La gestione delle menzogne.

Prima di parlare della pandemia aviaria facciamo una piccola introduzione.

Si potrebbe scrivere un libro di successo su questo argomento perché l’interesse generato è garantito. La maggior parte degli esseri umani, la massa, come la chiamano i sociologi, è considerata virtualmente ignorante. Questo significa che normalmente al singolo individuo viene fatto credere di essere una insignificanza se rapportato con il resto della massa. L’umanità è tutto e l’individuo è niente. Con questo concetto vengono fatte una infinità di ingiustizie e violazioni di diritti.

Nel caso delle vaccinazioni, alle autorità non importa, anche se ipocritamente affermano che a loro dispiace, se poche migliaia di bambini rimarranno menomati o moriranno a causa delle vaccinazioni, perché quello che conta è la salvaguardia della salute della maggioranza.

Non è provato scientificamente che la vaccinazione prevenga le epidemie o il contagio. Non è provato scientificamente che i virus siano causa di malattie. E’ invece provato scientificamente che il mercurio contenuto nelle vaccinazioni è causa di avvelenamento che produce diversi sintomi tipici di patologie, come l’autismo ad esempio, che vengono poi a loro volta “curati” con altri farmaci di sintesi. E’ provato scientificamente che il mercurio e altri metalli presenti nelle vaccinazioni sono causa di morti infantili per avvelenamento.

Ma non importa, alle case farmaceutiche va bene così e quindi viene permesso, apportando come giustificazione il bene per la maggioranza, ma è una menzogna, la vaccinazione non è scientificamente provato che funzioni.

E’ provato invece che il ministro della sanità è a conoscenza che il mercurio presente nei vaccini è dannoso per la salute.

Molti vaccini monodose obbligatori per i bambini, come quello dell’antitetanica, contengono sali di mercurio, allo scopo di evitare la formazione di muffe nei preparati. Molti studi hanno però accertato che questa componente presenta dei rischi per la salute.

La Proroga

Negli Usa i vaccini con il mercurio sono stati ritirati fin dal 1999. In Italia dovevano essere vietati a partire dal 30 giugno scorso, ma il Ministero ha prorogato «sine die» la vendita.

MILANO – Il ministero della Salute ha rinviato la messa al bando dei vaccini contenenti sali di mercurio, nocivi per la salute. Entro il 30 giugno scorso i vaccini monodose, come quello per evitare il tetano, a cui i bambini vengono sottoposti obbligatoriamente, dovevano infatti essere ritirati dal commercio, «invece sono ancora in vendita», sostiene l’«Osservatorio farmaci e salute» del Movimento consumatori.

A stabilire il ritiro dal mercato era stato un decreto ministeriale del 13 novembre 2001.

La normativa era stata adottata dopo che numerosi studi avevano dimostrato la pericolosità dei composti di mercurio. Fra i rischi: la paralisi a nervi e muscoli e perfino l’autismo. Il termine entro il quale le aziende farmaceutiche avrebbero dovuto adeguarsi è scaduto, «ma negli ambulatori medici e in farmacia non è cambiato nulla – insiste il Movimento consumatori -. In verità il ministero ha decretato una proroga sine die per la modifica dei prodotti farmaceutici».

Ieri in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato un decreto di modifica in cui si invitano le case farmaceutiche ad aggiornare quanto prima i prodotti in questione. Solo quando saranno stati sostituiti con vaccini depurati dal mercurio, il ministero ne autorizzerà la commercializzazione. Entro 45 giorni da tale autorizzazione, i farmaci vecchi andranno fuori legge.

«Il problema fondamentale però – denuncia Alessandro Miano, dirigente nazionale del Movimento consumatori – è che da nessuna parte viene indicata la data di scadenza entro cui compiere l’aggiornamento e questo potrebbe indurre le case farmaceutiche a tergiversare ancora per un bel pezzo».

Nel 1999 l’americana Food and Drug Administration (FDA) aveva accertato che la quantità di mercurio utilizzata per evitare la formazione di muffe nei vaccini superava i limiti di sicurezza. Negli Stati Uniti, ma non solo, i vaccini con eccipienti di questo tipo furono dunque subito proibiti. In Italia, invece no, è stato consentito alle industrie farmaceutiche di esaurire le scorte.

