La trilogia di Matrix ha affascinato molti che hanno visto e rivisto i film, lasciato indifferenti altri e suscitato emozioni di rigetto in altri ancora. Indipendentemente dalle reazioni provocate, questi film hanno fornito un’idea della verità, non importa quanto modificata per fini pratici necessari per la creazione di un film.
La chiesa cattolica accusava, processava e scomunicava e perfino arrostiva chi sosteneva che la terra non fosse piatta. In quegli anni pieni di ignoranza c’era chi era totalmente indifferente al fatto che la terra fosse piatta o sferica, chi dava in escandescenze solo a sentir parlare della possibilità che il mondo fosse diverso da quanto allora sostenuto e pochi invece erano entusiasti e sentivano sollievo e quel senso di libertà che deriva dalla chiarezza che si forma nella nostra mente quando veniamo a conoscenza di un frammento della verità.
Ma quello era il Medio Evo! Oggi nessuno sosterrebbe l’idea che la terra è piatta, vista l’evidenza del fatto che ci possiamo girare attorno e di fatto ci giriamo attorno anche solo per fare le vacanze.
Oggi, in questa società tecnologicamente avanzata, dove possiamo vederci al telefono da una parte all’altra del mondo, dove possiamo ….beh, basta che guardi la TV per l’elenco di quello che possiamo fare…. Oggi, dicevo, siamo di nuovo nel Medio Evo, anche se reso affascinante dalla marea di immagini splendide che ci bombardano da ogni parte.
Per spiegare meglio questa ultima asserzione devo fare una parentesi e parlare della questione spirituale, una questione che è una patata bollente che mollerei volentieri per evitare l’insofferenza che questo argomento suscita in molti. Questa insofferenza nasce dal fatto che siamo nati e siamo stati educati nel seno della cristianità e del cattolicesimo. Non è questo un attacco alla chiesa cattolica ma solo una spiegazione di come credenze basate su dogma abbiano fatto si che molti ripudiassero la loro natura spirituale. Un dogma non necessita spiegazione ma esige fede al di là della sua comprensione e questo a molti giustamente non piace. Un mistero assilla e rode un individuo, un pò come quando si hanno dei dubbi e degli indizi molto forti che il proprio partner stia facendo le corna ma non si ha mai la certezza, tanto per dare un’idea. E’ una situazione estenuante e a quel punto o si decide di continuare un rapporto, ormai logoro e segnato dall’odio represso e non più sostenuto dall’amore, nella speranza di cogliere l’altro con le mani nel sacco, o si molla il partner.
Quello che si intende quì come essere spirituale non è qualcosa che è associato con la preghiera, ascoltare prediche, l’esser buoni nella speranza che una volta che si muore questo spirito andrà in paradiso, un luogo o non luogo di cui non sappiamo se esiste o cosa in realtà sia. Non siamo un corpo che ha uno spirito, come non siamo un’automobile che ha un conducente, ma siamo uno spirito che ha un corpo. Siamo un qualcosa di immateriale e al di là del tempo che esiste e creiamo degli effetti sulla materia. Questo non ha nulla a che fare con le chiese, con l’attesa che la messa giunga finalmente all”andate in pace” per andare a prendere l’aperitivo con gli amici al bar della piazza, con l’essere buoni, con la preghiera, con incensi, candele e processioni, rosari, riti e culti, paradiso e inferno. Anche un criminale è un essere spirituale che si differenzia da chi si comporta nel rispetto dei propri simili solo per le azioni e gli effetti distruttivi che crea. Il fatto di credere di essere un corpo dipende dall’identificazione con esso, un po’ come quando parteggiamo per il protagonista di un film, in una certa misura ci identifichiamo con esso. Solo che quando usciamo dal cinema ritorniamo, si fa per dire, “noi stessi”, e solo qualche mente labile continua ad essere il personaggio del film appena visto. Quanti Rambo ci sono in giro ancora?
