di Luciano Gianazza – www.medicinenon.it
Letteralmente in questo contesto Act significa Decreto, Legge, quindi una legge a favore delle madri, nello specifico delle future e neo mamme e dovrebbe servire a far sì che le istituzioni si prendano cura di loro durante il periodo della gravidanza, del parto e dopo il parto. Questo perché alcune donne sono state soggette a disturbi di un tipo o di un altro in concomitanza con la gravidanza e il parto. Per quanto si potrebbe pensare che il Mothers Act sia un impegno della comunità nei confronti delle donne nel ruolo di madre, in realtà è stato elaborato dalla lobby di Big Pharma, con il solo scopo di trasformare la gravidanza, il parto e la nascita in una condizione medica in cui si verifica la presenza di malattie mentali da trattare con gli psicofarmaci.
Sono diversi anni che Big Pharma cerca di far approvare dal Congresso Americano il Mothers Act, ma non è mai passato perché uno dei due schieramenti si opponeva all’altro che era finanziato dalla lobby al fine di farlo approvare.
Di solito le lobbies appoggiano finanziariamente uno o l’altro degli ormai soli due gruppi di partiti politicamente opposti per fare approvare provvedimenti favorevoli agli interessi che esse rappresentano o per far cadere quei provvedimenti che invece non sono affatto favorevoli.
Questo fa sì che un gruppo politico spinga le approvazioni di decreti o leggi nell’interesse dei loro finanziatori contrastati dagli oppositori che ovviamente portano avanti altri interessi. Questa situazione conduce spesso a un impasse e a logoranti lotte fino all’ultimo voto che possono durare intere legislature.
Il problema è che ora questa proposta ha maggiori probabilità di diventare legge perché Big Pharma ha cambiato strategia: Ha finanziato alla pari entrambi gli schieramenti politici con il risultato che sia i Repubblicani che i Democratici voteranno a favore.
Questa strategia è già stata adottata in Italia per la proposta di legge di vendere farmaci nei supermercati che è stata bocciata sia dalla maggioranza che dall’opposizione perché Federfarma, la potente lobby dei proprietari di farmacie, ha dato ai due schieramenti (centrodestra e centrosinistra) 250 mila euro complessivi, divisi in parti uguali, quindi 125 mila a uno schieramento, e 125 mila all’altro: sono la somma di tanti finanziamenti da 5 mila, 10 mila, 7 mila, 3 mila, 8 mila che di volta in volta sono finiti nelle tasche dei vari parlamentari, per non fare approvare determinate leggi o farne approvare delle altre che favoriscono gli interessi di Federfarma.
Negli Stati Uniti le donne in età fertile verranno sottoposte a screening allo scopo di identificare malattie mentali pre e post parto per sottoporle, nel caso di riscontri positivi, a trattamenti psichiatrici farmacologici obbligatori. Ovviamente tali malattie sono più o meno collezioni di sintomi di cui a volte possono essere affette anche persone in buone condizioni fisiche e mentali, ma in momenti particolari come la gravidanza o il parto possono essere fatte passare per veri e propri disturbi mentali che necessitano di trattamento con psicofarmaci come antidepressivi e antipsicotici.
Il problema investe anche il feto che rimarrebbe ugualmente drogato dai farmaci assunti dalla madre, con conseguenti possibili malformazioni fisiche e ottundimento delle capacità mentali, un futuro irto di difficoltà di apprendimento.
Perché la cosa dovrebbe riguardarci? Perché riguarda una serie di abusi che Big Pharma e il suo esercito di psichiatri perpetreranno su delle donne e i loro bambini e ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte per evitarlo, non importa a quale nazione appartengano.
In ogni caso anche se volessimo egoisticamente pensare ai fatti nostri, il cartello farmaceutico non conosce frontiere e quanto avviene oggi negli Stati Uniti viene poi replicato nel resto del mondo e chi ha pensato che la cosa non lo riguardasse potrebbe invece ritrovarsi con la moglie, la sorella, la madre o la figlia sottoposte a screening e a trattamento psichiatrico.
Il Mothers Act attuale che Big Pharma sta spingendo per l’approvazione è noto come “Melanie Blocker Stokes Mom’s Opportunity to Access Health, Education, Research, and Support for Postpartum Depression Act of 2009” e prende il nome da Melanie Blocker Stokes, una madre che, dopo aver partorito è stata sottoposta a una serie di trattamenti psichiatrici con psicofarmaci ed elettroshock e poi si è suicidata. Si sostiene che Melanie si sia suicidata perché non si è intervenuti preventivamente e quindi il Mothers Act è considerato un impegno che la comunità deve assumersi al fine di impedire che altre madri facciano la fine di Melanie e questa è la tesi che Big Pharma sostiene tramite i suoi gruppi di facciata.