Il ministero replica ricordando che i massimi organismi scientifici europei – il Cpmp (Comitato specialità medicinali) e l’Emea (Agenzia europea per la valutazione dei medicinali) – hanno ribadito che «i benefici offerti alla popolazione dai vaccini esistenti» compresi quelli contenenti tiomersale (della famiglia del mercurio) «sono ampiamente superiori rispetto ai rischi potenziali di esposizione a tali sostanze». Ma nel resto d’Europa, come negli Usa, quei prodotti sono già stati banditi. – Tratto da www.condav.it

La pandemia aviaria non è quel disastro che vogliono far credere

Adesso con la storia della pandemia aviaria abbiamo due argomenti principali che sono di grande interesse e sono il mercato farmaceutico e il mercato dei polli.

Come tu sai ormai il mondo è davvero piccolissimo. Negli anni cinquanta potevano fare un genocidio in uno stato asiatico e manco l’avresti saputo. Adesso muore un pollo a Ho Chi Minh City e lo sai in tempo reale.

E questo può anche non essere di tuo interesse, non so magari ti viene da pensare “Poverino”, ma non penso che farai l’abbonamento TV per essere informato sui polli che muoiono in Vietnam.

Ma per le case farmaceutiche questo può essere un’occasione per alzare le quote delle loro azioni in borsa. Polli morti? E’ un alimento molto diffuso nel mondo, ragazzi, quanta gente mangia pollo!

Perché muoiono i polli?

  1. Per infezioni di diverso genere che inevitabilmente insorgono dovuto all’impossibilità di mantenere condizioni igieniche negli allevamenti intensivi.
  2. Per l’innaturale “modus vivendi” (o modus moriendi?) dei polli. La luce rimane accesa sempre. Immagina la tua vita senza la notte. Ingoiano il mangime spesso mischiato ai loro propri escrementi in mezzo ai quali vivono dal primo all’ultimo giorno di vita.
  3. Mangiano lo stesso tipo di mangime che nella mucca pazza è stata causa di BSE, il decreto che ne ha vietato l’uso è limitato solo all’alimentazione bovina.

Sviluppando malattie a causa dei punti 1, 2, e 3 si cerca di mettere una toppa imbottendo i polli di vaccini e antibiotici per mantenerli vivi almeno fino alla completa crescita per poi macellarlo. Se muore prima della macellazione, non può essere venduto, e si fa di tutto pur di farlo arrivare vivo alla ghigliottina, anche se incapace di camminare, basta che respiri (mi è venuta in mente una vecchia battuta goliardica, di cui per motivi di censura non posso rendervi partecipi, ma i più la ricorderanno.)

Nonostante tutta l’attenzione e la cura per amorevolmente accudire i polli a volte si sviluppano patologie che portano alla morte e che i soliti farmaci non riescono a controllare.

Quando ne muoiono tanti contemporaneamente, per il fatto che sono soggetti alle medesime concause è molto facile far credere che esista una epidemia.

In guerra muoiono tante persone a causa delle pallottole. Spero che nessuno creda che muoiono a causa del virus pallottolinH45. Ma se si riuscisse a farlo credere, milioni di dosi di vaccini potrebbero essere vendute.

I polli o i cigni o gli aironi morti avevano nel loro organismo un virus. Ma di che malattia sono morti? Magari per avvelenamento di sostanze tossiche contenute nei mangimi. Ma questo non renderebbe un centesimo.

Ma se i sintomi riscontrati li raccogliamo tutti in una lista e a questo set di sintomi gli diamo il nome di Influenza, e diciamo che è di carattere epidemico, non sarà molto scientifico, ma avremo fatto bingo!

Ricorda che la scelta delle parole a questi livelli non è mai casuale.

A questo punto parte la potente macchina delle PR per convincere la massa (cioè noi) che arriverà l’influenza e che possiamo impedire che si trasformi nella famigerata pandemia aviaria se ci facciamo vaccinare tutti.

E gli “esperti” (le virgolette sono d’obbligo ormai) tirano fuori la pandemia del 1917, magari ci hanno infilato anche i morti della I Guerra Mondiale, ma che importa, l’importante è creare la paura. E le reti televisive inseriscono nei loro palinsesti in continuazione film con il solito micidiale virus che scappa dal laboratorio e infetta un’intera cittadina. All’ospedale malati pieni di abominevoli e repellenti pustole stanno rantolando in agonia. Non c’è apparentemente antidoto e per la sicurezza del paese se entro 24 ore non verrà trovato il vaccino tutti gli abitanti dovranno essere uccisi e le loro case bruciate. Inevitabile se vogliamo salvare il resto dell’umanità. La nonna stacca gli occhi dalla televisione, mi guarda spaventata chiedendomi: “Non faranno mica così con noi eh?” …”con ‘sta pandemia degli uccelli”…

La rassicuro dicendole che va tutto bene e che è tutto a posto, è solo un film, nella realtà queste cose non succedono e lei si aggiusta lo scialle nero come per proteggersi meglio.

