La scienza dell’alimentazione si basa sul fatto che il corpo umano è composto di vari elementi principali fissi, di cui alcuni sono strutturali mentre altri sono dei catalizzatori o attivatori, senza i quali non saremmo in grado di svolgere alcuna funzione. Questi catalizzatori non fanno parte della struttura del corpo, ma lo fanno funzionare. Ognuno di questi elementi è necessario per continuare a vivere.
Se in qualche modo falliamo di ottenere qualsiasi di questi elementi, siamo soggetti a ciò che viene chiamata carenza o scompenso, e realizziamo quanto questo ha a che fare con la malattia.
Se al corpo vengono dati tutti gli elementi necessari alla ricostruzione dei tessuti, oltre a quelli necessari per svolgere le varie funzioni, — se l’alimentazione è bilanciata correttamente, — se il corpo non è sovraccarico di materiali inutili e dannosi e di tossine, — se le leggi chimiche non vengono sconvolte nella combinazione quotidiana dei cibi che assumiamo, allora non ci sentiremo stanchi, non saremo ammalati, non invecchieremo né moriremo prematuramente.
L’Uomo quando si nutre in modo appropriato, può vivere nel più gelido nord o nel torrido equatore confortevolmente — può fare il lavoro che a una persona nutrita non appropriatamente sarebbe impossibile — può portare a termine i compiti più impegnativi mantenendosi di buonumore.
Ma fai in modo che la sua alimentazione sia inadeguata e sarà soggetto alla fatica, alla malattia e alla morte prematura.
L’importanza dell’alimentazione è sottovalutata. Una volta un mio amico aveva deciso di omettere il latte e i latticini dai suoi pasti perché aveva dei dolori all’orecchio. Riteneva che il dolore derivasse dalla pressione di eccessivo muco prodotto da un considerevole consumo di latticini.
In effetti ad una successiva visita medica, le sue condizioni erano migliorate e quindi aveva informato il medico del cambiamento nella dieta. Il medico, dopo qualche attimo di silenzio, gli rispose che non vedeva alcuna relazione tra un dieta e il dolore all’orecchio. E aveva ragione, sul fatto che non riusciva a vedere alcuna relazione, ma non certamente sul fatto che tale relazione tra alimentazione e i vari disturbi e malattie esista.
L’aneddoto mostra, in questo caso, come l’alimentazione non sia nemmeno tenuta in considerazione e come si tenti di curare una singola parte del corpo trascurando altri fattori importanti.
L’alimentazione è una scienza, ma le ricerche che la riguardano sono lasciate a singoli individui spinti da un genuino desiderio di trovare soluzioni per la salute dei loro simili, che non comporti l’uso di droghe e farmaci. Questa scienza, se compresa e aiutata, può garantire la libertà dalle limitazioni fisiche che tormentano l’essere umano. Questo può essere fatto senza pesanti rinunce o gravose cure se si osservano alcune regole.
Per assicurare che il corpo abbia tutti gli elementi chimici che costituiscono la sua struttura, oltre a quelli che usa nelle varie attività interne, è bene che gli alimenti siano molto vari, facendo attenzione a quei cibi che vanno evitati, e la maggior parte di essi dovrebbe essere allo stato naturale, con le loro caratteristiche chimiche intatte.
Il momento migliore per mangiare è quando si ha fame. Si gusterà meglio ciò che si mangia, a differenza di quando ci si mette a tavola perché è arrivata l’ora, pur non avendo appetito. Se poi viene fame mentre si lavora, qualche ora di “digiuno” non creerà alcun danno, e si apprezzerà meglio il prossimo pasto.
Se si consumano differenti cibi nello stesso momento, è necessario conoscere le particolari condizioni necessarie alla loro digestione. Allora si potrà gioire di qualunque cibo che sia valido per ricavarne nutrimento, e scegliere quelli che più ci aggradano.
Questo non significa che per essere forti e pieni di vita non si debba mangiare nient’altro che questi cibi naturali, ma significa che se una buona percentuale di questi non fanno parte dell’alimentazione quotidiana si svilupperanno i vari tipi di carenze che portano direttamente alla degenerazione del corpo, aprendo la strada a infezioni o attacchi da microrganismi di ogni genere.