Sarebbe assurdo immaginare che nessuno abbia il minimo sospetto che il suicidio possa essere la conseguenza del trattamento con gli antidepressivi e gli elettroshock quando “pensieri tendenti al suicidio” è uno degli effetti collaterali elencati nei foglietti illustrativi di tali psicofarmaci.
E’ necessario quindi anche il tuo intervento, il minimo che si possa fare è firmare una petizione online a cui puoi accedere dal link in fondo alla pagina.
Passa il link di questo mio articolo ai tuoi amici e conoscenti per informarli di questo vero e proprio pericolo per il futuro dell’Umanità. Ho già inviato questo articolo a più di 2.800 persone. Queste sono briciole, insieme possiamo dare un sostanziale contributo alla lotta contro i nemici dell’umanità. Se ti sembra che sto esagerando è solo perché i media anestetizzano la nostra capacità di valutare.
Quello che segue un articolo che ho tradotto per aggiungere altri dati sull’argomento.
di Evelyn Pringle – traduzione di Luciano Gianazza.La maternità è diventata preda del cartello psico-farmaceutico. Se una nuova normativa conosciuta come Mothers Act diventerà legge, il numero dei bambini drogati tramite la propria madre durante la gravidanza e l’allattamento senza dubbio aumenterà.
Il Congresso ha giustamente rifiutato di far passare questo disegno di legge per otto anni. Il titolo ufficiale è attualmente “Melanie Blocker Stokes Mom’s Opportunity to Access Health, Education, Research, and Support for Postpartum Depression Act of 2009”.
La proposta di legge è stata introdotta in Aula durante il 110mo Congresso il 4 gennaio 2007, dal democratico dell’Illinois Bobby Rush e poi reintrodotta in entrambi gli organismi del nuovo Congresso, nel gennaio 2009, dopo che il disegno di legge cadde in prescrizione in Senato l’anno scorso.
Il senatore democratico Robert Menendez del New Jersey, dove risiedono un gran numero di aziende farmaceutiche, e Richard Durbin (D-IL) sono i principali sostenitori del progetto di legge al Senato.
In un discorso fatto durante l’Assemblea del 30 marzo 2009 dal deputato Rush divenne chiaro l’obiettivo di questa proposta di legge quando ha affermato che “dal 60 al 80 per cento delle nuove mamme sperimentano sintomi di depressione post parto, mentre la condizione più grave, la psicosi post parto, interessa fino al 20 per cento delle donne che hanno partorito da poco. “
Dopo che l’Assemblea ha votato per far passare la legge quel giorno, il deputato ha dichiarato: “La legge AR 20 metterà finalmente a disposizione significative somme di denaro e attenzione per la ricerca, selezione, trattamento e istruzione delle madri che soffrono di questa malattia.”
Il vero obiettivo dei promotori di questa legge è quello di trasformare le donne in età fertile in consumatrici a vita di trattamenti psichiatrici mediante lo screening per tutta una serie di “disturbi dell’umore” e “ansia” e non semplicemente per la depressione post parto.
Mai abbastanza viene detto riguardo alla capacità di chiunque, con un camice bianco addosso e un titolo medico, di convincere le vulnerabili donne in gravidanza e le neo-madri che i pensieri e sentimenti che possono provare in un giorno qualsiasi potrebbero essere anormali.
La costante sorveglianza e il fuoco di fila di domande, tipo sei depressa?, sei preoccupata, hai cambiamenti di umore?, hai paura della maternità?, dormi bene?, ci sono cambiamenti nella tue abitudini alimentari?, è prevedibile che sortiranno senza ombra di dubbio l’effetto di convincere molte donne che normali pensieri ed emozioni sono segno di disturbi mentali.
In un articolo del 13 marzo 2008, “Etichettare la Gravidanza come Malattia Mentale”, Byron Richards scrive nel NewsWithViews:
“Il Mothers Act ha il netto effetto di riclassificare il processo naturale della gravidanza e della nascita, come un disturbo mentale che richiede l’utilizzo di farmaci psicotropi non verificati ed estremamente pericolosi (che possono facilmente danneggiare il bambino). Il progetto di legge è stato ovviamente scritto dalla lobby di Big Pharma e la sua conversione in legge sarebbe considerata ridicola, se non stesse accadendo davvero.”
Mentre manie, psicosi, agitazione, ostilità, ansia, confusione, depressione e tendenze suicide sono spesso citate come “sintomi” della malattia mentale, molti degli stessi esatti “sintomi” sono elencati come effetti collaterali sulle etichette di avvertimento per gli antidepressivi, antipsicotici e anticonvulsivanti .