“Speriamo che trovino il vaccino…” Borbotta fra sé e sé.

Poi il film si conclude con lo “scienziato buono” che trova l’antidoto e tutti sono salvi. La nonna si alza, raccoglie gli occhiali e Famiglia Cristiana, appoggia la mano sulla maniglia della porta, si volta verso di me sorridendo ed esclama: “Meno male che l’hanno trovato!” e si dirige verso la sua camera da letto, borbottando: …Sì, sì lo so che tu…che non hai neanche fatto vaccinare i bambini… e son bellissimi eh, sono bellissimi,… mah non lo so… perché prego tanto sai? Non star credere…Eh sì!

La nonna si ritira nella sua camera da letto sperando che il Signore la risparmi…

La pandemia aviaria quanti soldi vale?

Quanto vale questo business? Facciamo che la fialetta costi solo un euro, costa di più ma facciamo per finta, come dice mio figlio Michael, moltiplicando per quasi 60.000.000 di italiani quanto fa? Giusto! E se moltiplichiamo per tutti i cittadini europei? E per tutto il mondo?

Sono tanti soldi che non riesci nemmeno ad immaginare, né quanto sarebbe alta la collina che formerebbero se venissero scaricati nel tuo cortile!

Comprenderai che di fronte a tale possibilità di facile guadagno enorme, in un mondo dove l’etica non è certo al primo posto fra i valori considerati degni di valore, se non c’è prova che un tale virus possa portare all’evolversi dell’influenza in pandemia aviaria, le prove le produrrai.

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e mentre si sta montando lo stage per lo spettacolo della Pandemia Aviaria, la massa, il popolo che guarda la TV, va al supermercato, vede il pollo nelle vaschette cellofanate ma non lo prende. E non prende nemmeno il tacchino, o l’anitra o le quaglie, o i galletti, o qualunque cosa che volava.

Non si sa mai, meglio prendere qualcos’altro, anche se, trattandosi sempre di carne, la scelta non sarà certo migliore. Anche gli altri animali provenienti dagli allevamenti subiscono la stessa esperienza da lager e mangiano più o meno le stesse cose o gli vengono somministrati gli stessi farmaci e non sono sani.

Per esempio, gli stupendi stambecchi del Gran Paradiso stanno morendo dopo un’agonia causata da cecità. Sono diventati ciechi dopo essere stati in contatto con ambienti contaminati dal transito di pecore. Saranno tanto salubri queste pecore ed agnelli? Ricordati che la Pasqua sta per arrivare. Cosa facciamo, stiamo zitti e lasciamo crepare gli stambecchi o informiamo la comunità che gli ovini d’allevamento pieni di antibiotici e di svermanti hanno avvelenato e reso ciechi gli stambecchi?

Potrebbe succedere però che il mercato degli ovini ne risenta, e proprio adesso sotto Pasqua… Meglio di no. Ne parleremo dopo Pasqua, se saranno ancora vivi, potremo dire che occorre vaccinare anche gli stambecchi.

Ora dobbiamo fronteggiare la protesta degli allevatori. Ce l’hanno con i giornalisti. Avete esagerato, ci avete causato miliardi di danni. Adesso ve la facciamo vedere noi. Non vi diamo più un centesimo per la pubblicità, mangerete aspirine.
Allora si deve porre subito rimedio. Dobbiamo elaborare una teoria che salvi capra e cavoli… Se diciamo che il virus non è trasmissibile all’uomo, questo rende inutile la vaccinazione e l’industria farmaceutica non solo non ci dà più contratti pubblicitari, ma ci chiede indietro i soldi per la campagna “Avian Flu”.

Allora dobbiamo dire che il virus è trasmissibile solo per contatto diretto con l’animale vivo ma non mangiandolo una volta morto. Possiamo dire che la cottura lo uccide e quindi si può mangiarlo tranquillamente. Ma potreste venire in contatto con un dipendente di un allevamento di polli, mica ce l’hanno scritto in fronte, e potresti venire infetto, quindi si rende necessaria anche la vaccinazione.

I giornalisti devono anch’essi rimediare. Devono mangiare il pollo al telegiornale e dire che è buono e che è sicuro, e ammettere che hanno causato dell’inutile allarmismo, perché i soldi li prendono non solo dall’industria farmaceutica, ma anche dall’industria della carne bianca. E devono accontentare tutte e due.