Si dovrebbero consumare abitualmente e principalmente cibi naturali, e veramente pochi di quelli raffinati o lavorati.
Gli indigeni dei luoghi lontani dalla cosiddetta civiltà non avevano bisogno di fare questa selezione, ma mangiavano quello che piaceva a loro quando lo trovavano. Anche le granaglie che schiacciavano nel mortaio mantenevano le proprietà nutritive. Una volta raggiunti dalla “civilizzazione” iniziarono a mangiare cibi raffinati o lavorati con conseguente deterioramento del loro stato di salute, al pari dei loro simili che portarono loro tale civilizzazione.
I soldati romani al tempo di Cesare, non avevano una cucina da campo, ognuno aveva solo un sacchetto di cereali che costituivano il pasto principale, oltre a frutta e vegetali selvatici che trovavano lungo la strada. Non avevano una sezione medica, i chirurghi ricucivano le ferite e nient’altro. L’esercito romano è stato il più efficiente e resistente che la storia ricordi. Sto parlando di chicchi non di farinacei.
Non viene prestata tutta l’attenzione necessaria a cosa veramente succede al corpo quando gli vengono negati elementi essenziali per la sua salute, consumando cibi impoveriti dalle varie lavorazioni. Non deve sorprendere che le nazioni che soffrono del maggior numero di malattie o disturbi sono quelle in cui maggiore è il consumo di cibi lavorati e raffinati, e sono pochi coloro che vedono questa connessione.
I metodi ordinari di cuocere le verdure le deprivano dei minerali e delle vitamine che le rendono così preziose. Quello che rimane dopo la cottura è di scarso valore nutritivo. Inoltre la perdita di sapore richiede l’uso di condimenti e spezie.
L’alta temperatura richiesta per la cottura distrugge tutti gli elementi attivi come gli enzimi e le vitamine, quindi è opportuno cuocere il meno possibile e con basse temperature, (il cosiddetto “scottare”). I vegetali dovrebbero venire cotti al vapore, sempre leggermente. In aggiunta, è oggi necessario procurarsi cibi biologici, liberi da pesticidi, costituendo i prodotti chimici ad uso agricolo un’ulteriore seria minaccia alla salute.
Il maggior pericolo per la salute deriva dal consumo di cereali, quando macinati e raffinati, come la pasta ad esempio, e gli zuccheri cristallizzati. Normalmente mangiamo troppo di questi cibi, raffinati o meno. E se questi hanno il posto d’onore sulla tavola, la cosa si fa seria se sono raffinati o denaturati completamente come la farina bianca e lo zucchero bianco, così come li conosciamo.
Sebbene questi cibi raffinati comunque diano temporanea energia, sono carenti degli elementi necessari al corpo, e sono causa di scompensi nella condizione biochimica del corpo molto di più di qualsiasi altro cibo.
I cibi carenti o privi di elementi nutritivi sono la causa della maggior parte delle malattie oggi conosciute, oltre ai farmaci che si pretende che le curino. E non è necessario consumarne in gran quantità, dato che i cibi naturali biologici sono reperibili. Il consumo eccessivo di cibi raffinati crea un ambiente troppo acido nel corpo, un fattore decisivo dell’indebolimento del sistema immunitario.
Si dovrebbe limitarne il consumo ad un solo pasto giornaliero invece che a colazione, pranzo e cena, sotto forma di brioches, pasta, pizza, dolci, oltre allo zucchero fra un pasto e l’altro nel caffè, nelle bibite gasate, nei gelati e nelle super-pubblicizzate “merendine”.
I carboidrati sono la nostra principale sorgente di carburante, ma quando sono raffinati, pieni di additivi e conservanti minano le basi della nostra salute. Ma i veri carboidrati sono la frutta e la verdura, e andrebbero consumati crudi. Non sono la pasta, la pizza, i dolci, il loro apporto di elementi nutritivi è minimo rispetto all’accumulo di sostanze indigeste che producono.
Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco , elaborato 100 anni fa dal Prof. Arnold Ehret, fornisce i mezzi per passare ad una alimentazione sana e nutriente che permette di ripulire l’intero corpo da tutte le ostruzioni accumulate in anni di alimentazione scorretta.
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