aperto decine e decine di istituti e università mentre amministrano ingenti ricchezze, anche se non mancano contrasti fra cattolici, protestanti e massoni.
In Italia il Vaticano tramite lo IOR (Istituto per le Opere di Religione) controlla o possiede grandi società, istituti bancari, compagnie di assicurazione, società immobiliari, alberghi, ville e altri immobili di prestigio, cartiere, grandi fabbriche e altro, chi avesse anche una sola di queste compagnie sarebbe straricco e il Vaticano ne possiede a decine (centinaia?) solo in Italia. A queste vanno aggiunte quelle nel resto del mondo.
Concludo questo accenno sui gesuiti con le loro interessanti Regole della Modestia, pare che siano state scritte da Ignazio da Loyola stesso, che interiorizzate durante l’addestramento danno a loro l’aspetto che io definisco scherzosamente “da gesuita”:
Regola 1: | Circa la conversazione dei Nostri può dirsi questo in generale, che in tutte le azioni esteriori si veda in essi modestia e umiltà congiunta con religiosa maturità; in particolare poi si dovranno osservare le cose seguenti. |
Regola 2: | Il capo si volti leggermente in qua e in là, ma con gravità, quando ci sarà bisogno; e non essendovi bisogno, si tenga dritto e inchinato alquanto alla parte dinanzi, non piegandolo né all’uno né all’altro lato. |
Regola 3: | Tengano gli occhi comunemente bassi senza troppo alzarli o girarli in questa o in quella parte. |
Regola 4: | Parlando specialmente con persone di qualche autorità, non le guardino fisse nel volto, ma piuttosto sotto il viso. |
Regola 5: | Le rughe nella fronte e molto più nel naso si debbono evitare affinché si veda la serenità di fuori, la quale mostri quella interiore. |
Regola 6: | Le labbra non si tengano né troppo strette né troppo aperte. |
Regola 7: | Tutto il volto mostri piuttosto allegrezza che tristezza o altro affetto meno ordinato. |
Non c’è ricchezza più grande di quella del Vaticano. Quando ogni anno, confrontate le statistiche per stabilire l’uomo più ricco del mondo, ne annunciano il nome, dovrebbero sempre aggiungere: “A parte il Papa.”
La politica del Vaticano è quella che porta al Nuovo Ordine Mondiale.
Un unico governo, un’unica moneta, un’unica religione.
Si potrebbe scrivere a lungo sul Vaticano, su Mario Monti, su i politici nazionali e internazionali addestrati dai gesuiti, sul presidente Giorgio Napolitano tutti accomunati dalla voglia di Nuovo Ordine Mondiale. Quando la politica fallisce di governare diventa ossessionata dal controllo, in verità cattivo controllo, delle popolazioni. Cattivo controllo perché porta a una graduale degradazione delle persone, con conseguente maggiore infelicità.
La maggior parte delle persone non ha nemmeno idea di quello che succede intorno. I media parlano della manovra, delle proteste, della borsa che sale di uno e scende di due e poi passano alle previsioni del tempo, al natale, alle interviste al mercato rionale con le telecamere che curiosano nelle borse dei clienti che dichiarano sempre che hanno speso 13 euro per tutta la famiglia e che si riesce ancora a comprar bene, i commercianti che si lamentano e che hanno dovuto ricorrere ai saldi prima di natale pur di vendere qualcosa, per poi passare al gossip e allo sport, e poi alla 3617 puntata della soap opera. Il tutto per distrarre dalle cose che dovremmo affrontare per evitare di ritrovarci recintati in un gregge senza sapere come sia potuto accadere.
Quello che possiamo fare è informarci il più possibile e diventare consapevoli che ci sono entità e gruppi che vogliono assoggettare i loro simili al loro potere e informare le altre persone che stanno vivendo in un sogno e potrebbero avere un brutto risveglio. Più persone acquisiscono conoscenza, più potere ricuperiamo da chi vuole assoggettarci. Il potere è la somma dell’energia delle singole persone che danno credito a chi lo detiene.
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