L’essere spirituale sei tu. Una “cosa” è quello che è: una mela è una mela, che ci creda o no. L’essere spirituale è, per fare un paragone, il conducente. Il corpo è la macchina e la mente è la centralina elettronica. La centralina può essere programmata per far funzionare la macchina con certe prestazioni o con altre.
L’essere spirituale usa il mondo per interagire con altri esseri spirituali. E come una lavagna su cui scrive messaggi che possono essere letti da altri.
Possiamo chiudere qui la parentesi sullo spirito, necessaria solo perchè senza di essa alcuni riferimenti non potrebbero rendere comprensibile il resto dell’articolo.
Consideriamo ora una immagine di un oggetto riflesso in uno specchio. Tutti sappiamo che se un oggetto viene posto di fronte a uno specchio piano, nello specchio medesimo se ne vede un’immagine esatta, ( non consideriamo che la destra appare essere la sinistra ecc. per ragioni di semplicità). L’immagine riflessa appare essere all’altro lato dello specchio nella posizione opposta dove si trova l’oggetto reale. Ma quel che conta osservare a proposito di questo fenomeno è che un oggetto può vedersi in un luogo in cui non esiste nulla che gli corrisponda. Allo stesso modo il mondo familiare delle forme, dei colori, dei suoni ecc. che vediamo al di fuori di noi e nel quale conduciamo la nostra vita, è formato da un processo misterioso di proiezione mentale. Le vibrazioni, trasmesse attraverso gli organi di senso al cervello, arrivano alla nostra mente. La nostra mente a sua volta, da quelle vibrazioni, forma un immagine che noi percepiamo e che riproiettiamo inconsapevolmente fuori di noi, ed appunto tale proiezione produce l’impressione di un mondo “reale”. In realtà questa impressione del mondo solido e tangibile, familiare, all’esterno, è pura illusione. L’immagine del mondo che vediamo è un’immagine virtuale, nel senso che gli oggetti che vediamo fuori di noi non vi si trovano affatto. Che essi appaiano là si fonda sul mondo esterno di atomi e di molecole e sulle loro vibrazioni che stimolano gli organi di senso, e successivamente, attraverso la mente, l’essere spirituale, che è la base ultima dell’immagine. La mente produce l’interazione tra spirito e materia e inoltre proietta i risultati di tale interazione fuori di sè, quali immagini virtuali. Questa proiezione all’esterno da parte della mente crea l’illusione che il mondo che consideriamo reale esista.
Il fatto che l’immagine del mondo che vediamo sia un’illusione non comporta la negazione del mondo fisico. Il mondo fisico è costituito solamente da vibrazioni, impulsi che stimolano l’essere spirituale, attraverso gli organi di senso, a produrre l’immagine del mondo così come lo vediamo.
Quando attraversiamo il soggiorno dalla porta d’ingresso alla finestra, stiamo osservando un corpo, il nostro corpo che compie una serie di movimenti. Sentiamo il peso del corpo, percepiamo la durezza delle piastrelle o il tappeto morbido, ma queste sono solo senzazioni percepite dal senso del tatto, vediamo gli oggetti presenti della stanza che si ingrandiscono mentre il corpo si avvicina ad essi, ma di nuovo sono serie di immagini percepite tramite la vista che ci danno l’idea di movimento, e questo vale per i suoni, i sapori, i colori ecc. In realtà noi, intesi come esseri spirituali immateriali non abbiamo una posizione nello spazio o movimento ma ne creiamo l’apparenza tramite la proiezione di immagini, senza esserne consapevoli, credendo di essere quel corpo (un’immagine, se pur molto complessa,) che apparentemente si muove in uno spazio (altre immagini). Questa identificazione nel corpo, al punto di credere di essere il corpo stesso, è così profonda che, unita alla credenza dell’esistenza illusoria del mondo, rende quasi impossibile accettare la verità e di fatto costituisce la nostra prigione senza sbarre.