Farei ora delle domande al ministro Storace, farei delle supposizioni, del tipo: “Signor ministro, supponiamo che io porto a casa una vaschetta con un quarto di pollo e rompo il cellofan. Non potrebbe un virus scappare dal pollo prima che riesco a cuocerlo ed entrare nelle mie narici e infettarmi?”

Ma farlo sarebbe accettare di far parte della massa di imbecilli che gli addetti ai lavori credono che siamo.

Non hanno alcun che di scientifico da fornire. Non hanno alcuna prova. Hanno preso un virus e gli hanno dato una sigla. Questa è l’unica cosa vera di tutta la storia.

La vera causa della diffusione del virus

Gli uccelli selvatici migratori sono stati imputati dagli “esperti” di essere portatori originari del virus della pandemia aviaria e di contaminare gli allevamenti di polli.

E’ una menzogna ignobile. Sono gli allevamenti di polli che infettano gli uccelli migratori.

Come al solito la macchina delle PR riesce a capovolgere completamente una bugia e a farla apparire una verità. Quello che è l’effetto viene presentato come causa.

E’ la sconsiderata gestione degli allevamenti intensivi alla base dell’epidemia, il pericolo non viene dagli uccelli selvatici.

the indipendent

In un articolo pubblicato recentemente dall’Indipendent si avanza autorevolmente un’inquietante ipotesi: alla base della pandemia aviaria ci sarebbero proprio gli allevamenti intensivi di pollame.

La FAO è in possesso di studi dell’Università di Bangor (Galles) e Giessen (Germania) in cui si sottolinea come le morie causate dall’influenza fra gli uccelli acquatici sono avvenute in Cina, Romania e Croazia in corrispondenza di località dove si concentrano stagni di allevamento di pesci. In questi impianti si utilizza, come fertilizzante delle acque, la pollina, cioè il guano prodotto dagli allevamenti intensivi di polli.

Anche la moria di oche selvatiche avvenuta nel maggio scorso nella Cina centrale, a cui si riconduce l’attuale diffusione del virus tra gli stormi migratori, è avvenuta in una località (Qinghai) dove proprio la FAO sovvenziona un grande progetto di itticoltura industriale integrata che prevede l’utilizzo degli escrementi dei polli per accrescere la produttività degli stagni di pesca.

Il lago di Qinghai infatti, oltre ad essere un luogo dove si concentrano allevamenti di polli e di pesci, è famoso per la nidificazione di moltissimi uccelli acquatici, che di conseguenza hanno risentito per primi dell’epidemia di influenza.

L’equazione quindi è la seguente: gli allevamenti intensivi di polli, luoghi ideali per la diffusione di massa della pandemia aviaria a causa del sovraffollamento di individui della stessa specie e della stessa età, producono tonnellate di escrementi infetti che vengono riversati negli stagni di pesca; gli uccelli selvatici, che vivono negli stessi ambienti, si infettano, ma sono le vittime secondarie e devono quindi essere difesi dai contagi provenienti dagli allevamenti, al contrario di quanto attualmente si sostiene.

I recenti focolai in Nigeria hanno colpito infatti le zone con la maggiore densità di allevamenti industriali di polli; nel resto dell’Africa non si sono registrate morie di uccelli selvatici nelle aree in cui questi maggiormente si concentrano.

E’ bene anche sottolineare che la Cina esporta in Europa e probabilmente in tutto il mondo ingenti quantità di pollina come fertilizzante, anche prettamente agricolo: chi ci assicura che non rappresenti un gigantesco serbatoio per il virus, che come sappiamo rimane vivo negli escrementi per molte settimane

E’ stata bloccata l’importazione di penne e piume dalla Cina, ma non degli escrementi di pollo! Non ci hanno pensato gli esperti? O non hanno idea di cosa stanno facendo? O cosa…?

La cosa giusta da dire

Noi siamo il popolo sovrano e se lo siamo veramente dipende solo dal fatto che ci avvaliamo di questo nostro diritto.

Ministro storace

Caro Storace, sei stato messo li da noi per fare i nostri interessi di cittadini. Ti stiamo pagando uno stipendio che molto difficilmente qualcuno di noi ha più alto del tuo, e questo perché tu faccia i nostri veri interessi. Noi non siamo qui per essere depredati dei nostri soldi per arricchire immeritatamente grandi compagnie.

Ti riteniamo intelligente a sufficienza da capire cosa sta avvenendo veramente quindi piantala di riportare alla TV e sui giornali gli spin che ti forniscono, come se ad ascoltare e a leggere ci siano degli emeriti imbecilli e risolvi questo problema come si deve.