Tutti questi farmaci sono attualmente prescritti per trattare “cambiamenti di umore” e “ansia”, disturbi per i quali alle donne verrà fatto lo screening se la proposta diventerà legge. Nel caso di donne in gravidanza, nessun farmaco psichiatrico è stato approvato dalla FDA come di uso sicuro.
Le nuove clienti acquisite saranno stigmatizzata per tutta la vita con le etichette delle più gravi forme di malattia mentale, semplicemente perché sono abbastanza sfortunate di essere rimaste in gravidanza negli Stati Uniti, dove gravi disturbi procurano grandi profitti a chi prescrive sostanze psicotrope di ogni genere.
Nel Medical News Today del 1° settembre 2008 compare un titolo riguardante uno studio che dichiara: “Gli americani Mostrano Poca Tolleranza per la Malattia Mentale nonostante sia in aumento la credenza che la causa sia genetica”. Lo studio del professore di sociologia Jason Schnittker dell’Università della Pennsylvania, ha messo in evidenza che mentre gli americani credono che la malattia mentale abbia cause genetiche, il paese non è più tollerante nei confronti del malato di mente di quanto lo fosse 10 anni fa.
Lo studio ha esaminato la tolleranza in termini di indisponibilità a vivere accanto a una persona malata di mente, con una casa famiglia per malati di mente nel quartiere, trascorrendo una serata a socializzare con una persona malata di mente, lavorando a stretto contatto con tale persona sul posto di lavoro, facendo amicizia con una persona con una malattia mentale o rimanere sposato una persona malata di mente in famiglia.
“Non solo Big Pharma ha influenti psichiatri sul suo libro paga, quasi ogni istituto della salute mentale da cui i medici, la stampa e il pubblico ricevono le informazioni sulla salute mentale è finanziariamente interconnesso con Big Pharma”.
“L’American Psychiatric Association, l’organizzazione professionale della psichiatria, dipende fortemente dalle sovvenzioni da parte delle case farmaceutiche e questo vale anche per Alleanza Nazionale per i Malati Mentali e le altre cosiddette organizzazioni dei consumatori.”
“Il dipartimento di psichiatria di Harvard e di altre prestigiose università prendono milioni di dollari da società farmaceutiche, e l’Istituto Nazionale della Salute Mentale da fondi a ricercatori che sono finanziariamente connessi con le aziende farmaceutiche”.
Sono più i Democratici che i Repubblicani che spingono il Mothers Act. L’aumento dei finanziamenti per la campagna elettorale dei Democratici può spiegare questa svolta degli eventi. Nelle ultime otto campagne elettorali l’industria farmaceutica ha dato molti più fondi ai Repubblicani che ai Democratici. Nel 2006, la percentuale era pari al 28% per i Democratici e il 70% per i Repubblicani, secondo il Center for Responsive Politics, un gruppo no-profit che esegue il monitoraggio dei finanziamenti politici.
Ma per la campagna del 2008 i Democratici hanno avuto quasi gli stessi soldi dati ai Repubblicani con $5.099.942 rispetto ai $5.680.871 dati ai repubblicani, e questo è probabilmente il motivo per cui i democratici permetterebbero che tale palese schema di marketing di farmaci venga attuato.
“Il Mothers Act, mentre sembra un atto di benevolenza, è una misura inutile e pericolosa che si tradurrà in un ulteriore eccesso di prescrizione di farmaci che sono già esageratamente prescritti in modo grottesco.”, spiega Kate Gillespie, uno dei legali di punta che stanno portando avanti le cause legali per i difetti di nascita causati dagli SSRI e per i casi di suicidio legati al Paxil, di stanza a Los Angeles presso lo studio legale Baum, Hedlund, Aristei & Goldman.
“La proposta di legge è una sentiero pericoloso”, ammonisce, “verso la prescrizione forzata alle donne in età fertile di psicofarmaci di dubbia efficacia e con gravi problemi di sicurezza per le madri ed i loro bambini innocenti – farmaci che possono causare terribili effetti collaterali, tra cui, comportamenti con tendenza al suicidio, violenza e devastanti difetti di nascita.”
Naturalmente, le madri che veramente non riescono a cavarsela da sole dovrebbero essere aiutate”, dice la Sig.ra Gillespie, “ma abbiamo davvero bisogno di una legge che preveda che le madri debbano essere esaminate e drogate?”
“Togli la politica e Big Pharma, e la pressione per fare approvare questa legge non avrebbe più senso”.
Secondo il Dottor Levine, per politici un impegno molto meno disastroso, piuttosto che fare il push di farmaci per le madri in gravidanza, sarebbe quello di promuovere l’espansione delle cure mediche per la depressione post parto”.