Prendiamo in considerazione i colori. Tutto quello che la scienza sa è che le vibrazioni di luce di una certa frequenza danno l’impressione di un determinato colore. Essa conosce solo l’aspetto oggettivo del fenomeno ma la ragione per cui una certa frequenza di vibrazione comporti l’impressione di un determinato colore, la scienza non può dirlo. Il mondo fisico della scienza e un mondo di atomi e molecole turbinanti mosse dal gioco di diversi tipi di energie. Il mondo mentale che scaturisce dalla nostra coscienza assumendo come strumento il mondo fisico è qualcosa di assolutamente diverso dal mondo fisico, sebbene ne dipenda. Vi è un abisso tra l’uno e l’altro, abisso che la scienza non è stata capace di colmare, ne potrà colmare finché non terrà conto della Realtà che si esprime attraverso i fenomeni della coscienza.
Un essere spirituale ha poteri immensi, limitati soltanto dal veicolo in cui si identifica. In realtà è più grande delle cose che è in grado di concepire. Il far credere che sia un corpo che si muove in uno spazio limitato per quanto grande possa essere è il modo in cui lo si imprigiona. Ma questo avviene solo quando si dimentica della sua vera natura. Chi o che cosa fa si che questo avvenga fa parte della ricerca del perchè dell’esistenza dell’essere umano.
Alcune religioni si sono occupate di questa ricerca, hanno raccolto frammenti di questa verità, ma anziché usarli per aiutare l’uomo a diventare libero li hanno usati per controllarlo ulteriormente a beneficio delle gerarchie ecclesiastiche. Questo ha fatto si che molti si allontanassero da esse ma il vero danno è che molti hanno rinnegato la propria natura spirituale (il che significa la totale negazione della propria esistenza a favore di una fittizia) avendo associato tutto ciò che è spirituale con il controllo di tali poteri, che sono una cosa ben distinta. L’essere spirituale è sempre esistito, le religioni sono venute dopo. Quelle valide sono solo quelle che agiscono in direzione del recupero della consapevolezza e della verità, non del loro affossamento.
Immaginiamo che ci sia una enorme isola che ha la funzione di prigione senza sbarre e senza guardie per un gruppo di ergastolani. La distanza dalla terraferma è tale che è impossibile con le risorse dell’isola ipotizzare una fuga e che quindi ormai tutti sono rassegnati all’idea che saranno costretti a condurre la propria esistenza fino al momento della morte su quell’isola. Quello che avverrà in seguito è che in qualche modo si organizzeranno per vivere al meglio possibile in comunità, con una sorta di codice di condotta o leggi, fossero pure a livello della legge del più forte. Si formerebbero delle gerarchie, diritti, doveri e privilegi. Una forma di società.
Se poi in qualche modo si rendesse possibile, con qualche forma di ipnotismo, far loro credere che esiste solo quell’isola e che quello è tutto il mondo che c’è e che non sono in una prigione, otterremmo degli esseri inconsapevoli e qualcuno magari sarà pure felice, se ha un buon tenore di vita, anche se relativo. Ma la cosa più importante, per il responsabile della colonia penale, è che non si può nemmeno pensare di fuggire da una prigione se non sai che sei in una prigione! E possono anche permettersi letteralmente di dimenticarsi di quella colonia penale, perchè non scapperà mai nessuno da lì.
The Truman Show è un buon esempio e include anche il fatto che a volte il meccanismo si inceppa e qualcuno può cominciare a chiedersi se il mondo è tutto quello che conosce o se c’è dell’altro. Delle domande a volte ci passano per la mente. Chi sono io veramente? Cosa ci faccio quì su questo pianeta che gira intorno al sole che si muove a sua volta in una galassia che a sua volta gira intorno a qualcos’altro? Qual’è lo scopo per cui sono quì? Sono domande che arrivano dalla nostra vera essenza. Molti non se le pongono più. La scienza si occupa di studiare la struttura della prigione, non della sua funzione. Gli scienziati sono persone inconsapevoli al pari degli altri. Si sono dimenticati di essere anch’essi degli ergastolani che farebbero meglio ad impegnarsi a cercare una via di fuga invece di studiare come è fatta la prigione per renderla più accogliente. Per questo dare soldi alla ricerca è uno spreco di risorse.