Noi ridiamo quando sentiamo le panzane che dicono continuamente alla TV sulla pandemia aviaria tanto sono discordanti da un giorno all’altro, e ci domandiamo se chi parla in quel momento, sta prendendo i soldi da quelli delle pillole o da quelli dei polli o da tutti e due.

Tu lo sai come vanno le cose negli allevamenti intensivi, non ci faresti il pic nic con la tua famiglia. Fai quindi intervenire i veterinari, dai a loro il potere di chiudere un allevamento quando, per esempio, i bancali di mangimi camminano da soli per i vermi sottostanti che si muovono.

Dillo anche ai tuoi colleghi europei. Non fare il pranzo mangiando il pollo arrosto mediatico per far credere ai cittadini che non c’è rischio mangiando pollo. Non la berrà nessuno, otterrete l’effetto contrario. Se vuoi veramente fare una dimostrazione attendibile, prendi i polli, falli siringare con qualche c.c. di H5N1 e poi falli mangiare ai colleghi europei.

Ma se avranno dei brutti effetti non sarà comunque per la pandemia aviaria.

Su questo, è d’accordo anche Francesco Chiodo, professore ordinario di Malattie infettive all’università di Bologna:

Pandemia Aviaria, una psicosi gonfiata ad arte

Il professor Chiodo: “Non ci sarà una Spagnola bis, psicosi senza senso su fenomeni annuali dei quali finora non si è preoccupato nessuno”

Milano, 20 feb. (estratto da Adnkronos Salute) – L’allarme per la pandemia aviaria è una “mongolfiera” che si sta gonfiando sempre di più. E a rifornirla di gas è tutta una serie di figure interessate a vario titolo ”ad alimentare la psicosi. In prima fila i ‘nuovi cervelli’. Esperti che ogni giorno, magari per garantirsi visibilità, diffondono le notizie più disparate”: dalla lista dei volatili più vulnerabili a quella delle specie immuni, dalle virtù dei farmaci antivirali fino addirittura ad arrivare al ‘toto-morti’ in caso di epidemia globale.

A ridimensionare l’emergenza è Francesco Chiodo, professore ordinario di Malattie infettive all’università di Bologna, che contro ”questa assurda pandemia mediatica” propone all’Adnkronos salute ”l’antidoto della conoscenza”.

I cittadini, afferma l’esperto, ”riuscirebbero a vivere più serenamente se si facesse comprendere loro che la comparsa di mutanti virali in determinate specie, animali o umane, è un fenomeno naturale che è sempre esistito e tale mutazione risulta dannosa pressoché esclusivamente per la specie originaria.

Fenomeni di ‘salto di specie’ sono frequenti in natura, come è accaduto recentemente per la Sars e in passato per la peste, il cui agente patogeno sopravvive ancora tra i roditori selvatici”. Casi come i decessi di vari uccelli migratori in alcune regioni della nostra penisola sono ”fenomeni annuali – sottolinea ancora l’infettivologo – di cui però, stranamente, prima d’ora non si era mai preoccupato nessuno. Scatenare una psicosi partendo da una carogna trovata su una spiaggia non ha alcun senso”, ribadisce Chiodo.

Convinto che un’eventuale pandemia aviaria sia ”impossibile da prevedere”. E se anche dovesse arrivare, ”mai e poi mai potrà assumere i connotati della “Spagnola” che nel 1918 ha ucciso milioni di persone nel mondo”. ”Se ci fosse una maggiore diffusione di notizie scientifiche, invece che di allarmi, e se ci fosse un vero approfondimento delle conoscenze attuali – prosegue Chiodo – forse si capirebbe che il regno animale non è immune dalle infezioni, e che ogni germe ha un suo “parco”.

E il parco dell’H5N1 rimane ”veterinario”, conferma l’infettivologo. Per ora ”non si tratta che di una semplice zoonosi, e non di una pandemia aviaria, come ce ne sono state ogni anno senza che l’opinione pubblica si smuovesse in questo modo”.

Altro articolo sulla pandemia aviaria

Visita anche questo sito.

Luciano Gianazza

Luciano Gianazza, traduttore dei libri originali di Arnold Ehret, e di Edward Earle Purinton, scrive articoli di carattere filosofico spirituale che rispecchiano le sue personali esperienze lungo il cammino della conoscenza, oltre ad altri sulla corretta alimentazione dell’uomo. Ha creato il sito NikolaTesla.it per un suo voler ricordare un Uomo, Nikola Tesla, per cui nutre una profonda stima.

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