Il Dott. Levine afferma che il Mothers Act” omette delle verità” riguardo a Melanie Blocker-Stokes, la donna da cui poi il disegno di legge ha preso nome, e le seguenti informazioni riguardanti il suo suicidio dovrebbero essere rese note:
“Melanie Blocker-Stokes ha di fatto ricevuto estesi trattamenti psichiatrici. E’ stata ricoverata in ospedale per tre volte in sette settimane, le sono state date quattro combinazioni di farmaci antipsicotici, ansiolitici e antidepressivi, è stata sottoposta a terapia elettroconvulsivante (elettroshock). Ma, nonostante il trattamento psichiatrico – o a causa di esso – Melanie Blocker-Stokes si uccise gettandosi dal dodicesimo piano di un hotel di Chicago”.
“Non vi è alcuna prova che l’uso di antidepressivi da parte di madri depresse abbassi il rischio di suicidio”, dice il dottor Levine, “mentre vi è una grande quantità di evidenze che l’uso di antidepressivi può rendere alcune persone maniacali, agitate, e violente”.
Katherine Stone gestisce un sito internet chiamato “Postpartum Progress” e inserisce dei post nel blog ogni giorno. Presta la sua opera anche nel consiglio di amministrazione del Postpartum Progress Internazionale come Presidente delle relazioni pubbliche. La sua biografia dice che “è riconosciuta a livello nazionale, premiata sostenitrice delle donne con disturbi dell’umore ed ansia perinatali.”
“Katherine sul suo sito web riferisce che nel 2001, dopo la nascita del suo primo figlio ha sofferto di disturbo ossessivo compulsivo post parto. La sensazione di isolamento e di vergogna l’ha subito ispirata a creare Postpartum Progress, che è diventato il blog più letto negli Stati Uniti sulla depressione post parto, depressione pre parto, psicosi post parto e altri disturbi relativi a prima, dopo e durante il parto.”
In un’altra pagina intitolata “L’Arte della Cura Psichiatrica”, Katherine dice alle donne di cambiare farmaco se non funziona, perché per la sua diagnosi di Disturbo Ossessivo Compulsivo, afferma:
“Ho preso molti farmaci, compresi Effexor, Celexa, Seroquel, Risperdal, Wellbutrin, Luvox, Cymbalta, ecc. Usandoli tutti quanti sono guarita. Alcuni semplicemente hanno funzionato meglio di altri nella cura dei miei sintomi.”
Termina il suo commento dicendo alle donne: “Troverai il farmaco che va bene per te e migliorerai.”
La prescrizione di sette farmaci, tra cui due antipsicotici e cinque antidepressivi, per il trattamento dell’OCD (Disturbo Ossessivo Compulsivo) è un tipico esempio di medicalizzazione orientata al profitto che le donne arpionate dal Mothers Act dovranno affrontare, ma la descrizione che Katherine ha fornito si discosta molto dal comparativamente minore trattamento che ha ricevuto, come ha affermato nella pubblicazione del 7 giugno 2004 di Newsweek “Nel mio caso si è trattato di prendere un antidepressivo e di fare una seduta di terapia alla settimana.”
A parte tutti i gravi rischi per la salute ormai noti per essere associati a questi farmaci, la maggior parte delle donne non potrebbe permettersi la”cura” dei sette farmaci che Katherine ingerito. Secondo DrugStore.com, da un conteggio del dicembre 2008, dal primo all’ultimo, per una fornitura di una dose media di 30 giorni, i farmaci avrebbero questi costi: Effexor $197.86, Celexa $279.92, Seroquel $388.38, Risperdal $652.07, Wellbutrin XI $202.08, Luvox CR $135.99, and Cymbalta $366.62. Il costo del “ecc.” è impossibile da calcolare, senza sapere quanti altri farmaci ha preso.
Come Postpartum Progress ci sono altri siti finanziati da chi ha interesse che vengano somministrati farmaci. (Le cifre sopra sono riportate sono quelle che spenderebbe una singola persona per la “cura” di un messe e danno un’idea dell’entita del business della “Depressione Post Parto” – n.d.t).
Evelyn Pringle scrive editoriali per Scoop Independent News, è una giornalista investigativa focalizzata sull’esporre la corruzione nel governo e delle corporazioni Americane. Articolo sponsorizzato dallo studio legale Baum, Hedlund, Aristei & Goldman.
L’intero articolo in lingua originale è visibile su: Mothers Act Fuels Multibillion Dollar Industry
Stop the Dangerous and Invasive Mothers Act
Video: Melanie’s Voice (MOTHERS Act/Antidepressants/PPD/psychosis)
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