Siamo in questa prigione, tutti ergastolani, colpevoli o innocenti non è la questione rilevante, ma il fatto che lo abbiamo dimenticato lo è. Non cerchiamo la via di uscita con la dedizione che la situazione richiederebbe. Siamo immersi in un sonno ipnotico, ed è per questo che la pubblicità funziona. Anche su chi non acquista i prodotti per ripicca. Una reazione avversa è comunque stata provocata.
La tecnica che fa funzionare la pubblicità si chiama POSITIONING, posizionamento. Significa che un oggetto che non ha alcuna reale relazione viene posizionato su un differente oggetto che si vuole che tu compri, utilizzando le sensazioni ed emozioni che il primo è in grado di stimolare e che dalla tua mente vengono erroneamente attribuite al secondo, che per sua natura è incapace di farle risvegliare in te.
Si tratta dell’applicazione del meccanismo dell’illusione, lo stesso che ci mantiene felici e contenti nella prigione. Anche le parole vengono usate con lo stesso metodo. Se
leggiamo la parola “tette” pochi di noi avranno una reazione neutra, sia uomini che donne, dovuto a tutto ciò che a questa parola è associato, di piacevole, spiacevole, o neutro. Se poi leggiamo “davvero un bel paio di tette” saranno ancora meno coloro i quali non avranno alcuna reazione, il che comprende anche quelli che reprimono le loro emozioni e diranno a se stessi.”a me non fa nessuna reazione”.
Tutte le sindromi inventate dalla psichiatria non sono altro che interpretazioni di questo meccanismo modificato dalla fantasia del singolo psichiatra che ne ha dato il nome, dal complesso di edipo alla sindrome del pene piccolo.
La parola “tette” può far venire alla mente un sacco di altre cose e mi diverto a farne una lista: la mamma, poppare, grosse, piccole, a pera, a base larga, sode, mollicce, cadenti, belle, brutte, senza tette, tettona, rammarico (aveva davvero due belle tette….), l’invidia di chi ne è carente, la soddisfazione di chi le possiede, il potere di chi le ha e le usa (guardare ma non toccare) come fanno girare la testa quando ti passano a fianco facendoti interrompere il discorso, come fissano lo sguardo, i fischi del buzzurro, i commenti fra amici, il reggiseno, senza reggiseno, scollatura, come sobbalzano dolcemente quando una donna cammina veloce (spesso intenzionalmente) abbronzate, dirompenti, ecc. La lista potrebbe continuare a lungo, ma questa basta per indicare cosa può rievocare nelle menti una parola. Questo vale per moltissime parole e immagini e il sesso funziona egregiamente a questo scopo perchè è la sensazione più gradita dalla maggioranza.
L’accostamento di una bella donna di fianco a una inerte bottiglia di acqua minerale ne incrementa l’acquisto. Le sensazioni che derivano fanno sì che si acquisti l’acqua convinti di “acquistare” ciò che la ragazza rappresenta. Una ulteriore illusione in un mondo illusorio. Ed è così che ci viene venduto il mondo in cui crediamo di vivere.
Quella in cui ci troviamo è davvero una prigione molto grande. Le multinazionali della chimica, della farmaceutica, delle derrate alimentari, del mondo della salute e della malattia, del denaro usano l’illusione per venderci la loro merce e fanno capo ad individui che muovono i fili nel teatrino del mondo, ma sono pur essi prigionieri della grande prigione in cui tutti i giochi, per quanto allettanti e gratificanti servono solo a tenerci molto occupati in modo che non ci vengano in mente strane idee balzane e che qualcuno possa scrivere cose assurde come questa. Ma non si può annientare completamente un essere e, anche se dopo eoni, inesorabilmente le domande inerenti alla nostra natura, prima timidamente, poi con maggiore insistenza e infine con veemenza appaiono nella nostra mente.
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